di Sabrina Marchetti
Quando si parla di donne straniere in Italia, quella della “badante” sembra essere una delle poche immagini disponibili (assieme al suo contraltare: la prostituta). Non passa giorno che non venga dedicato almeno un titoletto a vicende che la riguardino. Il famigerato clickday 2011 consentirà quest'anno l'ingresso in Italia a 30mila “colf & badanti”, un numero considerevole, benché inferiore alle reali necessità. E sicuramente grande attenzione hanno ricevuto le ultime regolarizzazioni del settore: nel 2002, con 340mila permessi, e nel 2009, con 295mila domande presentate(1).
A fronte di tanta attenzione mediatica è importante, per chi è sensibile alle questioni di genere e al tema della migrazione, discutere di cosa veramente significhi “parlare di badanti” e interrogarsi sul perché le loro storie debbano continuare ad interessarci.