Dinamo Press
23 07 2014
Ancora uno sgombero per Zona Autonoma Milano. Gli attivisti e le attiviste resistono allo sgombero del centro sociale, arrivato mentre il Comune di Milano apre un tavolo di trattativa con gli spazi sociali. Diverse cariche molto violente e almeno cinque feriti.
Il comunicato di ZAM a sgombero in corso:
Sgombero ZAM, si sta come d’estate sui balconi gli occupanti
Stanno sgomberando Zam: tutti in piazza Santa croce adesso, alle 18.30 tavolo sugli spazi sociali davanti ai cancelli di Zam, alle 19.30 mobilitazione!
6, 13 e 20 settembre: paghi due prendi 3, occupiamo tutti i weekend.
Con le prime luci del mattino, giungono i “signori” dell’ordine vestiti di un blu scuro tendente all’arancione.
Zam, un luogo liberato, riconsegnato alla città dopo anni di abbandono, viene di nuovo svuotato dalla “forza gentile” che ormai da anni promuove il suo silenzioso processo di normalizzazione, creando un deserto che chiama cambiamento.
Noi in questo deserto abbiamo imparato a costruire nuclei di resistenza che non accettano nessun tipo di asservimento alle logiche di governo di questa città, spazi di costruzione politica e produzione di cambiamento, che vanno anche al di là di questi muri.
Ci ritroviamo dunque fuori dai cancelli di Largo Don Gallo (ex via santa croce 19), ma non per questo svuotati e senza una meta.
Il primo passo: riconoscere il mandante e responsabile di questo sgombero, il Comune di Milano.
Questa amministrazione, nella sua totale incapacità di costruire dialoghi reali con gli spazi sociali, si nasconde dietro tecnicismi di dubbia valenza, dimostrandosi (per l’ennesima volta) un generatore di sgomberi.
Un’amministrazione che propone un tavolo di dialogo con la città sul tema spazi senza nemmeno renderlo pubblico sin dal suo principio, senza nemmeno avere il coraggio di nominare i “centri sociali” sui comunicati ufficiali, ma soprattutto senza una reale proposta politica in grado di tradurre in fatti i tanto paventati propositi di valorizzazione degli spazi sociali e delle esperienze che in essi vivono come risorsa per la città, scegliendo piuttosto di continuare a dialogare con l’unico vocabolario che tutti già conosciamo: sgomberi e sfratti.
È chiaro che questo vento prepara la metropoli e l’Italia intera a Expo 2015, una macchina ben più grande e pericolosa, portatrice di debito, cemento e precarietà.
E ora torniamo a questi muri che, seppur a noi molto cari, non sono e non saranno mai l’unico spazio politico in cui agire il nostro conflitto.
Crediamo che la forza di un discorso politico significativo e includente possa e debba attraversare la nostra metropoli, sia all’interno che all’esterno dei nostri muri.
Ed è per questo che ribadiamo la necessità di essere generatore continuo di conflitto e della sua materialità, creando nuovi spazi di discussione, lontani dalla pavidità dei tavoli tremendamente traballanti.
Poniamo sin da ora la nostra risposta a questa ennesima creazione di vuoto, invitandovi ad essere qui con noi da subito, per le prossime ore, ma sopratutto nei prossimi due mesi, al fianco del csoa Lambretta e di tutti i luoghi in pericolo.
In tutti i nostri futuri spazi, che saranno piazze, mattoni e sogni.
E sono tutte queste le ricchezze di cui non vi libererete mai.
#crollateprimavoi, anzi siete già crollati.
Sgombero in corso:
invitiamo tutti i solidali a raggiungerci al presidio permanente piazza sant’Eustorgio
ore 18.30: un tavolo dal basso
Convochiamo noi un tavolo dal basso, invitando tutti i soggetti interessati a partecipare per portare la propria idea sulla questione spazi in città. Davanti ai cancelli di Zam.
ore 19.30: mobilitazione in città
stay tuned.
Settembre:
6/7 settembre 2014
reclaim the space
abbiamo bisogno di spazi, occupiamoli.
13/14 settembre 2014
reclaim the dreams
abbiamo bisogno di sogni, occupiamoli.
20/21 settembre 2014
reclaim the base
abbiamo bisogno di basi, occupiamole.
27/28 settembre 2014
reclaim the voice
Dinamo Press
09 07 2014
Giovedì 10 luglio ore 18, conferenza stampa e assemblea per il lancio dell'appello e della campagna di sostegno pubblico alle Officine Zero.
“Di fronte alla drammatica crisi sociale e occupazionale che viviamo in Italia e in Europa, sono necessarie risposte inedite e coraggiose. OZ-Officine Zero, fabbrica occupata a pochi passi dalla Stazione Tiburtina a Roma, rappresenta un prezioso esempio di attivazione diretta di lavoratori, precari e disoccupati, per rilanciare l’economia su nuove basi: la cooperazione, il mutualismo e la sostenibilità ambientale.”
Parte così il testo dell'appello, che ha gia' raccolto alcune importanti firme, e che OZ-Officine Zero presenterà giovedì 10 luglio nel corso di una conferenza stampa e di un'assemblea aperta al pubblico alla quale sono stati invitati a partecipare cittadini, rappresentanti delle istituzioni, della società civile, del mondo della cultura e dell'associazionismo.
Scopo dell'appello, la tutela e la difesa di un progetto di riconversione produttiva che procede ormai da più di un anno grazie agli sforzi degli ex lavoratori della RSI in cassa integrazione, precari, studenti, lavoratori autonomi, uniti in una sinergia inedita ma funzionale al recupero di uno spazio in dismissione a due passi dalla stazione Tiburtina.
Nel corso della conferenza, che si terrà alle ore 18 in via Umberto Partini 20 (via di Portonaccio), verrà inoltre lanciata una campagna di raccolta fondi a sostegno del progetto di Officine Zero in vista dell'imminente messa all'asta dell'intero spazio.
Info: www.ozofficinezero.org
Twitter: OfficineZ
Fbook: Oz Officine Zero
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.