Diritti Donne 194 Aborto11 gennaio 2018

Il Ministero della Salute ha presentato nei giorni scorsi, in incognito e in ritardo di dieci mesi, la Relazione IVG 2016 sull’attuazione della legge 194 relativa alle  ”Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. Secondo legge doveva essere presentata nel mese di febbraio, rispetto a quanto dispone l’art. 16 della stessa legge.

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  • Mercoledì, 27 Settembre 2017 07:42 ,
  • Pubblicato in L'Iniziativa
28 settembre Non una di menoGiovedì 28 settembre 2017, ore 18.00
Roma - Piazza dell'Esquilino
Gli appuntamenti in tutta Italia

Il 28 settembre le donne tornano in piazza in tutto il pianeta per la giornata mondiale per l'aborto libero. In Italia, seppur formalmente garantito dalla legge 194, è nei fatti progressivamente negato. L'obiezione di coscienza ha raggiunto livelli non più accettabili con una percentuale del 70% di medici obiettori nella media nazionale.
Diritti donne legge 194 abortoIVG farmacologica in regime ambulatoriale subito!
Francia 57%, Inghilterra 60%, Finlandia 98%, Svezia 90%, Portogallo 65%… Italia: 15%!
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Queste sono le percentuali di utilizzo della metodica farmacologica per l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) nei principali paesi europei. L'Italia è ultima, non per l'ostilità delle donne, ma perché l'accesso a tale metodica è fortemente limitato – in molte realtà possiamo dire "ostacolato"-  dalle modalità di ricovero consigliate/imposte dal Ministero della Salute.
Frida khalo, Sole e VitaAnna Pompili, Zeroviolenza
30 marzo 2017

La notizia del ginecologo di Spoleto che, dopo anni di obiezione di coscienza, ha deciso di "passare dall'altra parte della barricata, la parte delle donne", solleva una serie di questioni che impongono riflessioni serie non solo tra gli operatori, ma nella società civile, perché riguardano il diritto alla salute, il diritto di scegliere del proprio corpo, il rapporto medico-paziente e le implicazioni etiche di quest’ultimo.
Diritti delle donne, legge 194 e abortoAnna Pompili, Zeroviolenza
24 febbraio 2017

Il Centro trapianti ha bisogno di due chirurghi esperti. Viene indetto un concorso, che ha una  limitazione all’origine: è indubbio, infatti, che i due chirurghi debbono avere esperienza nella chirurgia dei trapianti; è ovvio che la prima selezione debba essere fatta in funzione delle necessità del reparto nel quale lavorerà chi vincerà il concorso.

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