Repubblica.it
21 gennaio 2016
Si infiammano le proteste sociali in Tunisia, partite dalla città di Kasserine sabato scorso dopo la morte di un giovane disoccupato. Nella giornata di ieri manifestazioni e marce di solidarietà hanno attraversato numerose città del Paese, dal sud al nord: Kairouane, Sidi Bouzid, Regueb Siliana, Zaghouan, Sousse, Kairouan, Kef, El Fahs, Thala, Feriana, fino ad arrivare nella capitale, Tunisi. Migliaia di persone sono scese in strada per sostenere le rivendicazioni dei giovani di Kasserine, ovvero diritto al lavoro, maggiori attenzioni e per ricordare Ridha Yahyaoui, ventottenne morto fulminato durante un sit-in dopo essere salito su un pilone della corrente elettrica per protestare contro la cancellazione del suo nome dalla lista degli ammessi ad un posto di lavoro presso il dipartimento regionale dell'Istruzione.
Nella regione di Kasserine il bilancio del secondo giorno di scontri tra manifestanti e forze dell'ordine è stato di 19 feriti tra gli agenti di polizia. Ma la notizia più grave è giunta in serata da Feriana, con la morte di un agente di 25 anni rimasto intrappolato nella sua auto e aggredito a colpi di pietre dai protestatari.
Le proteste sono arrivate fino al quartiere 5 dicembre, del Kram ovest di Tunisi, dove gli agenti hanno dovuto usare gas lacrimogeni per disperdere una folla di manifestanti che aveva bruciato pneumatici e cassonetti. Per cercare di far fronte a questa situazione di urgenza, il Consiglio dei ministri ha varato alcune misure specifiche destinate alla promozione dell'occupazione e lo sviluppo dell'area di Kasserine.
Tra queste l'assunzione di 6.400 disoccupati, lo stanziamento di 3 milioni di euro destinati al finanziamento di 500 progetti, la creazione di una commissione di inchiesta su presunti casi di funzionari corrotti, la concessione di terreni demaniali a privati, la creazione nella regione di nove società imprenditoriali con un capitale di 75.000 euro.
Ma l'annuncio di questi provvedimenti non sembra avere raggiunto lo scopo di placare gli animi. In serata ancora di tensioni e scontri, a Kasserine nonostante l'entrata in vigore del coprifuoco notturno. Anche a Hidra dove è stata data alle fiamme la sede delle dogane, a El Mazouna dove i dimostranti hanno bloccato la linea ferroviaria che collega Sfax a Tozeur, e in molte altre città. A tutto questo si unisce la complicazione della possibilità che alcuni jihadisti, che abitualmente si rifugiano sui monti sopra a Kasserine, si possano infiltrare tra la folla dei manifestanti.
La rivolta di Kasserine, fa tornare alla mente gli episodi del 2010-11 che innescarono l'insurrezione popolare che portò poi alla cacciata di Ben Alì, mettendo in luce le disattese richieste di uguaglianza sociale e le disparità territoriali della Tunisia, con le zone interne e rurali sfavorite. Identici gli slogan 'Lavoro, libertà e dignità', scanditi anche in questi giorni.