Il dominio del profitto e il T-tip

  • Lunedì, 04 Maggio 2015 11:39 ,
  • Pubblicato in COMUNE INFO

Comune - info
04 05 2015

di Ugo Biggeri*

Senza Società non c’è Mercato. È un affermazione logica, ma purtroppo non ovvia, anzi spesso non evidente o addirittura negata. La somma di interessi individuali (persone o imprese che siano) non è sufficiente a creare un mercato. Nessuna forma di mercato. Infatti tra i tanti fattori che determinano l’esistenza di un mercato alcuni, fondamentali, dipendono dalla “piattaforma” su cui il mercato opera. Regole, opportunità, infrastrutture, propensione al rischio ed agli investimenti: tutte cose che dipendono da relazioni complesse e non posso essere determinate individualmente.

Un esempio chiarificatore riguarda la fiducia. Di sicuro fidarsi degli altri implica un sistema di relazioni molto più ampio che uno scambio bilaterale. Della fiducia dei mercati spesso si parla a sproposito, come se dipendesse da divinità superiori, salvo poi cercare di stimolarla attraverso i comportamenti dei cittadini (consumatori). La piattaforma che determina la fiducia… Siamo noi.

È la società intesa nel senso più ampio possibile il cui buon funzionamento dovrebbe essere garantito dai governi. Anche i mercati asettici e virtualizzati dell’high frequency trading (“regolati” da ordini generati dai computer) hanno effetti e sono influenzati da quello che succede nella società mondiale. Eppure sono decenni che incessantemente il pensiero economico dominante tende a ignorare o a vivere con fastidio le interazioni che dalla società arrivano al mercato. Non il viceversa, che invece è sopravalutato.

Perché? Ci sono sicuramente tante ragioni, ma una di queste ê sicuramente dovuta all’evoluzione del pensiero economico e delle pratiche finanziarie degli ultimi anni. Un evoluzione che vede il profitto non più come un vincolo fondamentale per poter realizzare qualunque attività che abbia risvolti economici, ma che è divenuto obbiettivo unico cui qualunque impresa dovrebbe tendere. Questo sembra indicare che la migliore forma di impresa sia quella che agisce con la mentalità dell’investitore puro: in realtà, non solo una forma lontana dal vissuto della maggioranza degli attori economici, ma neanche auspicabile, perché in un mondo di investitori puri, mancherebbero… gli imprenditori e buona parte delle attività economiche. Questo scivolamento del profitto da vincolo ad unico obbiettivo non è un aspetto secondario perché stabilisce delle priorità nel modo di fare impresa, ma più in generale stabilisce un ordine di priorità tra obbiettivi diversi dal profitto.

Ed il T-Tip (il nuovo accordo commerciale in fase di approvazione tra Use ed Ue, ndr) si inserisce decisamente in questa logica. Il problema del T-tip infatti non è dato dall’idea di favorire gli scambi, che può essere ragionevole. Ma dall’accanimento nell’individuare i governi, le leggi ed le azioni volte al miglioramento di standard sociali, ambientali e culturali, come un ostacolo al mercato. Il sistema di giudizio sulle dispute rappresenta il culmine di un aberrazione giuridica che vede le grandi imprese allo stesso livello (ma in realtà sopra) non solo delle piccole imprese, ma anche dei cittadini e soprattutto dei governi. Grandi imprese e pensiero economico che con una costanza intergenerazionale cercano di ottenere “l’indulgenza perpetua” che elimini dal rischio di impresa il “fattore umano”, le scelte della società.

Trovo che questo aspetto più di altri sia inaccettabile nel T-tip: fare impresa comporta capacità di lettura del contesto in cui si opera ed assunzione di rischi. Le autoregolazioni funzionano quando vi è separatezza tra chi fa le regole e chi le deve rispettare. Le autoregolazioni in cui solo una categoria di operatori determina le regole sono destinate a dare pessimi risultati e gli scandali finanziari che hanno coinvolto la finanza mondiale in questi anni ne sono un chiaro esempio. Occorre che siano attori diversi ed indipendenti a determinare le regole senza rischi di “ritorsione” : è un campo di attività che deve guardare ad interessi collettivi, tipico delle forme di governo, presenti ed auspicabili. Lo dico da banchiere che opera nella finanza etica e si trova ad operare in un sistema sovra regolato per le piccole banche, ma che riconosce il valore fondamentale del sistema regolatorio, della necessità di un sistema di controllo interno ed esterno che aiuti a far bene impresa.

Il T-tip assomiglia alla pretesa di poter “picchiare” l’arbitro o le autorità in caso di regole che modifichino, per il bene di tutti, il gioco. Non si può fare nello sport, non si poteva fare da bambini. È buon senso che come cittadini ci mobilitiamo oggi perché non lo possano fare in futuro le grandi imprese.

 

*presidente di Banca Etica. Questo articolo è la postfazione del libro “Nelle mani dei mercati” di Alberto Zoratti, Monica Di Sisto e Marco Bersani, pubblicato da EMI. Il libro è un supporto per la campagna contro il T-tip

I miti del TTIP sulle pagine del Financial Times

  • Lunedì, 27 Aprile 2015 10:17 ,
  • Pubblicato in Flash news

Stop TTIP Italia.net
27 04 2015

Quanto gli OGM, il famigerato pollo clorinato o i mitici vitelli ormonati siano miti e non abbiano nulla a che fare con il TTIP, lo smentisce persino il Financial
Times in un suo commento di del 23 Aprile scorso.

Il TTIP è ovviamente molto altro: trade diversion con rischio di indebolimento degli scambi intraUE, un regime di protezione dei diritti degli investitori forgiato
sulle esigenze del privato, rischio di uscita dal mercato di centinaia di migliia di piccoli produttori agricoli e di piccole e medie imprese.

Ma che alcuni dei tanto decantati “miti”, come da vulgata del Governo italiano e della Commissione Europea, compaiano miracolosamente nelle autorevoli pagine del
Financial Times come elementi che potrebbero mettere in crisi il negoziato potrebbe significare due cose: o che il FT si è convertito al complottismo e al misticismo,
o che qualcuno, ai vertici istituzionali del nosto Paese e della Commissione, raccoota lucciole per lanterne.

I contadini non vogliono il T-tip

  • Lunedì, 20 Aprile 2015 08:23 ,
  • Pubblicato in COMUNE INFO

Comune - info
20 04 2015

Via Campesina

La Via Campesina Internazionale ha definito il 17 aprile ‘Giornata Internazionale delle Lotte Contadine’, per rendere visibile e denunciare la criminalizzazione delle proteste, le persecuzioni e la violenza che i contadini devono affrontare quotidianamente a causa dell’instaurazione del modello neoliberista e dell’agrobusiness nelle campagne. Per il Movimento Contadino internazionale è urgente facilitare l’approvazione della Dichiarazione dell’Onu sui Diritti dei Contadini e delle altre persone che lavorano in zone rurali, come strumento di lotta per garantire una vita dignitosa nelle campagne.

Questo 17 aprile 2015, la Via Campesina Internazionale centrerà la sua mobilitazione sugli impatti delle Imprese Transnazionali e dei Trattati di Libero Commercio rispetto all’Agricoltura Contadina e alla Sovranità Nazionale. Per questo, nella Giornata di Azione Globale vi invitiamo a rafforzare la lotta sociale e l’organizzazione dei popoli in tutto il mondo per rivendicare la terra e la riforma agraria, così come il diritto ancestrale alla terra e ai territori, come condizioni indispensabili per l’Agricoltura Contadina e la Sovranità Alimentare dei Popoli.

Dal 1996 – in memoria del massacro di 19 contadini senza terra del Brasile – nel movimento contadino internazionale cresce e si consolida la giornata di azione e mobilitazione globale, rafforzando solidarietà e resistenza, così come approfondendo l’alleanza tra campo e città a favore di un progetto di società basata sulla giustizia sociale e la dignità dei popoli.


Noi contadine e contadini, indigeni, afrodiscendenti, senza terra lottiamo per un modello di Agricoltura Contadina e sovrana per la quale i Trattati di Libero Commercio (T-tip) costituiscono in realtà trattati di libera spoliazione, espulsione e scomparsa dei contadini, poiché si basano su un’agricoltura capitalista, industriale, sussidiata e altamente tossica che si negozia sotto l’influenza e gli interessi di poche transnazionali.

Per la Via Campesina le politiche di apertura e i processi di deregolamentazione favoriscono solo le transnazionali, visto che i Trattati e Accordi Commerciali che siano multilaterali o bilaterali tendono fondamentalmente a proteggere le imprese straniere stabilendo un insieme di condizioni, misure e regole per assicurare la piena protezione degli investimenti delle imprese straniere, mentre questa liberalizzazione del mercato produce gravi impatti economici e sociali sui contadini tanto del nord come del sud. Con i TLC i diritti commerciali sovrastano tutti gli altri diritti.

Per esemplificare, attualmente, si discutono gli Accordi di Libero Commercio e Liberalizzazione degli Investimenti tra Ue, Usa e Canada, che sarebbero i più importanti accordi mai firmati. Questi avranno un impatto globale e determineranno nuove norme in favore delle transnazionali. E queste forniranno gli strumenti per manipolare tutti i regolamenti, le norme e le politiche pubbliche per accrescere i propri benefici: il meccanismo di Risoluzione dei Conflitti tra Investitori e Stati (RCIE/ISDR) e il Consiglio di Cooperazione Regolativo. Pertanto, gli Stati, le regioni e le comunità perderanno il loro potere di proteggere i cittadini e il loro ambiente.


In questo contesto, denunciamo l’ “arbitrato”, meccanismo che usano queste imprese transnazionali, che è costituito da una sorte di globalizzazione, transnazionalizzazione e privatizzazione del sistema giuridico, nel quale le imprese private dettano le norme, come strategia per rendere più deboli gli stati e la sovranità nazionale. Nel caso della tristemente celebre Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC/WTO) che tenta di reinventarsi per non perdere di significato, quest’anno porta avanti una nuova offensiva contro i sistemi nazionali di produzione, distribuzione e stoccaggio degli alimenti, cercando di indebolire i sistemi pubblici di protezione nei confronti del popolo.

In questa Giornata di Azione Globale, la Via Campesina invita le proprie organizzazioni, alleati e amici a realizzare una serie di azioni nei vari paesi e territori con il fine di rafforzare questa lotta globale. Queste attività possono essere mobilitazioni, occupazioni di terre, scambio di semi, mercati della sovranità alimentare, dibattiti, eventi culturali, ecc.

Vi chiediamo di registrare queste azioni inviando informazioni perché possiamo renderle visibile questa grande giornata mondiale di lotta (mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ) Pubblicheremo una mappa delle azioni in tutto il mondo www.viacampesina.org Per condividere foto, video ecc il sito è www.tv.viacampesina.org

 

 

 

 

TTIP e TPP: tutto il potere alle multinazionali

  • Venerdì, 03 Aprile 2015 13:33 ,
  • Pubblicato in L'Analisi
Carlo Formenti, Micromega
31 marzo 2015

La pubblicazione di alcuni contenuti del trattato TPP (Trans Pacific Partnership), che vede impegnate da qualche anno dodici nazioni in negoziazioni segrete per definire un accordo su misure di liberalizzazione commerciale, ha provocato un duro dibattito negli Stati Uniti, contribuendo a ridimensionare ulteriormente, ove possibile, il consenso e la fiducia nei confronti del ruolo “progressista” del presidente Obama.

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