MicroMega
05 02 2015
Crescere è un viaggio senza età, con tanti passaggi di crescita, di passi in avanti e a volte di passi falsi che pure hanno la loro straordinaria importanza nel processo di chiarificazione che ogni persona fa con se stessa nel corso della vita.
Il Corso “La città dei bambini nella mente degli adulti. Differenze e integrazione” che Zeroviolenza.it organizza a Roma è dedicato a genitori e insegnanti, di fatto è aperto a ogni territorio, scuola e adulto incuriosito dall’iniziativa. È il nostro modo di rendere politico il senso dell’esistenza di chi, da grande, non rinuncia alla creatività, a quella straordinaria capacità che per dirla con le parole di Donald Winnicott è “mantenere, nel corso della vita, qualcosa che appartiene all’esperienza infantile, la capacità di creare il mondo”.
Pensiamo poi che chi ha il difficile compito di prendersi cura di bambini e adolescenti debba sempre essere sostenuto, mai forse come in questo momento di incertezza e di crisi dell’identità sociale.
Lascio quindi con grande piacere la parola a una delle docenti del Corso, Simona Di Segni con l’articolo “Crescere è un viaggio nello spazio della mente”.
Monica Pepe
Il Fatto Quotidiano
05 02 2015
Che tinte ha la città dei bambini nella mente degli adulti? Quali sfumature, quali ostacoli ma soprattutto, è una città accogliente, differente o indifferente? Fatta di integrazione, pregiudizi o stereotipi? Ce lo siamo mai chiesto in che modo noi “grandi” disegniamo nella nostra testa lo spazio vissuto dai più “piccoli”?
Sono questi i presupposti da cui Zeroviolenza Onlus prende le mosse per realizzare, anche quest’anno, il corso La città dei Bambini nella mente degli Adulti. Differenze e integrazione. Un progetto rivolto ai genitori e agli insegnanti delle scuole materne, elementari e medie, che pone al centro i ragazzi o meglio “la buona crescita come prevenzione alla violenza e come riconoscimento della differenza nello scambio con l’altro”, afferma Monica Pepe, presidente di Zeroviolenza Onlus.
Il corso, che partirà domani 5 febbraio, sarà realizzato in quattro istituti comprensivi delle periferie romane: Alberto Manzi al Pigneto, Laparelli a Tor Pignattara, Rita Levi Montalcini al Tuscolano e all’istituto Poseidone a Torre Angela e verrà svolto nell’ambito del Progetto Gli Adulti imparano, gli adulti insegnano la relazione tra generi e generazioni differenti. Realizzato con il contributo della Regione Lazio, vede
Ansa
25 11 2014
ROMA, 25 NOV - I giornali dedicano negli ultimi anni sempre più spazi alla violenza sulle donne anche se con un'eccessiva drammatizzazione. Secondo un monitoraggio di Zeroviolenza onlus, che gestisce un sito sul tema, in quattro anni (dal 2009 al 2013) gli articoli che trattano delle donne che subiscono violenze sono più che raddoppiati, passando da 285 a 638. In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza alle donne, che ricorre oggi, l'organizzazione sottolinea che di "violenza sulle donne se ne parla quasi tutti i giorni, con la tendenza però a drammatizzare il fenomeno e con il rischio di identificare l'universo femminile e la differenza culturale delle donne con la violenza".
"Negli ultimi anni i giornali - osserva - hanno fatto un percorso di crescita, anche qualitativa, occupandosi sempre più spesso di prevenzione, di relazione tra adulti e bambini, di educazione affettiva e sessuale". Importante il ruolo della tv: tenuto conto che gran parte degli italiani ha come fonte informativa solo i telegiornali, Zeroviolenza onlus individua nella tv il mezzo dal forte "potenziale per un cambiamento culturale"; e quindi, non solo fatti di cronaca ma anche approfondimenti su come e dove nasce la violenza, cos'è la passione, come si gestisce il conflitto, il ruolo della coppia genitoriale nel processo di costruzione della identità dei figli.
Secondo l'associazione, poi, non "va corso il rischio di far diventare il 25 novembre il giorno in cui si ricordano le morti al femminile. Piuttosto bisogna operare un ribaltamento e promuovere i temi della relazione, della affettività e della sessualità nel rispetto dei ruoli tra generazioni e identità differenti. La violenza - conclude - si combatte con la prevenzione, rimettendo al centro il valore della relazione tra uomini e donne, e tra genitori e figli".