Atlas
28 01 2015
Dialogo politico per superare la crisi: sia Russia che Ucraina ieri hanno ribadito che la strada per arrivare a una pace nell’est dell’Ucraina deve passare dall’iniziativa politica ma sono parole che contrastano con una situazione sul campo diversa. Separatisti filorussi e truppe regolari ucraine continuano a combattersi e negli ultimi giorni, sono stati i ribelli a farsi sentire di più attaccando prima l’aeroporto di Donetsk e bombardando poi la città costiera di Mariupol.ucrainaluhansk
Mariupol è considerata strategica perché di fatto separa la zona controllata dai ribelli dalla Crimea, la penisola annessa dalla Russia all’inizio dell’anno.
Mentre ciascuno dei due contendenti accusa l’altro di portare avanti operazioni militari, ieri è stato il presidente ucraino Petro Poroshenko a ribadire l’adesione ai principi espressi lo scorso settembre a Misk quando separatisti e governo firmarono un accordo di cessate-il-fuoco.
Secondo le stime correnti più di 5000 persone sono state uccise dall’inizio degli scontri e almeno un milione sono gli sfollati. Kiev, sostenuta dall’Occidente, accusa Mosca di sostenere e armare i ribelli. La Russia ha negato di armare direttamente i ribelli, pur ammettendo che volontari russi sono attivi nell’est dell’Ucraina e ha accusato Kiev di fomentare le violenze.
Agoravox
26 01 2015
Il 20 gennaio la Duma, il parlamento russo, ha approvato in prima lettura una proposta di legge che mette al bando le “organizzazioni straniere indesiderabili”. Il provvedimento dovrà essere votato altre due volte prima di essere firmato dal presidente Vladimir Putin ed entrare in vigore.
Per Amnesty International, questa iniziativa parlamentare è un ulteriore pericoloso segnale dell’intenzione delle autorità russe di limitare lo spazio a disposizione della società civile per esprimere pubblicamente opinioni critiche.
La proposta di legge approvata dalla Duma introduce la vaga definizione di“organizzazione internazionale che pone una minaccia alla capacità difensiva e alla sicurezza dello stato, dell’ordine pubblico o della salute pubblica”. Attraverso la legge, secondo i proponenti, si difenderanno “le fondamenta dell’ordine costituzionale, della moralità, dei diritti e dei legittimi interessi di altre persone”.
“Dati i precedenti, abbiamo tutti i motivi per ritenere che questa legge sarà adottata e applicata contro la società civile internazionale e per compromettere l’indipendenza e la libertà d’azione degli organismi per i diritti umani che svolgono un’azione fondamentale in Russia” – ha dichiarato Sergej Nikitin, direttore dell’Ufficio di Amnesty International di Mosca.
La legge consentirà all’ufficio del Procuratore generale di decidere quali organizzazioni sono “indesiderabili” e di mettere effettivamente al bando le loro attività. Il modo in cui la proposta di legge è formulata lascia ampio spazio a un’applicazione arbitraria.
A un’organizzazione “indesiderabile” sarà vietato aprire un ufficio e i cittadini russi che vi prendono parte potranno essere pesantemente multati o, in caso di reiterata violazione della legge, condannati fino a otto anni di carcere. Al personale straniero potrà essere negato l’ingresso nel paese.
“La legge non fa riferimento a specifiche organizzazioni non governative, intergovernative o commerciali ma temiamo, proprio per questo, che potrà essere applicata a ognuna di esse costringendole a chiudere le loro sedi in Russia” – ha commentato Nikitin.
L’iniziativa parlamentare richiama alla memoria la draconiana “legge sugli agenti stranieri” entrata in vigore nel luglio 2012 ed emendata in modo ancora più restrittivo nel 2014, col risultato che alcune organizzazioni non governative russe hanno dovuto limitare il loro raggio d’azione o sono state costrette a chiudere.