Dinamo Press
30 09 2015
In Catalogna vincono gli indipendentisti di Junts pel Sí e CUP, Ciutadans si afferma come seconda forza politica nella regione. Mentre Podemos affronta il risultato peggiore dalla sua fondazione
Il voto di ieri in Catalogna rappresenta la prima – seria – battuta d’arresto per il progetto politico di Podemos dalla sua nascita, in occasione delle europee del 2014. Il risultato premia le posizioni indipendentiste, che sommando i voti di Junts pel Sí e la CUP raggiungono i 72 seggi, quattro in più della maggioranza assoluta (qui i risultati completi). Nonostante lo scontro apertosi in queste ore tra le due formazioni politiche per decidere chi sarà il capo dell’esecutivo catalano – e quale sarà il futuro del processo indipendentista – il voto di ieri ha avuto caratteristiche plebiscitarie, con un’affluenza che ha sfiorato l’80 per cento. A conferma, casomai ce ne fosse bisogno, che la questione nazionale in Catalogna è ormai divenuta questione centrale all’interno del dibattito politico. Allo stesso tempo, tuttavia, l’indipendentismo catalano, ottiene la maggioranza dei seggi ma non la maggioranza dei voti, rendendo ancora difficile indovinare il risultato di una eventuale consultazione referendaria.
L’altro grande vincitore è Ciutadans, che con il 18 per cento dei voti e 25 seggi è oggi la seconda forza politica della Catalogna. Presentatosi come l’unica alternativa di fronte all’avanzata dell’indipendentismo e delle spinte secessioniste, Ciudadanos ha fatto il salto di qualità in queste elezioni, sostituendo di fatto il PP (che ha ottenuto solo 11 seggi) alla guida del blocco “unionista” all’interno del parlamento regionale. Una buona base di partenza per le elezioni politiche di dicembre, in una fase spagnola segnata dal ritorno della retorica sull’unità nazionale e dal riemergere delle destre.
E Podemos? Il partito di Pablo Iglesias quattro mesi fa trionfava alle elezioni municipali di Barcellona con la coalizione di Barcelona en Comù, ottenendo il 25 per cento dei consensi e il governo della città, stimolando riflessioni nei movimenti urbani di mezza Europa attorno al nodo del “si se puede”. Sebbene non si possa considerare il risultato di maggio come un successo diretto ed esclusivo di Podemos – Barcelona en Comù è stato un lungo processo municipalista, Ada Colau ha un’altra biografia rispetto a Pablo Iglesias, etc. – è chiaro che la differenza con il 10 per cento ottenuto ieri a Barcellona, pesa come un macigno sulla coalizione CatSíqueesPot, con cui Podemos si è presentato alle elezioni. Pesano le modalità di costruzione della candidatura, decisa dall’alto e tramite un processo molto differente da quello virtuoso e vincente di maggio. Iglesias stesso si è speso moltissimo in termini personali – trasferendosi a Barcellona per seguire di persona la campagna elettorale - senza però riuscire ad ottenere i risultati sperati.
Podemos ha cercato di sparigliare le carte con una campagna elettorale basata su temi sociali, in un contesto in cui la questione nazionale catalana si identificava completamente con il tratto populista occupando “el centro de la mesa” e rendendo di fatto inefficace la retorica sulla casta e l’immagine dei “los de abajo” e “los de harriba”. Il risultato è stato definito ieri sera da Pablo Iglesias come “altamente deludente”. Il leader di Podemos si è poi difeso aggiungendo che in uno scenario politico fortemente polarizzato la scelta del partito è stata quella di anteporre “responsabilità e senso dello Stato” all’interesse elettorale. Forse l’errore è stato quello di parlare “di diritti sciali, o della necessità che i catalani possano usufruire dei servizi pubblici fondamentali, di fronte all’austericidio messo in campo negli ultimi anni dal presidente Artur Mas”. “Se questo è stato il nostro errore, continueremo a commetterlo” ha poi aggiunto.
Può darsi che le elezioni catalane resteranno un fenomeno a sé, dato dalla particolarità del panorama politico e dalla peculiare polarizzazione del dibattito elettorale. Probabilmente non è questo il terreno adatto per azzardare previsioni sulle elezioni di dicembre. Ma va detto che lo stesso Iglesias pochi giorni fa aveva dichiarato che “il voto catalano disegnerà l’ordine di partenza verso le prossime elezioni nazionali”. Allo stato attuale, Podemos parte in quarta posizione. Fino a dicembre la strada è lunga e tutta in salita.
di Luca Cafagna
Dinamo Press
30 09 2015
Le forze di sicurezza turche attaccano la popolazione di diverse città curde con armi pesanti e cecchini. Coprifuoco nella municipalità di Sur, della città di Diyarbakir. Feriti 5 bambini, uno è grave.
(28 settembre) Da ieri sera continuano pesanti attacchi in diversi quartieri della città di Diyarbakir, quartieri in cui il popolo ha dichiarato l'autogoverno e sta praticando l'autodifesa per impedire l'ingresso della polizia e delle forze speciali dell'esercito turco, che dal mese di luglio hanno massacrato più di 100 civili in diverse città del Kurdistan con armi pesanti e cecchini appostati sugli edifici.
Simbolo di questa resistenza popolare e della guerra dichiarata al popolo da Erdogan, dopo la sconfitta subita alle elezioni del 7 giugno, è la città di Cizre in provincia di Sirnak in cui le vittime del coprifuoco durato 9 giorni sono state 21 civili di cui la maggior parte bambini colpiti nelle loro case dai cecchini e morti dissanguati perchè le forze speciali hanno impedito di trasportarli in ospedale e hanno sparato a chi cercava di farlo.
A Bismil in provincia di Diyarbakir a seguito di manifestazioni di protesta contro i massacri in corsoè stato dichiarato il coprifuoco e le forze di sicurezza turche hanno sparato contro i civili. Cecchini appostati sugli edifici più alti hanno sparato alla gente per strada e stamattina un ragazzo di 22 anni ferito mentre era seduto davanti a casa sua è morto. Un'abitazione nel quartiere Avasin è stata bombardata uccidendo una bambina di 8 anni Elif Simsek e ferendo Pelda Simsek, Avasin Simsek, Bedia Simsek, Ahmet Simsek e Mehmet Simsek.
Ulteriori notizie affermano che anche la madre di Elif ha perso la vita. Il blocco del quartiere è ancora in corso da parte delle forze di sicurezza turche. Ieri la polizia aveva attaccato i quartieri di Fatih e Hasirli a Diyarbakir.
Cecchini si sono posizionati sui tetti intorno ai quartieri e stamattina hanno iniziato a sparare contro la popolazione, che ha iniziato una “protesta del rumore” utilizzando qualunque mezzo a disposizione per far sentire la propria voce all'esterno dei quartieri sotto assedio. Nel quartiere di Hancepek la polizia ha ferito 5 bambini: Ali Kaya 8 anni, Songul Kaya 14 anni, Sehmus Sevintek 15 anni, Ayse 13 anni e un bambino di 8 anni di cui non si è ancora appreso il nome. Ali Kaya è stato ferito gravemente.
Testimoni oculari hanno riferito che una macchina nera è entrata nel quartiere e ha iniziato a sparare in tutte le direzioni. Oltre alle persone sono stati presi di mira tutti gli edifici storici tra cui un'antica moschea e una chiesa storica che hanno subito gravi danni.
Stamattina le forze speciali hanno circondato il quartiere di Sur, vietato l'ingresso e l'uscita e rappresentanti del DBP (Partito Democratico delle Regioni) stanno cercando di entrare del quartiere. Anche la città di Lice in provincia di Diyarbakir è sotto attacco, l'esercito sta bombardando le montagne intorno alla città e impedisce l'ingresso alla città che è stata isolata bloccando l'accesso a internet e telefoni. Una delegazione del DBP e dell'HDP sta cercando di raggiungere anche Lice.
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Fonti:
Zehra Dogan JINHA-Amed (Agenzia di Stampa delle Donne - Diyarbakir)
Kerem Celik Ufficio stampa del DTK (Congresso della Società Democratica)
traduzione a cura di uikionlus
Milk Book
28 09 2015
Fresco fresco di stampa, “Leggere senza stereotipi” è un volume pubblicato dalla casa editrice Settenove scritto a più mani da Sara Fierli, Giulia Franchi, Giovanna Lancia e Sara Marini dell’associazione di promozione sociale SCOSSE, impegnata dal 2011 nella valorizzazione delle differenze, l’inclusione sociale e la diffusione di una cultura libera e aperta.
Un testo che vuole essere, come esplicitato nell’introduzione, un paio di occhiali da indossare e far indossare a genitori, insegnanti, educatori nel loro quotidiano rapporto con i bambini, durante la cruciale fase della vita che va dalla nascita al primo ingresso nel mondo della scuola (0-6 anni).
Un paio di occhiali per leggere e osservare la realtà in modo più nitido e attento, riuscendo a scorgere anche dietro l’apparenza messaggi velati o nascosti. Occhiali che mettono a nudo quanto certi comportamenti, frasi, abitudini, consolidati e reiterati nella nostra cultura, finiscano per condizionare le scelte, i gusti, le azioni, i pensieri, l’immaginario dei bambini e delle bambine.
E questi condizionamenti sono ovunque, più o meno palesi o sottili, ma persistenti come gocce d’acqua che, giorno dopo giorno, scalfiscono rocce e scavano, scavano in profondità.
Due giorni fa, quando sono andata a prendere mia figlia di 3 anni a scuola, ho sentito la maestra dire a una mamma: “Signora, ma è normale che si comporti così, è un maschietto mammone! Vede, le femminucce sono molto più indipendenti e autonome”.
Ieri sera, mentre eravamo stese sul letto a guardare le audizioni di XFactor, la mia bambina a un certo punto è scoppiata a ridere. Alla mia richiesta di spiegazioni, mi ha risposto: “Guarda quello, mamma… Un maschio che si è messo il cerchietto!”.
Potrei continuare con mille altri esempi di “cose da maschi e cose da femmine” secondo il giudizio di mia figlia, a partire dai colori da indossare, per finire al tipo di giochi da fare. E, premetto, queste distinzioni non sono mai uscite dalla mia bocca. Come sa chi mi segue un po’ su questo sito, anche i libri che leggiamo insieme, quotidianamente, vanno in tutt’altra direzione. Eppure, a 3 anni, lei ha già interiorizzato alcuni stereotipi. E’ chiaro che il contesto in cui è immersa (la scuola, il parco, i nonni, la tv ecc.) manda continui segnali omologanti, che riflettono una suddivisione dei ruoli e delle relazioni tra individui univoca e rigida.
Io, con naturalezza e calma, cerco di spronare mia figlia a sentirsi libera e se stessa in ogni situazione, senza pensare di doversi comportare in un certo modo in quanto “femmina”. Anche a casa è abituata a vedere mamma e papà che si occupano di tutto (faccende, cucina, pulizie, bagnetto ecc.) vicendevolmente. Ed entrambi lavoriamo, giochiamo con lei, le dimostriamo con parole e gesti il nostro amore.
Nonostante ciò, certe sue uscite sono spiazzanti e scoraggianti.
Mi piacerebbe che soprattutto insegnanti ed educatori conoscessero il libro di SCOSSE, e che cominciassero a riflettere seriamente su questi temi. Mi accontenterei che si partisse dalla scelta di un aggettivo al posto di un altro, di un’attività al posto di un’altra, di una storia letta ad alta voce al posto di un’altra.
La struttura del libro “Leggere senza stereotipi. Percorsi educativi 0-6 anni per figurarsi il futuro”
Il volume “Leggere senza stereotipi” invita a usare i libri per bambini come strumenti di mediazione per imparare a vedere oltre: libri per tutti, capaci di raccontare i sentimenti, le diversità, le sfaccettature delle famiglie, delle relazioni, della natura umana nella sua complessità e varietà. Libri e immagini che danno valore all’affettività, alle emozioni, alla spontaneità e freschezza dell’infanzia, e che possono favorire la costruzione libera della propria identità.
Leggere senza stereotipi esempi di interniDopo un’ispirata premessa, affidata a Silvana Sola, e ad un primo capitolo dedicato a una rapida spiegazione della natura dell’albo illustrato e a un excursus storico sulle sue origini e diffusione in Italia, il libro è suddiviso in capitoli così strutturati:
una parte teorica che si sofferma via via su alcune tematiche-chiave: il corpo e la rappresentazione della differenza sessuale; le emozioni; i ruoli; le fiabe; i modelli familiari
schede con recensioni di alcuni albi illustrati particolarmente significativi in relazione alla tematica affrontata
esempi pratici di percorsi e attività da seguire e promuovere nei nidi e nelle scuole di infanzia (oltre alla lettura ad alta voce dei libri proposti)
numerosi suggerimenti bibliografici per continuare nella propria ricerca di libri senza stereotipi
Come sono gli albi illustrati scelti da Scosse?
Albi con immagini di qualità
Albi con testi di qualità
Albi italiani e stranieri
Albi non stereotipati o stereotipanti
Albi accessibili a tutti (che possano trovarsi facilmente anche in biblioteca)
Non solo albi a tema, che dichiaratamente e volutamente sono progettati per superare o rompere un certo tipo di stereotipo, ma anche e principalmente albi “inconsapevoli”, ovvero che riescono a scardinare conformismi e vecchi canoni involontariamente, attraverso personaggi autentici e coraggiosi, in cui tutti si possano sentire rappresentati, storie che mettono le ali alla fantasia e che non precludono alcuna possibilità.
La Repubblica
28 09 2015
Rivolta delle associazioni animaliste contro la ditta che ha vinto tutti e tre i lotti del bando ponte. Interrogazioni di Sel e Forza Italia
Una ditta privata che si occupa di smaltimento di ogni tipo di rifiuto, servizi di derattizzazione e disinfestazione, manutenzione del verde, servizi di pulizie, gestione di canili, e gestione di stabulari per animali da laboratorio per l'università di Bari, la pugliese Mapia Srl, è arrivata prima in tutti e tre i lotti del bando-ponte, in vista del bando europeo che si terrà nel 2016, indetto dall'assessorato all'Ambiente del comune di Roma per la gestione dei canili della capitale (Vitigna Ex Poverello, Muratella, Ponte Marconi ex Cinodromo). La gara è stata vinta con un ribasso del 10%, su un importo già decurtato - rispetto a quanto da dieci anni stanziato dal Comune di Roma - del 60%.
"Non appena il comune farà l'assegnazione" hanno denunciato nei giorni scorsi i lavoratori dei tre canili romani, che alla notizia dell'assegnazione hanno protestato con striscioni e sit-in nella piazza del Campidoglio, "100 lavoratori su 126 saranno licenziati. Stiamo valutando se occupare la nostra struttura e non uscire più finché non si trova una soluzione". La vicenda è talmente clamorosa che Loredana De Petris, capogruppo Sel in Senato e Davide Bordoni, coordinatore Forza Italia Roma, hanno già presentato interrogazioni.
I ras delle multiservizi. La multiservizi Mapia in Puglia ha fatto a lungo tempo il bello e il cattivo tempo nella gestione dei canili comunali. Per esempio partecipando a prezzi irrisori a tutte le gare indette dai comuni pugliesi, tanto che il suo megacanile, che si trova nel quartiere Japigia, periferia sud di Bari, ospita can oltre che di Bari, anche dei comuni di Rutigliano, Cassano, Ostuni, Acquaviva e molti altri.
Negli ultimi tempi però ha iniziato a perdere le gare della sua regione e anche i ricorsi al Tar presentati dai suoi agguerriti avvocati. La normativa pugliese infatti parla chiaro: i canili comunali possono essere gestiti solo da associazioni di volontariato animalista. E così non è stata ammessa (e ha perso anche il ricorso al Tar) nella gara indetta nel 2012 dal Comune di Barletta per la gestione del canile comunale. E nell'aprile del 2013 ha presentato ricorso al Tar e poi, dopo averlo perso, al Consiglio di Stato, per non essere stata ammessa alla gara per la gestione del canile comunale di Acquaviva delle Fonti.
Il mercato pugliese si sta dunque restringendo: anche perché i 1200 animali, oltre a non vedere l'ombra di un volontario, sono ospitati in una struttura fatiscente, sotto al sole, senza riparo, nell'incuria. Le adozioni sono un miraggio lontano, gli educatori qui non si sono mai visti.
Offerte troppo al ribasso. Le offerte economiche per gestire i 3 canili comunali di Muratella, Ponte Marconi e Vitinia, al massimo ribasso, d'altra parte parlano chiaro. E tutto quello che si vede oggi in questi canili diventerà un sogno lontano. Anche perché tolto il guadagno di Mapia, quello che resterà per gli animali, per i servizi al pubblico e per la tutela dei lavoratori è irrisorio: il Comune di Roma ha oltretutto richiesto nel bando, servizi che possono essere erogati solo da ditte specializzate come lo smaltimento deiezioni canine in discariche a norma, le disinfestazione-derattizzazioni, lo smaltimento reflui liquidi, la gestione rifiuti speciali degli ambulatori.
"Randagismo fonte di reddito". "Le offerte presentate in gara dalla onlus che attualmente gestisce i tre canili" dicono gli animalisti, "sono state considerate non ammissibili: prevedevano la tutela di tutti i lavoratori e il benessere degli animali. Andavano dunque ben oltre la base di gara. Del resto una onlus che tutela benessere e operatori non potrà mai concorrere contro un imprenditore che fa del randagismo una delle sue fonti di reddito".
La onlus Avcpp, che ha gestito fino a oggi i tre canili, ha presentato l'11 settembre un ricorso al Tar. Segnalando dieci irregolarità: cifre non congrue per il benessere animale e per pagare i servizi professionalizzati richiesti in gara. Mancata presenza di "un importo fisso e non suscettibile di ribassi per le spese per la sicurezza. Clausola di salvaguardia degli operatori non reale. Canili messi a gara non dotati di autorizzazioni sanitarie e dove non è chiaro chi dovrà pagare le cure sanitarie degli animali e in quali luoghi queste cure dovranno essere espletate. Assenza del punto di primo soccorso gatti - unico in tutta Roma che ha ricoverato curato e fatto adottare 7000 gatti feriti e malati in 10 anni - per cui non è chiaro che fine faranno quei lavoratori e dove saranno curati i gatti di Roma".
Il pareggio. È strano che il Comune di Roma non consideri chi ha gestito i canili comunali per tanti anni una risorsa. La onlus Avcpp, per esempio, era riuscita a raggiungere il punto di pareggio tra cani in entrata e cani in uscita: nel 2014, sui 2300 animali (cani e gatti) entrati in canile in un anno, 1400 cani erano entrati e 1400 cani erano usciti tra adozioni e ricongiungimenti con le famiglie che li avevano smarriti.
E ora, forse, dicono gli animalisti, "mettendo i canili nelle mani di persone senza esperienza nelle adozioni, le strutture si intaseranno. E il Comune dovrà affittare gabbie dei canili privati di tutto il Lazio. Quanto costerà questa scelta?".
Mafia Capitale. La gara aggiudicata da Mapia è stata tra l'altro protagonista di una vicenda intricatissima: pubblicata sul sito del Comune di Roma il 31 luglio 2015 (con scadenza della presentazione delle domande il 12 agosto), è in realtà una fotocopia di quella sospesa in "autotutela" dal Comune di Roma nel dicembre del 2014. Riporta addirittura la firma, cancellata a penna, dell'ex direttore del dipartimento ambiente capitolino Gaetano Altamura, tra gli arrestati di Mafia Capitale proprio per questa vicenda. Quella gara venne sospesa perché inquinata dalla presenza della Cooperativa 29 Giugno di Salvatore Buzzi, ammessa dal Dipartimento Ambiente senza che avesse i requisiti richiesti dalla gara stessa: e cioè 3 anni di esperienza nella gestione dei canili e attività di gestione di canili prevista nello statuto sociale. Un dirigente Bruno Cignini - che fu anche Direttore dell'Ufficio Benessere degli Animali - risulta nell'elenco dei 21 dirigenti attenzionati dal prefetto Gabrielli come collusi con il sistema di Mafia Capitale.
Le incursioni in dipartimento Ambiente. Dallo scoppio dello scandalo "Mafia Capitale" sono già 4 le intrusioni all'interno dei locali del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma: nella notte tra il 4 ed il 5 dicembre 2014 è stato l'ufficio del Direttore del Servizio Giardini a subire il furto con scasso di un pc e ad avere la stanza messa a soqquadro. L'8 gennaio 2015 ancora furto con scasso nella sede di via Colli della Mentucci: sono spariti 4 mezzi da lavoro ed un secondo computer. Il 24 agosto 2015 i dipendenti del Dipartimento in circonvallazione Ostiense si sono ritrovati con le porte dell'ufficio e di altre stanze bloccate dopo un tentativo di forzatura e pochi giorni fa, il 21 settembre, sempre gli stessi uffici sono stati forzati nel corso della notte.
Dinamo Press
28 09 2015
Dal 25 al 27 settembre è stata chiamata una Carovana transnazionale per l’apertura delle frontiere europee, che da Lubiana si muoverà verso il confine sloveno-croato. Resistenze Meticce parteciperà a questa mobilitazione partendo da Roma.
Leggi l'appello internazionale, informati sulle partenze da Roma (per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)e segui la pagina Open Borders Caravan
In questi mesi, decine di migliaia di persone che fuggono da guerre e povertà hanno raggiunto, o stanno provando a raggiungere, il territorio europeo. Mentre diversi governi hanno reagito alzando muri e filo spinato, inasprendo le leggi sull’immigrazione e sul controllo della popolazione interna, gridando a un’invasione che non c'è (i nuovi arrivati non superano neppure lo 0,1% della popolazione europea), causando migliaia di morti, in tantissimi luoghi si moltiplicano invece le iniziative di solidarietà. Da Ventimiglia a Calais, dalle isole greche a Opatovac, da Edirne a Rözske, da Tovarnik al Brennero, migranti e solidali insieme stanno mettendo in crisi la governance europea dell’immigrazione, facendo saltare il regolamento di Dublino e gli accordi di Schengen. Nonostante nessuna frontiera riesca a fermare il bisogno di fuga e la voglia di pace e libertà di queste persone, si continuano a diffondere segnali di preoccupanti chiusure identitarie e razziste e si ricostruiscono vecchi e nuovi confini.
Pochi giorni fa alcuni di noi sono tornati dalla Carovana per Kobane, che ha chiesto l’apertura di un canale umanitario verso la città simbolo della resistenza allo Stato Islamico, portando solidarietà al popolo curdo (in lotta contro l’ISIS e il regime autoritario di Erdogan) e sostegno all’esperienza del confederalismo democratico del Rojava. Proprio dalla Siria dilaniata dalla guerra e dal Kurdistan turco impoverito e perseguitato dal dittatore Erdogan in tanti sono stati costretti a fuggire. Domani partiremo per una nuova Carovana transnazionale, questa volta verso una delle frontiere europee che impediscono o rallentano il transito di chi si muove per migliorare le proprie condizioni di vita. Saremo prima a Lubiana per una mobilitazione antifascista e antirazzista per poi dirigerci dove eserciti e polizie impediscono alle persone di superare i confini.
Vogliamo portare il nostro sostegno concreto a chi fugge da guerre e povertà, a chi in queste settimane sta dando a tutti quanti una grande lezione di dignità e grandissima determinazione. Vogliamo anche lanciare un messaggio politico chiaro: non accetteremo che l’Europa diventi uno spazio diviso da muri e infestato dal razzismo. Sappiamo bene che quello che alcuni governi e forze politiche stanno facendo contro i migranti riguarda tutti noi. Mentre si ricostruiscono vecchie e nuove frontiere per le persone che provengono da fuori l’Unione Europea, in diversi paesi si discute la reintroduzione di blocchi indirizzati anche ai migranti intra-europei, accusati di muoversi per scroccare il welfare degli Stati più ricchi. Rifiutiamo questa visione dei fenomeni migratori che non tiene conto delle guerre che anche l’Unione Europea ha contribuito a scatenare, che non fa riferimento ai dittatori sostenuti e finanziati in giro per il mondo, che dimentica come le politiche di austerity abbiano distrutto il futuro di migliaia di giovani nel Sud Europa. Pensiamo che solo insieme, cittadini e clandestini, rifugiati economici e politici, sia possibile riscrivere il destino dello spazio europeo e sottrarlo alla dittatura del neoliberalismo e alle pulsioni autoritarie e fasciste.
Per questi motivi parteciperemo alla Carovana, provando a portare quella lotta contro i confini che quotidianamente pratichiamo nei nostri sportelli legali e nelle scuole di italiano, nelle esperienze autogestite di mutualismo e solidarietà, nelle battaglie per un’accoglienza dignitosa, lì dove le frontiere europee vorrebbero fermare chi pratica la libertà di movimento e il diritto di scelta. Ci auguriamo e faremo in modo che a questa iniziativa ne seguano altre ancora perché siamo fortemente convinti che, oggi, portare solidarietà ha valore se ci si mette in gioco insieme per la costruzione di uno spazio comune di libertà.
Per l’apertura di tutte le frontiere!
Per la creazione di canali umanitari che mettano fine alle morti in mare!
Per un’Europa dei diritti sociali, accogliente e solidale!
#OpenBordersCaravan #SafeRoutes #NoBorders
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Pagina fb della carovana: Open Borders Caravan
>Ringraziamo le reti sociali di San Lorenzo che hanno messo a disposizione numerosi beni di prima necessità che porteremo al confine.
di Resistenze Meticce