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Iraq, scoperta fossa a Tikrit con 470 corpi. In Siria 464 vittime in un mese, la metà a Palmira

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la Repubblica
28 05 2015

La battaglia tra lo Stato islamico e l'esercito di Baghdad continua a lasciare dietro di sè una scia di sangue che sembra non finire mai. Questa mattina in Iraq i cadaveri di 470 persone sono stati rinvenuti in fosse comuni nei pressi della città natale di Saddam Hussein, Tikrit, secondo quanto riferito dall'emittente al-Arabiya.

Si tratterebbe dei resti dei soldati iracheni uccisi in quello che viene definito il 'massacro di Speicher', una base nei pressi di Tikrit, lo scorso giugno. L'Onu e le Ong stimano che possano essere fino a 1.700 i militari uccisi sommariamente dai jihadisti dell'Is. La città è stata liberata dagli jihadisti lo scorso aprile dopo una lunga e dura battaglia.

L'avanzata degli jihadisti dello Stato islamico sembra inarrestabile, nonostante i bombardamenti mirati della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. La presa di Ramadi, 100 km a ovest di Bagdad, e di Palmira, nel cuore della Siria, ha mostrato tutti i limiti della risposta internazionale alla minaccia dello Stato islamico. I miliziani stanno attuando un regime durissimo là dove arrivano al potere: in Siria almeno 464 persone sono state giustiziate nell'ultimo mese. Tra le vittime ci sono 149 civili, mentre il resto sono soldati siriani, combattenti ribelli moderati e miliziani jihadisti accusati di tradimento. Questi i dati forniti dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha aggiornato a 2.618 il numero delle persone uccise dai miliziani jihadisti da quando, a giugno dell'anno scorso, fu proclamato il 'califfato islamico'.

Continuano le violenze nella città di Palmira ormai nel pieno controllo dello Stato islamico. Nella città si sono registrate la metà delle 464 persone uccise dall'Is in questo mese. Ieri venti soldati e miliziani filo-regime siriani sciiti e alawiti sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco dall'Is nell'anfiteatro del sito romano della città. Oggi circolano in rete, pubblicate dall'Is, nuove foto che sarebbero state scattate nelle ultime ore in cui si nota la bandiera nera del gruppo che campeggia sull'anfiteatro (teatro ieri di 20 esecuzioni pubbliche) e mostrano anche la "prigione della morte", il carcere di Palmira per decenni trasformato in 'girone infernale' degli oppositori del regime Assad.

Nel frattempo resta molto complicato anche il fronte libico. dove la situazione potrebbe precipitare da un momento all'altro. "Daesh (l'Is) vuole che la guerra civile continui. Se non c'è un accordo per un governo di unità nazionale e se la guerra continua è Daesh a vincere in Libia". E' pessimista

Bernardino Leon, inviato dell'Onu e negoziatore tra le parti in Libia, oggi in visita a Bruxelles. "La Libia è vicina al collasso. Per il Paese non c'è più tempo" ha detto Leon durante una conferenza organizzata dal gruppo S&D al Parlamento europeo.

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