IDEA ROM Onlus21 10 2015Lunedì 19 ottobre ha avuto luogo l’ennesimo sgombero di un’ulteriore porzione dell’insediamento Rom di lungo Stura Lazio, la baraccopoli c...he da due anni le autorità stanno smantellando pezzo a pezzo.
All’alba tutti i residenti dell’area, fra cui donne, bambini e anziani, sono stati bruscamente svegliati dall’arrivo di decine di camionette di polizia e carabinieri, accompagnati dal Nucleo Nomadi della Polizia Municipale di Torino.
In pochi minuti l’intero accampamento è stato circondato, intimando sbrigativamente alle persone di uscire dalle abitazioni. Fatti raccogliere i pochi beni in qualche fagotto e messe le famiglie per strada, le ruspe hanno immediatamente iniziato la demolizione di 12 baracche.
Stanotte oltre 30 persone dormiranno all’addiaccio, misurandosi con i 4-5 gradi circa previsti sulle rive del fiume.
Al campo restano altre 35 famiglie (100 persone circa) minacciate della stessa sorte nei prossimi giorni, così come quelle sistemate provvisoriamente negli stabili e negli appartamenti del “ras” delle soffitte, il pregiudicato Molino.
Alla fine si tornerà al punto di partenza, con centinaia e centinaia di persone in mezzo alla strada.
Il tutto all’ombra dei 5 milioni di euro destinati all’accoglienza abitativa di queste persone e misteriosamente spariti nella casse del raggruppamento d’imprese -composto da Valdocco, Aizo, Liberitutti, Stranaidea, Terra del Fuoco, Croce Rossa e il sostegno esterno di Asai, Servizio Migranti della Caritas ed Asgi- che gestisce il progetto appaltato dal Comune e dalla Prefettura di Torino.
Trattandosi di Rom sembra sia quasi legittimo lo spreco, la brutalità e l’inconcludenza degli interventi, purché si possa dare in pasto all’opinione pubblica la notizia delle ruspe in azione, per molti errato sinonimo di maggior sicurezza: infatti molti bambini abbandoneranno i propri percorsi scolatici, anziani e ammalati aggraveranno le proprie condizioni di salute e le famiglie andranno semplicemente a risistemarsi in zone ancor più degradate della città.
La foga razziale messa in campo per i Rom in questi giorni non può non ricordare i rastrellamenti di epoche più tristi, ma questa storia ha qualcosa di più lugubre da raccontare: il capolavoro degli sgomberi a “bassa intensità”, raccontati come opere di bene.
Alla faccia dei Rom e dei contribuenti che pagano le tasse per foraggiare il “sistema” dei campi nomadi nella versione torinese.