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REPUBBLICA

la Repubblica
24 09 2015

"Il velo non mi definisce come giornalista. Indossarlo è una mia decisione e non voglio che qualcuno mi tolga questa libertà''. A scriverlo è la reporter statunitense Noor Wazwaz, che sul suo blog su Huffington Post Usa ha raccontato di essere stata discriminata a causa del suo hijab quando era ancora una studentessa della Medill School of Journalism, a Chicago.

Gli studenti del suo corso erano stati invitati a realizzare collegamenti televisivi in diretta per il magazine Illinois Business This Week. A lei, invece, questa opportunità era stata negata. ''Il mio professore mi ha spiegato che il produttore non voleva mandarmi in onda dicendo che il mio copricapo poteva essere "una distrazione", scrive la reporter. Alla fine sono riuscita a registrare un collegamento ma non ho mai saputo se era stato mandato in diretta. Ho chiesto spiegazioni tramite mail ma non ho ricevuto risposta. Quel giorno - continua Noor - ho capito quanto fosse alto il prezzo che avrei dovuto pagare per poter essere me stessa. Ma poi ho riflettuto. Ho capito che noi siamo la generazione che deve cercare di recuperare il brutto che ha ereditato. Non dobbiamo mai lasciarli vincere''.

Noor è stata ribattezzata ''la voce araba delle donne negli Stati Uniti'', lavora attualmente per VICE News, US News, Military Times, e continua a indossare il velo.

Flavia Cappadocia

La Repubblica
23 09 2015

CITTÀ DEL MESSICO - Fino a un anno fa, Gildardo López Astillo era uno sconosciuto, uno dei tanti affiliati al cartello criminale messicano Guerreros Unidos. I media iniziarono a parlare di lui nell'ottobre 2014, quando nella città di Iguala apparse una narcomanta, uno striscione scritto su un lenzuolo, in cui si accusava le autorità di essere colluse con il narcotraffico, e affermava che i 43 studenti di Ayotzinapa scomparsi il 26 settembre 2014 erano vivi.

López Astillo, meglio conosciuto come El Cabo Gil, è stato arrestato il 16 settembre nei pressi di Iguala, da cui non si è mai allontanato perché sapeva di godere della protezione della polizia.

A dieci giorni dell'anniversario dell'attacco del 26 settembre - durante il quale 6 persone sono state uccise, più di 40 ferite e 43 fatte sparire - è stata annunciata la cattura dell'uomo che la ricostruzione ufficiale diffusa lo scorso gennaio indica come esecutore materiale dell'uccisione degli studenti. Ricostruzione che la procura generale della Repubblica (PGR) ha definito "verità storica", ma che è stata presto contraddetta da inchieste giornalistiche e da analisi di esperti indipendenti.

Secondo la "verità storica" della magistratura, alcuni tra i 111 detenuti per il caso di Ayotzinapa hanno dichiarato che la Polizia Municipale avrebbe consegnato i ragazzi al Cabo Gil. Dopo averli identificati come integranti del cartello rivale de Los Rojos, l'uomo li avrebbe portati nella discarica di Cocula per ucciderli, bruciarli e gettare le loro ceneri nel fiume San Juan, all'interno di una borsa. "Non li troveranno mai, li abbiamo polverizzati e gettati in acqua", scrisse in un sms al suo capo, Sidronio Casarrubias Salgado.

Il giorno successivo alla detenzione del Cabo Gil, il governo messicano ha reso pubblica un'altra prova a sostegno della ricostruzione ufficiale dei fatti. Il 17 settembre le autorità hanno annunciato che, grazie alle analisi dei frammenti ossei contenuti nella borsa rinvenuta nel fiume San Juan, l'università di Innsbruck ha identificato il dna di un secondo studente di Ayotzinapa: Jhosivani Guerrero de la Cruz. I suoi genitori lo hanno scoperto guardando la televisione.

Tutto sembra tornare. I colpevoli vengono assicurati alla giustizia e i desaparecidos ricompaiono. Sotto forma di frammenti ossei e cenere, ma almeno le famiglie smetteranno di aspettarli e reclamarli. "Non crediamo alla versione della procura. La procura inventa le prove, fa quadrare le sue ipotesi", ha dichiarato Felipe de la Cruz, portavoce dei genitori dei ragazzi scomparsi, che hanno convocato una manifestazione a Città del Messico sabato prossimo in occasione dell'anniversario della scomparsa.
Studenti scomparsi in Messico, sabato in piazza mentre la procura difende la 'sua' verità
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La sfiducia di Felipe de la Cruz non è solo una reazione al dolore per la sparizione del figlio. Secondo un sondaggio dell'istituto Parametrí a, il 64% della popolazione messicana non crede alla versione diffusa dalla procura sul caso Ayotzinapa. E non stupisce, visto che nei mesi scorsi numerose inchieste giornalistiche hanno portato a galla le incongruenze presenti nella ricostruzione del caso, tra cui un dettaglio grottesco: quella notte, a Cocula, stava piovendo sul presunto rogo di corpi.

Anche gli esperti del Equipo Argentino de Antropologí a Forense (EAAF), che hanno svolto un'indagine forense indipendente, hanno sollevato dubbi. Secondo i periti argentini, nella discarica di Cocula non sono stati trovati i resti di nessuno studente, ed è solo una probabilità "bassa in termini statistici" che i frammenti ossei analizzati dall'Università di Innsbruck appartengano a Jhosivani Guerrero de la Cruz. Non esiste invece nessun dubbio sull'accertamento dell'identità, avvenuto a dicembre, dello studente Alexander Mora, i cui frammenti ossei si trovavano nella stessa borsa.

Il colpo di grazia alla ricostruzione dei magistrati messicani è arrivato il 6 settembre scorso, quando un gruppo di esperti indipendenti nominato dalla Commissione Interamericana di Diritti Umani (CIDH) ha presentato il risultato di una ricerca durata sei mesi. "Gli studenti non sono stati bruciati a Cocula, il nostro perito lo ha determinato a partire dall'analisi delle condizioni oggettive della discarica. E abbiamo riscontrato forti incongruenze tra le dichiarazioni degli imputati sulla dinamica dei fatti", avverte in intervista Carlos Baristain, uno degli esperti che ha partecipato all'indagine.

Il Gruppo Interdisciplinare di Esperti Indipendenti (Giei) ha dimostrato che gli studenti non erano stati confusi con narcotrafficanti, e che la Polizia Federale e l'esercito hanno preso parte all'aggressione. La procura ne era a conoscenza, ma lo ha occultato. Le autorità sapevano anche dell'esistenza di un quinto autobus, che non compare nella ricostruzione ufficiale. Si tratta di uno dei pullman che i ragazzi avevano occupato ad Iguala e che probabilmente veniva utilizzato per trasportare droga, all'insaputa dei giovani. Secondo gli esperti, questo autobus potrebbe rappresentare il movente dell'attacco.

"Gli elementi su cui non si è indagato, che sono stati occultati e omessi nell'inchiesta della procura sono molti. Abbiamo fatto delle raccomandazioni alle autorità che speriamo vengano accolte, il nostro lavoro è un'opportunità per lo stato messicano, è un contributo alla lotta contro l'impunità nel paese", conclude Carlos Baristain.

la Repubblica
18 09 2015

Il ministro dell'Istruzione ha sentito la necessità di emettere una circolare e rispondere puntigliosamente a una campagna che anche docenti ed esperti della scuola considerano del tutto pretestuosa. Stefania Giannini ribadisce che l'articolo 16 della riforma scolastica parla di "parità di genere", ma è ancora in piena attività la mobilitazione contro la cosiddetta "teoria gender". Per tutta l'estate sui gruppi WhatsApp dei genitori sono circolati messaggi allarmati. Ora, alla riapertura dei cancelli, si è passati agli striscioni. Oltre quello denunciato su Twitter da Cecilia Strada a Milano, manifesti con su scritto "La vostra cultura è contro natura" sono apparsi in moltissime città. La firma è del movimento di estrema destra "Lotta studentesca".

Sui tavoli dei dirigenti scolastici, inoltre, stanno piovendo proprio in questi giorni diffide "fotocopia" per espellere dal Piano dell'offerta formativa tutte le attività che possono anche lontanamente avere a che fare con l'omosessualità. In alcune città d'Italia sono le stesse amministrazioni a promuovere incontri pubblici per spiegare il "mistero" della teoria gender nelle scuole. E puntualmente le sale si riempiono, come è successo l'altro ieri a Milano, lunedì a Laives - provincia di Bolzano - qualche settimana fa a Cittadella - provincia di Padova - e si annuncia affollato anche l'appuntamento che si svolgerà il prossimo 21 settembre a Vicenza.

La circolare del ministro, inoltre, se da una parte ha raccolto il plauso di molte associazioni, dall'altro non è bastata a calmare gli animi. A Cagliari il vicepresidente della Commissione Salute della Regione Sardegna ha chiesto all'Assessore all'Istruzione, Claudia Firino, di aprire un ufficio in cui raccogliere le segnalazioni sulla applicazione della "teoria gender". "Ieri il ministro dell'Istruzione Giannini - spiega Orrù - ha inviato una circolare a tutti i dirigenti scolastici affermando che nella legge sulla 'Buona scuola' voluta dal governo Renzi non si parla di gender minacciando peraltro, fatto gravissimo e intimidazione inaudita, querele per chiunque osi rivolgere critiche alla legge sotto questo aspetto. La verità è che dietro alcuni articoli della legge, inquadrati come misure per il superamento delle discriminazioni e a favore della parità tra i sessi, ci sono tutti i cavilli e le aperture finalizzati ad introdurre l'ideologia gender nelle scuole italiane, ad iniziare da quelle materne ed elementari".

Striscioni. Anche quest'anno Lotta Studentesca ha voluto inaugurare l'anno scolastico con messaggi contro le azioni educative nelle scuole sui temi dell'omosessualità e della cosiddetta "teoria gender". "La vostra cultura è contro natura" lo striscione apparso stamattina davanti il Liceo Duca degli Abruzzi di Treviso e nei giorni scorsi davanti altre scuole di Padova, Brescia, Venezia, Bologna, Modica, Bari. Secondo alcune segnalazioni, inoltre, in un liceo di Napoli è circolato un vecchio articolo di giornale in cui Farida Belghoul, diventata famosa in Francia negli anni '80 per aver capitanato il movimento antirazzista, si scaglia contro l'introduzione dell'educazione "Lgbt" nelle scuole. A Roma proprio in questi giorni, stanno spuntando manifesti che recitano "I bambini non si comprano", contro il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. "Fa tutto parte di uno stesso disegno - dice Aurelio Mancuso di Equality Italia - per questo è importante che il ministro Giannini abbia preso parola, perché è necessario che la politica si assuma una responsabilità contro questo clima".

Diffide ai presidi. Sicuramente per le associazioni che in questi anni hanno lavorato insieme alle scuole per costruire percorsi antidiscriminazione, il terreno è minato. Lo racconta Elena Broggi, presidente dell'Associazione Genitori Omosessuali, che da anni tiene corsi in alcune scuole milanesi contro il bullismo omofobico: "Di certo il clima in questo momento non è positivo, i dirigenti di molte scuole in cui lavoro hanno ricevuto lettere di diffida da parte di alcuni genitori. Sono contenta della circolare del ministro Giannini, manca solo un pezzettino: che ai dirigenti sia dato il potere di dire che l'educazione su alcune tematiche spetta alla scuola, non ai genitori. Le scuole devono essere luoghi sicuri e non lo saranno finché c'è bullismo e discriminazione". Le lettere, i cui modelli sono rintracciabili anche su internet, intimano al Dirigente scolastico di avvertire la famiglia su ogni "lezione, progetto, attività curriculare o extracutticolare" in cui si intenda affrontare i seguenti argomenti: "questioni fische e morali connesse con la sfera affettiva e sessuale", "campagne contro il bullismo, le discriminazioni, il razzismo o la parità di genere".

Incontri pubblici. Tutto esaurito a Laives, in provincia di Bolzano, per un incontro organizzato dai dirigenti scolastici per tranquillizzare le famiglie, preoccupate proprio per le informazioni poco chiare a proposito della "teoria gender". La bufera a Bolzano è stata scatenata da un libro, prodotto anche dalla Provincia Autonoma, e distribuito alle scuole medie e elementari in cui vengono rappresentati vari modelli di famiglia. In realtà il libro è in circolazione dal 2013, ma solo ora ha creato scandalo. I dirigenti di Istituto hanno ribadito che i Programmi dell'offerta formativa sono pubblici e comunque vengono vagliati dal Consiglio di Istituto. Qualcosa di simile è accaduto qualche settimana fa anche a Cittadella, in Provincia di Padova. Presente l'amministrazione comunale che si è detta contraria alle "teorie gender" e pronta a adottare una mozione del consiglio
regionale del Veneto in cui ci si impegna "a vigilare, per quanto di propria competenza, sulla diffusione nelle scuole della teoria gender, riconoscendo il diritto imprescindibile dei genitori di educare i propri figli in tema di affettività e di sessualità".

Cinzia Gubbini

Cile, scossa di magnitudo 8.3. Un milione di evacuati

  • Set 17, 2015
  • Pubblicato in REPUBBLICA
  • Letto 6257 volte

la Repubblica
17 09 2015

Una scossa di magnitudo 8.3 quando a Santiago erano quasi le otto di sera. Un forte terremoto ha colpito il Cile, soprattutto la parte centrale del Paese. La scossa è stata molto lunga, con movimenti oscillatori, e l'epicentro è stato localizzato nella regione del Coquimbo, a circa 400 km a nord della capitale, a soli 11 chilometri di profondità. Ci sono già cinque vittime accertate: per lo più nella città di Illapel - di 31mila abitanti - che è rimasta completamente senza luce.

La presidente, Michelle Bachelet, ha spiegato: "C'è stato uno tsunami anche se la forza delle ultime onde è in diminuzione". Questa mattina partirà per raggiungere le aree più colpite. Si tratta del sesto terremoto più forte di tutta la storia del Cile, ha detto un portavoce del ministero dell'Interno di Santiago. Nel 2010 - lo ricordiamo - un sisma di magnitudo 8.8 provocò quasi 500 morti.

Nella capitale gli edifici hanno tremato mentre la gente si è riversata in strada per cercare rifugio.

E la scossa è stata avvertita anche in diverse regioni dell'Argentina (Mendoza, San Juan, Catamarca, sulla frontiera con il Cile) oltre a Cordoba e in diversi quartieri di Buenos Aires, tra l'altro a Palermo, Belgrano, Boca e in pieno centro della città.

Nella capitale, gli abitanti dei piani più alti di molti edifici hanno visto i lampadari muoversi e hanno lasciato le proprie abitazioni.

In modo preventivo le autorità hanno fatto evacuare la Ciudad universitaria, a nord della città. Nella città di Mendoza, non lontana dalla cordigliera delle Ande, è stato chiuso l'aeroporto.

la Repubblica
11 09 2015

Ha spiazzato e disarmato la semplicità e la dolcezza raccontata dal video nel quale la piccola bimba tedesca condivide il suo dolcetto con una bambina rifugiata appena arrivata a Monaco.

Ma altrettanto toccante e significativa è questa immagine catturata e twittata da Carlo Angerer, multimedia reporter della NBC News.

Ad essere immortalato questa volta è un gesto simile a quello del video ma a parti invertite: in questo caso infatti è una piccola siriana che, durante un blocco della polizia ungherese lungo la linea ferroviaria nei pressi di Szeged, nei pressi del confine con Serbia e Romania, sorprende tutti offrendo un biscotto ad uno degli agenti, visibilmente sorpreso.

a cura di Nicola Perilli

La Repubblica
02 09 2015

Dopo che il governo di Reykjavk si era limitato a dare ospitalità a 50 rifugiati, il 4% della popolazione ha aderito a una petizione online sollecitando l'esecutivo a fare di più e mettendo a disposizione le proprie abitazioni. Il presidente ha accolto richieste cittadini
Gli islandesi in prima linea nell'accoglienza dei profughi. Dopo che il governo di Reykjavik si era limitato ad offrire ospitalità a massimo 50 rifugiati siriani, 12mila cittadini (il 4% della popolazione di 330mila abitanti) hanno aderito a una petizione lanciata su Facebook, sollecitando l'esecutivo e fare di più e mettendo a disposizione le proprie case. A lanciare l'iniziativa era stata domenica la professoressa Bryndis Bjorgvinsdottir.

Il successo della petizione è stato tale che lo stesso premier, Sigmund David Gunnlaugsson, ha ora convocato una speciale commissione interministeriale per 'mappare' le risorse locali e studiare un piano di ospitalità più ampio. Ma soprattutto ha annunciato che non vi sarà un numero prefissato di rifugiati da accogliere.

"Da quando non abbiamo più le forze armate, ci sono molti edifici vuoti nelle vecchie basi. E' evidente che è immorale tenerli vuoti mentre la gente muore", è uno dei commenti lasciati su Facebook da un cittadino, Gneisti
Soleyjarson. Un'altra islandese, madre single, ha offerto due camere a una famiglia di siriani. Negli ultimi cinque anni, l'Islanda ha accolto 39 rifugiati, di cui 13 dalla Siria. Dal 1956 il numero totale dei profughi arrivati nell'isola atlantica è di 511.

 

la Repubblica
27 08 2015

Tragedia dell'immigrazione in Austria: 50 rifugiati sono stati trovati morti in un tir in Austria. Secondo il quotidiano Krone, che ha diffuso la notizia, il camion è stato ritrovato parcheggiato nell'autostrada A4 tra il Burgenland Neusiedl e Parndorf.

Intanto la rotta balcanica continua ad essere presa d'assalto dai migranti. Le previsioni espresse dall'Unhcr nei giorni scorsi sembrano trovare conferma nella realtà: nelle ultime 24 ore, secondo quanto riferito dalla polizia magiara, tremila migranti (tra cui 700 bambini) hanno raggiunto l'Ungheria. Si tratta del numero maggiore di arrivi in un solo giorno in Ungheria, dove dall'inizio dell'anno sono entrati 140 mila migranti della rotta balcanica, più del doppio rispetto all'intero 2014.

Nonostante la decisione di Budapest di erigere la barriera metallica lungo il confine con la Serbia (nei piani del premier Orban dovrebbe essere terminata il 31 agosto) i migranti riescono comunque ad oltrepassare il confine, e per questo le autorità hanno disposto l'invio di ulteriori 2.100 poliziotti alla frontiera, con cani, cavalli e l'appoggio degli elicotteri.

Il partito del premier Viktor Orban intende inoltre chiedere al Parlamento l'autorizzazione all'invio dell'esercito per bloccare l'enorme flusso migratorio.Secondo la polizia tale incremento di arrivi si spiega con il desiderio dei migranti di raggiungere l'Ungheria prima del completamento del muro "difensivo" previsto entro la fine di agosto.

Ieri la polizia ungherese ha lanciato gas lacrimogeni contro i profughi siriani nell'affollato campo d'accoglienza di Roszke, presso la frontiera con la Serbia. Gli scontri sono scoppiati dopo il rifiuto dei migranti di farsi registrare e prendere le impronte digitali, nel timore di essere poi costretti a chiedere asilo a Budapest, mentre il loro obiettivo è raggiungere il nord Europa.

Il grande afflusso di migranti sulla rotta balcanica, iniziato con l'approdo di migliaia di persone sull'isola greca di Kos, ha messo a dura prova Serbia e Macedonia, chiamate a fronteggiare un evento di difficile gestione. Oggi Belgrado e Skopje hanno chiesto un piano d'azione all'Unione Europa per rispondere alla crisi. "A meno che non abbiamo una risposta europea a questa crisi, nessuno si deve illudere che possa essere risolta", ha detto il ministro degli Esteri macedone, Nikola Poposki, intervenendo al vertice, in corso a Vienna, tra la Ue ed i Paesi balcanici.

La questione dell'immigrazione è ovviamente al centro del "Western Balkans Summit", secondo vertice del "Processo di Berlino" avviato con la conferenza dello scorso agosto. Vi partecipano capi di Governo, i ministri degli Esteri ed i ministri dello Sviluppo Economico dei 6 Paesi dei Balcani Occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia), di Germania, Austria, Francia, Italia, Croazia e Slovenia, ed inoltre il presidente della Commissione Ue, l'Alto Rappresentante Ue per gli Affari Esteri e il Commissario UE per l'Allargamento. Per l'Italia è presente il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

la Repubblica
06 08 2015

Cure dentistiche ospedaliere solo ai ragazzi sotto i 14 anni e ai pazienti economicamente disagiati, stretta sui test genetici, su alcuni esami di laboratorio e sulle prestazioni ad alto costo: in particolare Tac e risonanze magnetiche agli arti, oltre che l'Rmn con mezzo di contrasto per la colonna vertebrale. Sarebbero in tutto 180 le prestazioni, soprattutto diagnostiche, che il ministero della Sanità sta per inserire nella lista nera degli esami "inappropriati" previsti nel decreto sugli enti locali appena convertito dal Parlamento: l'obiettivo del governo è tagliare le spese, dunque queste prestazioni passeranno a totale carico del cittadino. Una spending review che ridisegna le regole che i camici bianchi dovranno seguire prima di prescrivere visite o esami sulla ricetta rossa. La lista dettagliata sarà contenuta nel decreto che il ministero della Salute dovrà adottare entro 30 giorni dall'entrata in vigore del Dl enti locali.

PDF - Il documento del ministero con i criteri di appropriatezza

"Una lista condivisa con i medici". In linea di massima, a giudizio degli esperti del ministero, si tratta di esami a maggiore rischio di uso 'scorretto'. Il ministro Beatrice Lorenzin ha detto che le misure saranno "condivise con i medici" e i sindacati di categoria. Per quanto riguarda i tipi di vincolo, le condizioni di erogabilità prevedono che la prestazione a carico del Ssn sia "limitata a specifiche categorie di destinatari, e/o per particolari finalità, condizioni o indicazioni cliniche". Per conoscere nel dettaglio i criteri prescrittivi per le 180 prestazioni sanitarie bisogna ancora attendere, ma esiste già un documento con "le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva". Inoltre, il dl enti locali prevede che la prescrizione non appropriata possa essere contestata al medico dipendente che rischia sanzioni sul salario accessorio.

Odontoiatria. Nello specifico, per quanto riguarda l'odontoiatria, verranno tutelati soprattutto i ragazzi fino a 14 anni e le persone economicamente disagiate. Le Regioni già da tempo applicano programmi di tutela nell'età evolutiva e l'assistenza odontoiatrica e protesica a determinate categorie vulnerabili. La bozza del documento "si limita a omogeneizzare le condizioni già applicate definendo esplicitamente i criteri utilizzati e specificando per ciascuna prestazione quali sono i soggetti beneficiari (minori fino a 14 anni, vulnerabili per motivi sanitari, vulnerabili per motivi sociali), lasciando comunque alle Regioni il compito di fissare le soglie di reddito o di Isee che discriminano la vulnerabilità sociale". Le prestazioni di odontoiatria interessate sono 35 su 180 (20% circa).

Genetica. Anche per quanto riguarda i test genetici si prevedono tagli. "Si tratta di prestazioni molto onerose - si legge nella bozza - che vengono prescritte da specialisti ed eseguite una sola volta nella vita. Nel decreto saranno riservate alla diagnosi di specifiche malattie genetiche definite in un elenco a parte" Non sarà più possibile prescriverle per una generica mappatura del genoma o a fini di ricerca. Le prestazioni di genetica interessate sono 53 su 180 (30% circa) e alla loro individuazione hanno contribuito esponenti di rilievo della Società italiana di genetica umana (Sigu).

Allergologia. Fra le voci che verranno sottoposte a controlli più rigidi anche l'allergologia. Alcuni test allergologici e le immunizzazioni (cosiddetti vaccini) dovranno essere prescritti solo a seguito di visita specialistica allergologica.

Esami di laboratorio. In tema di esami di laboratorio il provvedimento riguarda: alcune prestazioni di basso costo (il cui importo spesso è già coperto dall'assistito non esente col ticket), per le quali vengono descritte condizioni di erogabilità (non si possono prescrivere per generici follow-up, ma solo in base a precise indicazioni cliniche). In particolare, si prevede che in assenza di qualsiasi fattore di rischio (familiarità, ipertensione, obesità, diabete, cardiopatie, iperlipemie eccetera) il colesterolo e i trigliceridi siano ripetuti ogni 3 anni. Infine prestazioni specifiche potranno essere erogate per la diagnosi e il monitoraggio di specifiche patologie (ad esempio test del sudore per la fibrosi cistica).

Tac e Rmn. Per la diagnostica per immagini il provvedimento si è concentrato solo su Tac e Rmn degli arti e la Rmn della colonna con mezzo di contrasto, per un totale di 9 prestazioni. Il ministero ritiene che la prescrizione di queste prestazioni secondo i livelli di appropriatezza proposti possa contribuire anche a ridurre le liste di attesa.

Dialisi. Per quanto riguarda la dialisi, "le condizioni di erogabilità sono riservate alle metodiche di base (domiciliari e ad assistenza limitata) che risultano appropriate solo per pazienti che non presentano complicanze da intolleranza al trattamento e/o che non necessitano di correzione metabolica intensa. Si tratta di 2 prestazioni".

Medicina nucleare. Infine, per la medicina nucleare le indicazioni di appropriatezza sono limitate a "4 prestazioni di interesse assolutamente specialistico (prescritte dallo specialista), per le quali vengono definite condizioni di erogabilità e indicazioni prioritarie legate a patologie gravi di tipo neoplastico".

Medicina difensiva. In questo contesto verrà affrontata anche la questione della medicina difensiva. Il ministero si è impegnato a contrastare un fenomeno che costa caro al Sistema sanitario nazionale e incide fortemente sull'appropriatezza prescrittiva. Nei prossimi giorni consegnerà un dossier alla Commissione Affari sociali della Camera, che da tempo lavora sulla responsabilità professionale. L'idea è che le misure sull'appropriatezza viaggino insieme alle norme sulla medicina difensiva. Tra le indicazioni c'è la distinzione tra medico dipendente e libero professionista in caso di presunto errore. La responsabilità civile del medico dipendente del Ssn dovrà essere di natura extracontrattuale con tempi di prescrizione di 5 anni e non di 10 anni come avviene oggi. Inoltre si prevede la definizione nei codici di una fattispecie ad hoc per la colpa medica. Si prevede inoltre una limitazione della rivalsa da parte dell'azienda nei confronti del medico. Ci dovrebbe essere inoltre l'obbligo di una preventiva conciliazione con il cittadino per le strutture pubbliche.

Valeria Pini

la Repubblica
31 07 2015

Lo chiamano "deepweb", è il lato di internet nascosto ai tradizionali motori di ricerca dove si trovano materiali illegali di ogni genere.

Complesse indagini della polizia, coordinate dalla Dda di Roma e in collaborazione con l'Europol, hanno permesso di individuare l'italiano che gestiva il più gettonato luogo virtuale dove le comunità pedofile scambiano informazioni per reperire "materiale di nuova produzione". Si tratta di un "marketplace" con attività illegali di ogni genere.

I poliziotti del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online (Cncpo), a seguito di numerose perquisizioni informatiche, per la prima volta hanno anche eseguito il sequestro di 11mila wallet di criptomoneta, i soldi virtuali.

I dettagli dell'operazione, denominata Babylon, saranno forniti nel corso della conferenza stampa in programma alle 9.30 nell'Ufficio relazioni esterne in piazza del Viminale 7.

la Repubblica
30 07 2015

In tredici anni, dal 2000 al 2013, l'Italia è stato il Paese che e' cresciuto meno, +20,6% rispetto al +37,3% dell'area Euro a 18, addirittura meno della Grecia, che ha segnato +24% quale effetto della forte crescita negli anni pre crisi, che è riuscita ad attenuare in parte il crollo successivo. Questa la fotografia scattata da Svimez nelle anticipazioni del Rapporto sull'economia del Mezzogiorno 2015, che sottolinea come la situazione e' decisamente più critica al Sud, che cresce nel periodo in questione la metà della Grecia, +13%: oltre 40 punti percentuali in meno della media delle regioni Convergenza dell'Europa a 28 (+53,6%).

Una situazione che Svimez fotografa così: "Il Sud è ormai a forte rischio di desertificazione industriale, con la conseguenza che l'assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie potrebbe impedire all'area meridionale di agganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente". Un quadro che preoccupa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il quale "non possiamo abbandonare giovani e Meridione".

Prodotto, la forbice si amplia. Il divario del Pil pro capite tra Centro-Nord e Sud è tornato ai livelli del secolo scorso, dettaglia ancora il rapporto Svimez. In particolare, in termini di Pil pro capite, il Mezzogiorno nel 2014 è sceso al 63,9% del valore nazionale, un risultato mai registrato dal 2000 in poi. Recentemente, uno studio di Confindustria aveva mostrato che il Mezzogiorno offre segnali di ripresa, dal calo della cassa integrazione al recupero dell'occupazione, ma aveva anche aggiunto che bisognerà aspettare il 2025 (assumendo per altro una crescita in linea con il resto del Paese) per recuperare i 50 miliardi di Prodotto interno dispersi negli anni della recessione.

Allarme lavoro e consumi. Tornando ai dati Svimez, resta comunque un allarme sul fronte del lavoro: "Il numero degli occupati nel Mezzogiorno, ancora in calo nel 2014, arriva a 5,8 milioni, il livello più basso almeno dal 1977, anno di inizio delle serie storiche Istat". Al Sud, inoltre, lavora solo una donna su cinque. Nel 2014, a fronte di un tasso di occupazione femminile medio del 64% nell'Europa a 28 in età 35-64 anni, il Mezzogiorno è fermo al 35,6 per cento. Dal rapporto emerge poi che i consumi delle famiglie meridionali sono ancora scesi, arrivando a ridursi nel 2014 dello 0,4%, a fronte di un aumento del +0,6% nelle regioni del Centro-Nord. Qui si è registrato un recupero dei consumi di beni durevoli, con un aumento delle spese per vestiario e calzature (+0,3%) e di altri "beni e servizi", categoria che racchiude i servizi per la cura della persona e le spese per l'istruzione (+0,9%). In crescita nel centro-nord anche i consumi alimentari (+1%), a fronte della contrazione del mezzogiorno (-0,3%). In generale, nel 2014 i consumi pro capite delle famiglie del mezzogiorno sono stati pari al 67% di quelli del Centro-Nord.

Rischio povertà. In Italia negli ultimi tre anni, dal 2011 al 2014, le famiglie assolutamente povere sono cresciute a livello nazionale di 390mila nuclei, con un incremento del 37,8% al Sud e del 34,4% al Centro-Nord. Quanto al rischio povertà, nel 2013 in Italia vi era esposto il 18% della popolazione, ma con forti differenze territoriali: 1 su 10 al Centro-Nord, 1 su 3 al Sud. La regione italiana con il più alto rischio di povertà è la Sicilia (41,8%), seguita dalla Campania (37,7%). La povertà assoluta è aumentata al Sud rispetto al 2011 del 2,2% contro il +1,1% del Centro-Nord. Nel periodo 2011-2014 al sud le famiglie assolutamente povere sono cresciute di oltre 190 mila nuclei in entrambe le ripartizioni, passando da 511 mila a 704 mila al Sud e da 570 mila a 766 mila al Centro-Nord.

Desertificazione industriale. Nel 2014 a livello nazionale il valore aggiunto del manifatturiero è diminuito dello 0,4% rispetto al 2013, quale media tra il -0,1% del Centro-Nord e il -2,7% del Sud. Un valore ben diverso dalla media della Ue a 28 (+1,6%), con la Germania a +2,1% e la Gran Bretagna a +2,8%. In calo anche l'industria in senso stretto: -0,7% al Centro-Nord, -3,6% al Sud. Complessivamente, negli anni 2008-2014 il valore aggiunto del settore manifatturiero è crollato in Italia del 16,7% contro una flessione dell'Area Euro del -3,9%. A pesare, ancora una volta, soprattutto il Mezzogiorno: dal 2008 al 2014 il settore manifatturiero al Sud ha perso il 34,8% del proprio Prodotto, e ha più che dimezzato gli investimenti (-59,3%). La crisi non è stata altrettanto profonda nel Centro-Nord, dove la diminuzione è stata meno della metà, -13,7% del prodotto manifatturiero e circa un terzo negli investimenti (-17%).

Non si fanno più figli. Oltre al tessuto economico, preoccupa la situazione demografica: "Nel 2014 al Sud si
sono registrate solo 174 mila nascite, livello al minimo storico registrato oltre 150 anni fa, durante l'Unità d'Italia: il Sud sarà interessato nei prossimi anni da un stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili", sono le parole del rapporto.

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