Giornalettismo02 04 2013Die Welt racconta che cosa sta succedendo dopo la fuga del presidente Bozizé
di Alessandra Cristofari
Die Welt, a una settimana della presa del potere dei ribelli nella Repubblica centrafricana, racconta di un altro aspetto della battaglia che arruola bambini soldato tra le sue fila.
BAMBINI SOLDATO - Secondo un rapporto di Sunday Times, le truppe sudafricane hanno ucciso alcuni bambini soldato schierati con i ribelli. Gran parte delle uccisioni, scrive Die Welt sono avvenute durante la marcia di Bangui del 23 marzo, quando 3 mila ribelli “hanno attaccato le unità del Sud Africa che hanno reagito sparando all’impazzata e uccidendo anche i bambini soldato. Sono morti almeno 13 baby soldati”. I militari sudafricani hanno riferito al Sunday Times di non sapere che fossero dei bambini: “Solo dopo che abbiamo sparato i colpi, ci siamo resi conto di aver preso dei bambini”. Alcuni soldati sotto shock hanno raccontato delle grida dei bambini che invocavano le loro madri. Già all’inizio del 2013, l’Unicef aveva dato l’allarme sul reclutamento dei minori da parte dei gruppi ribelli ma anche dalle milizie pro-governative: “Nelle ultime settimane, nella capitale Bangui e in tutto il Paese, gruppi ribelli e milizie filo-governative sono diventati sempre più attivi. Fonti attendibili ci hanno informato che i bambini sono stati recentemente reclutati tra i loro ranghi. Questi nuovi report ci preoccupano seriamente” ha affermato Souleymane Diabate, Rappresentante UNICEF nella Repubblica Centrafricana. E ancora: “Il nostro team sul terreno sta lavorando con le organizzazioni partner per monitorare, verificare e rispondere alle gravi violazioni dei diritti dei bambini, compreso il reclutamento nei gruppi armati. Quelli più a rischio sono i bambini che hanno perso le loro case, sono separati dalle loro famiglie o sono stati in precedenza associati a gruppi armati” detto ancora Diabate. Era il 4 gennaio del 2013 mentre è delle ultime ore la notizia dell’uccisione dei baby soldato, dopo la fuga del presidente Bozizé e l’autoinsediamento di Michel Djotodia che si è proclamato nuovo presidente.
ALLARME BAMBINI - La situazione vissuta dai bambini nella Repubblica Centrafricana è monitorata dalle agenzie delle Nazioni Unite non solo per l’impiego nelle forze armate ma anche per violenze sessuali, sottrazione di minori, mutilazioni ma anche per gli attacchi contro le scuole e gli ospedali. Prima dell’esplosione del conflitto, l’UNICEF avvertiva che 2.500 bambini risultavano già essere impiegati in diverse formazioni armate: il numero probabilmente è aumentato dopo l’insurrezione che ha spodestato il presidente. Il rapporto UNICEF ha portato alla luce il coinvolgimento di:
“ragazzi e ragazze di età inferiore a 18 anni costretti a combattere, trasportare rifornimenti, svolgere ruoli di supporto ed essere abusati come schiavi del sesso da parte di soldati adulti”.
Nonostante la lotta sia continua, l’UNICEF e le ONG in collaborazione con il Governo sono riusciti a far rilasciare mille tra bambini e bambine da parte dei gruppi armati. I minori sono stati reinseriti in famiglie e comunità. Secondo le stime delle organizzazioni, più di 300 mila bambini sono stati colpiti dalle violenze nella Repubblica Centrafricana.
ATTUALITA’ DEL PAESE - Michel Djotodia nel 2003 ha contribuito insieme a Bozizé a spodestare Patassé, insieme alla Francia e a Deby, dittatore del Ciad. Bozizé, da generale, è diventato presidente ma nel 2006 Djotodia fonda un suo partito, l’Unione delle Forze Democratiche, e critica il suo operato perché non rispetta gli accordi che avrebbero garantito ai suoi uomini di prendere parte alla guida del paese. Djotodia finisce in carcere e resta in prigione per due anni ma è solo nel 2013 che arriva un’altra offensiva militare affinché Bozizé firmi l’accordo di Libreville. La pace stenta ancora ad arrivare e Djotodia accusa Bozizé di non rispettare l’accordo e parte una nuova offensiva militare per cacciarlo: il presidente scappa dal paese e Djotodia si autoproclama presidente e ministro della Difesa in un governo guidato da Nicolas Tiangaye. Djotodia ha annunciato che non si presenterà alle elezioni del 2016, essendo ora presidente e inoltre ha dichiarato: “Lancio un appello patriottico e fraterno a rientrare ai nostri compatrioti, che hanno seguito il cammino dell’esilio. Non ci sarà alcuna caccia alle streghe perché dobbiamo promuovere la tolleranza, il dialogo e il perdono” ma intanto i soldati, e i bambini, continuano a morire.