Notav. info
07 09 2015
Più di 200 persone si sono trovate davanti al carcere Lorusso Cotugno per far sentire la propria vicinanza a tutti i notav rinchiusi da questa notte e agli altri ragazzi arrestati nei giorni scorsi. Ogni volta un presidio davanti ad un’istituzione totale come è il carcere fa montare la rabbia e sapere che ci sono persone che conosciamo bene dentro, è ancora più difficile.
Giovani che lottano per la libertà di tutti, con generosità e coraggio difendono una Valle e dei valori, come l’antirazzismo e l’antifascismo, in prima persona, mettendo la paura in un angolo, mettendosi in gioco in prima persona. Per questo sono lì.
Ed oggi lo abbiamo detto forte, prima con un piccolo corteo fino alle recinzioni del carcere e poi in presidio tra fuochi di libertà e bandiere al vento.
Abbiamo imparato una cosa in questi anni: la resistenza si fa un passo alla volta, con impegno e dedizione, e senza paura, perché tra le nostre montagne non è più di casa da molto tempo.
A Cecca, Donato, Luca, Damiano, Mattia, Nicola,Francesca, Jacopo, Gianluca, Pierpaolo, Alex, Valeria, Checco, Carlo, Liberi Tutti, avanti notav!
Global Project
31 08 2015
Non sono solo la rabbia e l’affetto che ci spingono a scrivere queste poche righe di solidarietà e complicità con Gianmarco, attivista del Tpo a cui il giudice del Tiribunale di Bologna Letizio Magliaro ed il P.M. Antonello Gustapane hanno notificato il divieto di dimora. Chiunque lotti per una vita degna non può non sentirsi toccato ed indignato per quanto accaduto oggi a Bologna.
Allontanare forzatamente una persona, un attivista generoso e da sempre appassionato, dalla propria città e dai propri affetti solamente per non aver abbassato la testa di fronte a chi estrae continuamente ricchezza e profitto dalle nostre vite e dai nostri territori, è innanzitutto un gesto disumano, oltre che un segnale politico raccapricciante.
Negare a qualcuno la libertà di potersi muovere, di poter lavorare, di poter stare con i propri compagni, di poter amare solamente per essersi opposto allo sgombero di una palazzina (Villa Adelante) nella quale abitavano decine di migranti e precari è uno schiaffo in faccia a milioni di persone che non arrivano a fine mese, che sono costrette a morire per 2 euro all’ora, che attraversano il Mediterraneo o i Balcani con la forza della disperazione.
Da anni le nostre città sono in mano alle mafie ed alla speculazione, sono gestite politicamente da Comitati per la sicurezza e per l’ordine pubblico, sono teatrino di campagne politiche in cui tutti, da destra a sinistra, utilizzano l’ideologia securitaria per alimentare la guerra tra poveri. In queste macerie di civiltà chi lotta per i diritti sociali e per la dignità delle persone dovrebbe essere incoraggiato ed imitato e non perseguitato.
Per queste ragioni ci sentiamo tutti e tutte Gianmarco, ci stringiamo attorno ai compagni del Tpo e di Labas e pretendiamo immediatamente la sua libertà.
Siamo e saremo sempre dalla parte di chi non abbassa la testa.
Gianmarco libero. Liberi tutti