Globalist
31 01 2014
Si moltiplicano le pagine dedicate al segretario del Pci. A giugno 30 anni dalla morte. Il suo rispetto per la democrazia e quello di oggi.
Se 370mila persone sostengono una pagina facebook dedicata a Enrico Berlinguer forse siamo oltre la distratta adesione nella prateria di un social network. Siamo certi che saranno moltissimi quelli che hanno dato il loro mi piace senza nemmemo averlo conosciuto, il segretario del Pci. Non è solo nostalgia, romanticismo, stima eterna, ricordo per una grandezza riconosciuta in vita e dopo. Berlinguer ha costruito la democrazia insieme al suo Pci, quando il Pci era considerato antisistema e in Italia c'erano i servizi segreti deviati, il doppio Stato, la Cia. Il leader comunista ha tessuto con pazienza e rigore la tela di una politica diversa, alternativa, ricca di idee e simboli, con obiettivi reali per i lavoratori, magari sbagliando ad un certo punto alcune scelte, strategia, ma con onestà, con convinzione, con profondità di analisi, con rispetto dell'avversario.
Mettiamo tutto questo davanti al tempo presente e allora capiamo lo sguardo all'indietro verso Berlinguer. Tra pochi mesi sarano trent'anni dalla morte di Enrico Berlinguer. Francesco Piccolo, scrittore, sceneggiatore ha come anticipato l'evento nel suo libro, "Il desiderio di essere come tutti". La diversità tanto coltivata da Berlinguer è stata vera, autentica, finché lui è restato in vita. Era sua, non dei suoi epigoni, anche se in moltissimi hanno continuato a farlo in nome di, alcuni a buon diritto, altri facendo risuonare nel loro vuoto le sue parole. Il Tutti, anche grafico, riportato nel libro di Piccolo, è il titolo dell'Unità nel giorno dei funerali di Enrico. Tutti, perché il segretario del Pci, quel giorno era nelle case di tutti, tutti ricorderanno per sempre dove erano, cosa facevano, cosa pensarono, quel giorno.
Eventi, la Storia. Oggi pretendono di parlare in nome del popolo che soffre deputati e senatori sorteggiati da pochi votanti via web, dei quali non si conosce alcun percorso o merito politico, se non quello di aver giocato la carta giusta al momento giusto, nel paese del grattaevinci. La democrazia della pratica, dei gesti, del rispetto non c'è. Non c'è in loro né nei pallidi eredi solo per epifenomeno di quella stagione politica.
Sarebbe interessante sapere cosa ha intenzione di fare Matteo Renzi per l'anniversario di Berlinguer. Senza il Pci non ci poteva essere oggi il Pd. Ai tempi il segretario democratico non aveva nemmeno 10 anni, ma qualche pensiero di allora gli dovrà tornare, necessariamente. Ci sono simboli che vanno ricordati ogni giorno, nei piccoli come nei grandi gesti quotidiani. Il trentennale di Berlinguer non è un giorno è un modo di essere su cui ragionare a lungo, grazie alla data. Senza retorica, come qualcuno che si sente strumentalmente depositario, dentro il Pd, sarebbe tentato di fare. Veltroni ci sta facendo un film-documentario su Enrico Berlinguer, in questo percorso laterale partendo dalle sue radici. Sono in molti ad avere a cuore la storia di Enrico. Perché è la loro storia, l'unica che riconoscono, davanti al niente presente.
Fabio Luppino