Corriere della Sera
29 08 2014
Era una delle tante villas miseria di Buenos Aires, una favela alla periferia della capitale argentina. Portava il suo nome, «Villa Papa Francesco», ma lui non l'ha mai conosciuta, perché è sorta dal nulla quando era già pontefice a Roma, lo scorso febbraio.
Ora non esiste più, sgombrata senza troppi complimenti dall'esercito nei giorni scorsi.
Era additata dalle autorità come un covo di delinquenti: all'ultimo scippo con omicidio di una donna nelle vicinanze si è deciso che la «favela del Papa» non doveva esistere più. ...
Corriere della Sera
07 08 2014
Le milizie dell’Isis nella più grande città cristiana nel nord del Paese. Migliaia di fedeli verso il Kurdistan. Francesco: "La mia vicinanza spirituale"
Sono 100.000 i cristiani in fuga dalle città del nord iracheno conquistate dai jihadisti, che hanno anche «tolto le croci dalle chiese e bruciato antichi manoscritti». Lo ha riferito il patriarca caldeo di Kirkuk, Louis Sako, parlando di «disastro umanitario» dopo che i jihadisti, nella notte tra mercoledì e giovedì, hanno preso il controllo di Qaraqosh e di altre tre località vicine, dove vivono gran parte dei cristiani del paese. «Sono fuggiti con nient’altro che i loro vestiti addosso, alcuni a piedi, per raggiungere la regione del Kurdistan» ha detto Sako aggiungendo che i jihadisti hanno anche bruciato 1.500 antichi manoscritti cristiani.
Secondo fonti localii fedeli e religiosi cristiani si stanno dirigendo verso il Kurdistan autonomo. I jihadisti dello Stato Islamico si sono mossi nella notte dopo il ritiro del peshmerga curdi, che sono sotto pressione in diversi fronti iracheni, «Apprendo ora che le città di Qaraqosh, Tal Kayf, Bartella e Karamlesh, si sono svuotate della popolazione e ora sono il controllo dei miliziani», ha riferito allarmato Joseph Thomas, arcivescovo caldeo di Kirkuk e Sulaimaniyah. Qaraqosh è una città interamente cristiana, che si trova tra Mosul, ormai in mano ai jihadisti, e Arbil, la capitale della regione curda; ed in tempi normali ha una popolazione di circa 50mila persone.
L’appello del Papa
Sulla situazione in Iraq interviene anche il Papa con «appello alla comunità internazionale», in particolare per «porre fine al dramma umanitario in atto e perché si adoperi a proteggere i minacciati dalla violenza e assicurare aiuti agli sfollati». Appello anche alla «coscienza di tutti» e alla preghiera di tutti i cristiani e le Chiese. L’appello di papa Francesco, letto da padre Federico Lombardi, si articola in una ampia dichiarazione in cui viene rilanciato anche l’appello di papa Francesco pronunciato all’Angelus dello scorso 20 luglio. Oggi, «alla luce degli angosciosi eventi», che «interessano popolazioni inermi», il Papa si unisce agli appelli dei vescovi e si rivolge alle comunità cristiane, alla comunità internazionale e «alla coscienza di tutti».
«Situazione disperata»
«I cristiani hanno dovuto abbandonare tutto, persino le scarpe, e scalzi sono stati instradati a forza verso l’area del Kurdistan. La situazione dei cristiani cacciati è disperata perché ad Arbil, la capitale del Kurdistan iracheno, non sono intenzionati ad accoglierli perché non sanno come ospitare queste migliaia di persone», dice il cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che in precedenza era stato Nunzio apostolico in Iraq e conosce bene la situazione del Paese.
Tra le molte cose che si sono dette sull'incontro di preghiera organizzato da Papa Francesco con il premier israeliano Simon Peres e il leader palestinese Abu Mazen, una è stata tralasciata. Eppure saltava agli occhi nelle inquadrature che celebravano l'evento tra il verde dei giardini vaticani: la totale, assoluta, imperdonabile mancanza di donne. ...