Flash news

9 marzo 2016

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili i ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato promossi nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri, del Parlamento e dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, in relazione alle richieste referendarie riguardanti la pianificazione delle attivita' estrattive degli idrocarburi e alla prorogabilita' dei titoli abilitativi a tali attivita'.

"Non e' stata, infatti- spiega una nota della Consulta- espressa la volonta' di sollevare detti conflitti da almeno cinque dei Consigli regionali che avevano richiesto il referendum prima delle modifiche legislative sopravvenute".
Agenzia Dire
3 febbraio 2016

Per la “celebrazione contestuale del referendum” sulle trivelle e “il voto delle elezioni amministrative” esistonod elel “difficolta’ di natura tecnica non superabili in via amministrativa”, dalla composizione degli uffici elettorali alle operazioni di scrutinio. Lo dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano nel corso del question time alla camera, rispondendo a una interrogazione del gruppo di Sinistra italiana.

Il ministro spiega che “in assenza di disposizioni specifiche” sull’accorpamento tra referendum e amministrative, e’ necessario “un intervento di carattere legislativo” in quanto il ministro dell’interno “non ha disposizioni”. E ricorda che “nel 2009, al secondo turno delle amministrative” furono accorpati dei “referendum”, ma “fu necessario ricorrere ad una legge ad hoc”.
No TrivelleAnsa
19 gennaio 2016

Corte Costituzionale, ammesso quesito su durata autorizzazioni

La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum sulle trivelle: il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti gia' rilasciate.
Marco Omizzolo, Left
12 gennaio 2016

Sono circa 30 mila gli indiani in provincia di Latina, provenienti prevalentemente dal Punjab, regione nord occidentale dell’India.

Chiara Spagnolo, Repubblica.it
11 gennaio 2016


Li hanno buttati nell’acqua gelida del mare in tre diversi punti della costa salentina: trentacinque migranti di dichiarata nazionalità somala arrivati in Italia con un gommone e vivi per miracolo. Il cadavere di una donna è stato recuperato in mattinata sugli scogli di Marina di Felloniche (Patù), con il velo incastrato sulla roccia.

Si tratta di una giovane dall'età apparente di trent'anni, la cui salma è stata benedetta dal vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, monsignor Vito Angiuli. Al gruppo mancherebbe ancora una donna, dal momento che un’altra delle tre inizialmente data per disperse è stata salvata dai militari della guardia costiera a Novaglie.
Salento, migranti gettati in mare davanti alla costa: una donna morta e una dispersa

Le ricerche sono condotte appunto da due motovedette della Capitaneria di porto, nonché da un’unità navale e un elicottero della guardia di finanza e dal Nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco. Molto ampia è la zona di perlustrazione e tante le stranezze di questo sbarco che arriva dopo lunghi mesi in cui la costa ionica e quella adriatica della provincia di Lecce erano rimaste inviolate a causa del cambio delle rotte dei migranti, che stavano privilegiano la via terrestre dei Balcani a quella marina del Canale d'Otranto. L’allarme è stato lanciato intorno all’una di notte e le forze dell’ordine hanno avviato i controlli nelle aree segnalate, individuando tre diversi gruppi di immigrati.

Tutti avrebbero attraversato l’Adriatico a bordo dello stesso gommone, che si è avvicinato a terra in tre diverse zone del Capo di Leuca, molto distanti tra loro. Molte persone sono state trovate in stato di ipotermia, a causa del freddo della notte e del fatto che sono state buttate in mare, perché l’imbarcazione non si sarebbe avvicinata alle alte scogliere del Capo.

In totale sono sette gli extracomunitari ricoverati negli ospedali di Casarano e Tricase (nessuno in gravi condizioni), mentre ventotto, tra cui un bambino, sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza Don Tonino Bello a Otranto. Gli investigatori stanno ascoltando le testimonianze dei
migranti, dal momento che il racconto degli sbarchi risulta caratterizzato da molte incongruenze e contraddizioni.

Il comandante della Capitaneria di porto di Gallipoli, Attilio Daconto, ha spiegato che "i numeri forniti dai migranti non sono precisi" e che "le ricerche continueranno fino a che non ci sarà la ragionevole certezza di avere recuperato tutte le persone che risultano disperse".

Dire
31 dicembre 2015

Vittoria dei lavoratori dei canili 
comunali. Il Campidoglio ha deciso di non revocare la proroga (in scadenza oggi alle 24) per il servizio di gestione del Canile della Muratella, in via della Magliana, ora affidato all'associazione Volontari Canile di Porta Portese (Avcpp), e per la struttura in custodia giudiziaria di Vitinia. La decisione, firmata nel pomeriggio dal sub commissario capitolino Camillo de Milato, arriva infatti al termine della mobilitazione dei lavoratori dei canili, che stamani si sono dati appuntamento davanti la prefettura di Roma, in via IV Novembre.

De Milato ha fissato per il 4 gennaio alle 17 una riunione a palazzo Senatorio con l'associazione Volontari Canile di Porta Portese (Avcpp) per "individuare un percorso amministrativo temporaneo per garantire la funzionalita' dei canili comunali". In altri termini dovrebbe arrivare una proroga del servizio in attesa della conclusione del bando europeo. Nel frattempo, si legge nella lettera del Campidoglio, "si chiede" all'associazione Volontari Canile di Porta Portese (Avcpp) "di garantire in questi giorni il regolare servizio affidato".

Roma Today
30 dicembre 2015

Per consentire il riordino dei beni comunali, l'Amministrazione Capitolina chiede di lasciare i locali di Casale Falchetti. Associazione 100celle: "Avevamo chiesto la proroga della concessione ed abbiamo continuato a pagare il canone concordato. Vogliamo sia ritirato il provvedimento di sgombero"

Natale rovinato per i tanti cittadini abituati a frequentare la Biosteria, l'orto didattico e la milonga popolare di via della Primavera 319. All'Associazione che aveva in gestione il Casale è scaduta l'assegnazione. Ed il Comune non sembra affatto intenzionato a rinnovarla. Anzi, con una lettera recapitata il 21 dicembre, si chiede di "lasciare bonariamente il bene, entro dieci giorni dalla ricezione" della raccomandata.

UN LUNGO SILENZIO - Una doccia fredda per tantissimi cittadini che da quasi due decadi, avevano trovato negli spazi di Casale Falchetti un importante luogo di aggregazione. "Noi avevamo chiesto a gennaio, cioè sei mesi prima della scadenza, se ci sarebbe stato il rinnovo. Poi eravamo tornati a chiederlo a luglio, ma non ci ha risposto nessuno" ci spiega uno degli attivisti "avevamo pensato ad un silenzio assenso, e pertanto abbiamo continuato a svolgere le nostre attività ed a pagare il canone di locazione". Ma non è bastato.

LA DELIBERA 140 - Per l'amministrazione capitolina il bene deve finire a bando, come previsto dalla delibera 140 del 2014. Non solo. L'Associazione "dovrà garantire la conservazione e la manutenzione dell'immobile, nonchè corrispondere all'Amministrazione Capitolina l'indennità d'uso che sarà comunque soggetta a nuova determinazione". Attualmente, ci spiegano gli attivisti "paghiamo un canone  mensile pari al 20% del valore di mercato, perchè svolgiamo nella struttura attività socioculturali e ricreative". Tradotto in cifre "versiamo da sei anni 650 euro al mese. A conti fatti – ragiona l'attivista – il valore pieno di mercato dovrebbe essere di 3200 euro". Un cifra enorme per le risorse dell'associazione.

LA RISPOSTA DEL CASALE - "La corresponsione dell'indennità  - si legge nelle lettera recapitata il 21 dicembre -  è condizione imprenscindibile per il mantenimento dell'uso del bene e la stessa, a partire dalla data di scadenza, dovrà essere versata al 100% del valore di mercato". Bisogna inoltre garantire la conservazione e dunque la guardiania della struttura fino al prossimo bando. Condizioni che sono state rigettate dall'Associazione autogestita 100Celle. "Non accetteremo di essere ridotti a 'guardiani' dello spazio, non accettiamo e rigettiamo la 'lettera' di sfratto" leggiamo in un volantino diffuso in queste ore.

L'ASSEMBLEA CITTADINA - "Abbiamo ottenuto dal Municipio V la solidarietà e la sottoscrizione di una memoria di giunta che stigmatizza il comportamento miope degli uffici centrali". Forti anche di questo supporto, gli attivisti ed i tanti frequentatori degli spazi offerti dal Casale, si sono dati appuntamento per un'assemblea che si svolgerà in via della Primavera 319, alle ore 18 di mercoledì 30 dicembre.

"Chiediamo che venga sospeso il provvedimento di sgombero – concludono gli attivisti del Casale – per evitare gli effetti di ricaduta negativa che questo avrebbe sul territorio". Cosa che si tradurrebbe nella fine di esperienze come la ciclofficina, il mercato contadino, il Gruppo di Acquisto partecipato da 50 soci e tantissime altre attività socio-culturali.

Fabio Grilli

Il Manifesto
30 dicembre 2015

Vecchie «glorie». Il 25% dell'incasso di «Voi siete leggenda», iniziativa con gli ex giocatori della Roma in campo andata in scena ieri sera all'Olimpico, andranno a una onlus legata a Casapound.

«Voi siete leggenda». Così s’intitolava la partita di beneficienza giocata ieri tra ex giocatori della Roma in un Olimpico finalmente pieno dopo mesi di contestazioni alla società e al prefetto Gabrielli. Ma l’importante iniziativa, organizzata dall’associazione Trentadue Onlus presieduta da Vincent Candela, ex giocatore protagonista del terzo scudetto giallorosso, nascondeva un “lato oscuro”.

Tra i promotori più attivi nella costruzione dell’evento c’è infatti Paolo Alberto Faccini, ex giocatore della Roma ma soprattutto fondatore della «comunità solidarista Popoli», organizzazione sociale per anni vicina al movimento d’estrema destra Casapound. Una onlus fondata insieme al “vecchio amico” Franco Nerozzi, condannato a un anno e dieci mesi per il reclutamento di mercenari nel tentato golpe nelle isole Comore nel 2001.

L’associazione si è occupata in questi anni soprattutto di solidarietà con il popolo Karen in Birmania. Ma secondo quanto espresso dalla Procura di Verona la sua attività non si limitava all’ambito filantropico. Secondo le risultanze processuali «la Birmania è stato infatti il luogo di addestramento per un gruppo di volontari reclutati dallo stesso Nerozzi» proprio per la realizzazione del golpe alle Comore, secondo quanto riportato da un’inchiesta de L’Espresso del 2012.

«Il 25% degli introiti andranno all’iniziativa “Popoli” da me supportata, che si occupa seriamente del sociale», ha detto Faccini nella conferenza stampa di presentazione all’Olimpico. Parole — riportate dal portale Voce giallorossa – in contrasto con quanto riportato dai principali organi d’informazione, sul «ricavato interamente devoluto ai bambini che sono in difficoltà economiche e sociali, per aiutarli ad una crescita sana attraverso lo sport».

Non è un caso allora che una parte della prevendita dei biglietti sia stata appaltata ad alcune sezioni di Casapound, come si legge nel sito del «Circolo futurista» di Casalbertone. E non sembrerebbe un caso neanche la rivendita, nelle sezioni di Casapound, del vino prodotto da un’altra grande gloria romanista degli anni Ottanta, Roberto Pruzzo: «Ci tenevo a dire che sono il promotore di queste due iniziative, la prima con Pruzzo, ovvero quella della presentazione del vino», avrebbe detto lo stesso Faccini. Parole che seguono in effetti l’iniziativa di presentazione del vino avvenuta l’8 dicembre proprio al «Circolo futurista» di Casalbertone, alla presenza di altri importanti ex giocatori della Roma.

Una serie di coincidenze che gettano ombre sull’intento solidale dell’iniziativa di ieri sera, capace per una volta di rimettere insieme il pubblico romanista con il suo stadio e i suoi giocatori. Difficile capire se i calciatori in campo ieri sera e i tifosi presenti fossero a conoscenza di tutti gli aspetti legati all’iniziativa. Quel che è certo è che da questa sera nelle casse di Popoli è affluito il 25% dell’incasso. Nonostante i prezzi (finalmente) popolari dell’evento, stiamo comunque parlando di decine di migliaia di euro, raccolti in un luogo pubblico e con la partecipazione di tifosi e giocatori presumibilmente ignari della faccenda, sfruttando il nome della Roma. Decisamente troppo per non preoccuparsi.

Alessandro Barile


Oggi Scuola
29 dicembre 2015

Una busta paga da manager, o quasi, ma non lo è. Un semplice insegnante che vive in Germania e fa il suo lavoro, guadagna la modica cifra di 4mila e 200 euro netti, 4mila e 700 euro lordi. E’ pur vero che la vita dei nostri cugini è più cara, ma prendere quasi 4 volte la paga di un insegnante italiano, è davvero incredibile.

Una cifra che può fa girare la testa ad un precario e non solo, ma anche ad un semplice impiegato statale.  L’uomo abita a Francoforte, ma è della Toscana, già faceva l’insegnante senza ruolo fisso. Adesso ha un posto fisso e ha un ruolo di insegnate di A13, il gradino più basso del tariffario.

Nella busta non sono compresi gli oltre 300 euro che lo Stato tedesco dà all’uomo e alla sua famiglia per i figli. Mensilmente, varia a seconda delle ore in più o meno e calcoli previdenziali fatti dalla Hessische Bezügestelle (divisione stipendi del Land Hessen), ma si tratta di una differenza che non supera i 90 euro (quindi, a volte mi arrivano 4200 euro, a volte 4100 e qualcosa, come qui a gennaio.
Sicilia Migranti
29 dicembre 2015

Ad Agrigento la situazione riguardante i respingimenti e le espulsioni nei confronti di richiedenti asilo sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. Da settembre la Questura di Agrigento sta emanando provvedimenti di respingimento differito nei confronti dei migranti provenienti da paesi quali: Gambia, Senegal, Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Nigeria, Ghana, Pakistan, Somalia, Eritrea, Marocco, Tunisia ed Egitto.

Le ragioni sarebbero diverse. In generale, come confermato dalla vicaria del Prefetto in un incontro tenutosi ad Agrigento lo scorso 3 dicembre, i migranti che non rientrano per mancanza di posti nel sistema di accoglienza, sono stati respinti senza ricevere alcuna informazione sulle modalità di accesso alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale. Inoltre i respingimenti differiti vengono sistematicamente notificati ai cittadini provenienti dai paesi del nord Africa.

Tutti i migranti destinatari del provvedimento di respingimento sono transitati dall’hotspot di Lampedusa, dove nell’immediatezza dell’arrivo vengono preidentificati e viene loro somministrato un questionario, c.d. foglio notizie, attraverso il quale gli agenti delle forze dell’ordine, supportati da operatori di Frontex, operano una prima scrematura distinguendo potenziali richiedenti asilo da migranti economici senza fornire loro alcuna informativa sul diritto a chiedere asilo, come previsto dall’art. 2 del T.U sull’immigrazione e dagli artt.  10 e 10 bis del decreto 25 del 2008. I migranti vengono invitati a sottoscrivere il questionario redatto in lingua  a loro non comprensibile e non viene loro rilasciata alcuna copia.

Un ghanese respinto ha raccontato al suo difensore di avere dichiarato come motivo della fuga dal suo paese di origine il coinvolgimento in scontri interetnici e il conseguente timore di ritornare in patria.
Da qualche giorno ci risulta che l’operatore dell’UNHCR provveda ad effettuare l’informativa sull’asilo in forma collettiva e orale ai migranti appena sbarcati a Lampedusa prima delle procedure di polizia.
I migranti ritenuti potenziali richiedenti asilo vengono condotti all'Hub di Villa Sikania (Siculiana), dove possono richiedere protezione internazionale.

Il destino dei migranti classificati come “economici” è differente. Ai migranti destinati ad essere respinti, viene loro notificato il decreto a bordo del traghetto per Porto Empedocle e giunti a destinazione  vengono lasciati dalla Polizia nei pressi della stazione di Agrigento a tarda sera. Queste persone rimangono tagliate fuori dal circuito dell’accoglienza,  a causa della mancanza di posti nei dormitori rimangono a vivere per strada, e viene di fatto loro impedito di accedere ad una difesa legale in quanto privi di mezzi economici e di informazioni sui servizi del territorio. Alcuni migranti gambiani respinti hanno riferito ai propri difensori di avere espresso la volontà di chiedere asilo sul traghetto ai poliziotti che li scortavano senza alcun esito. Altri, ai quali è stato consegnato il provvedimento di respingimento con la dicitura “si rifiuta di firmare”, smentiscono di essersi rifiutati.

Alcuni pakistani provenienti da Agrigento, si sono rivolti all’ufficio immigrazione della Questura di Palermo e al Commissariato di Licata per presentare la domanda di asilo, ma i funzionari dell’amministrazione si sono rifiutati di riceverla in quanto respinti dalla Questura di Agrigento.
Un difensore di altri respinti ha provveduto ad inoltrare via pec le manifestazioni di volontà di richiedere la protezione internazionale presso l’ufficio immigrazione di Agrigento senza ottenere alcuna risposta.

Infine si segnala che tra i respinti di diverse nazionalità vi sono diversi soggetti vulnerabili, tra cui: minori non accompagnati, donne in stato di gravidanza, persone affette da gravi patologie, potenziali richiedenti asilo, vittime di torture e violenze subite in Libia o nel loro paese di origine.
Infine la Questura di Agrigento provvede a respingere tutti i migranti che si rifiutano di sottoporsi ai rilievi fotodattiloscopici, dopo essere stati trattenuti illegittimamente per settimane all’interno dell’hotspot di Lampedusa.

A seguito dei numerosi arrivi avvenuti nei giorni scorsi il numero dei migranti respinti è in continuo aumento.
Segnaliamo anche un’altra prassi illegittima posta in essere dalla Prefettura di Agrigento concernente le espulsioni di richiedenti asilo nelle more dei termini per l’impugnazione del diniego loro notificato. Ciò avverrebbe esclusivamente nei casi di diniego per manifesta infondatezza.  Nei mesi scorsi la Commissione Territoriale di Agrigento ha adottato innumerevoli provvedimenti di diniego della protezione internazionale “per manifesta infondatezza” ai sensi dell’art. 32 comma 1, lett. b) bis, del decreto n. 25 del 2008.

A seguito della modifica normativa intervenuta con il decreto n. 142 del 2015, nei casi di manifesta infondatezza  il termine dell’impugnazione è ridotto a quindici giorni, ma durante il decorrere di questo termine il richiedente asilo non può essere in alcun modo espulso. Tali espulsioni illegittime - in quanto per la legge italiana i migranti sono da considerarsi richiedenti asilo  sino allo scadere del termine per  l’eventuale impugnazione del provvedimento di rigetto della domanda di protezione internazionale e durante tutta la fase giurisdizionale - diventano un modo  per liberare posti nei centri di accoglienza e limitare il diritto di difesa.

Su espressa indicazione della Prefettura, dietro minaccia di pesanti sanzioni amministrative (secondo quanto riferitoci da alcuni operatori di centri di accoglienza della provincia) a tutti gli enti gestori è stata data indicazione di mettere immediatamente alla porta i richiedenti asilo diniegati.
Infine si segnala come la Commissione territoriale di Agrigento abbia  nei mesi scorsi rigettato “per manifesta infondatezza” anche richieste di asilo presentate da minori non accompagnati, con l’assurda motivazione di essere prossimi al compimento della maggiore età.

Ufficio legale  ass. Borderline Sicilia Onlus

Indipendenti.eu
29 dicembre 2015

Ieri 28 Dicembre si è svolto, in Campidoglio, un incontro tra le rappresentanze dei lavoratori dei canili di Roma e l’amministrazione capitolina.
Roma Capitale era rappresentata dal sub commissario con delega all’ambiente, e Generale dei Carabinieri in pensione, dott. De Milato e la vice capo di gabinetto dott.ssa Matarazzo.
Sul tavolo della trattativa il futuro dei lavoratori dei canili di Roma e del servizio stesso.

È bene ricordare in quale situazione versano i lavoratori dopo la battaglia combattuta nei mesi autunnali contro il bando ammazza canili prodotto della giunta Marino. Gli operatori e le operatrici del canile della muratella (94) e quelli del canile del poverello (5) hanno subito una sostanziale decurtazione del monte ore e, conseguentemente, dello stipendio dovendo chiedere addirittura l’accesso alla cassa integrazione in deroga.

Oltre l’impoverimento dei lavoratori, c’è stata una riduzione del servizio stesso, inevitabilmente rallentato, con danni alla cittadinanza che quotidianamente usufruisce dei servizi che noi eroghiamo.

Questa era la base da cui si partiva nell’incontro di ieri. ma non c’è mai fine al peggio ed infatti la proposta uscita dall’amministrazione è la seguente: chiusura del canile più grande di Roma, ovvero la Muratella, licenziamento di 100 lavoratori e lavoratrici, fine di un servizio che, a Roma, ha servito oltre 500.000 cittadini, in oltre 15 anni di storia. Ovviamente i cani, oggi ospiti nella struttura, sarebbero trasferiti in massa nei canili privati.

Questa è la prospettiva che la Roma dei commissari ha riservato per noi, in perfetta continuità con la giunta Marino e anzi, con ancora più ferocia, vengono praticate le politiche di austerità imposte dal governo Renzi.

Inutile dire che non siamo disposti ad accettare questo disegno, a mettere sul piatto i nostri diritti e il nostro salario contro il benessere dei cani che accudiamo; non siamo disposti ad accettare il sacrificio delle nostre vite in cambio di un risparmio ridicolo che produce precarietà, sfruttamento e privatizzazione dei beni e servizi collettivi.

Chiediamo non solo che i partiti politici, già in campagna elettorale, i movimenti con cui abbiamo costruito momenti di dibattito e conflittualità , le associazioni animaliste si esprimano; vogliamo combattere per impedire che un modello scellerato venga imposto alla nostra città e per difendere i nostri diritti e il nostro futuro.

Per questo ci mobiliteremo ed attiveremo e proponiamo a cittadini, realtà sociali, sindacali e politiche, colpiti come noi dalle scellerate politiche di austerity, di farlo con noi.
Per prendere parola su quello che oggi accade a Roma nella gestione dei servizi e della cooperazione sociale, messa in ginocchio prima da Mafia capitale e poi dai tagli insensati che sono stati imposti ai bilanci di Roma Capitale.
Per resistere un minuto di più di loro, diamo i seguenti appuntamenti:

GIOVEDI’ 31 DICEMBRE ORE 10.30 APPUNTAMENTO SOTTO LA PREFETTURA, VIA 4 NOVEMBRE 119, PER CHIEDERE AL PREFETTO GABRIELLI DI FERMARE QUESTO MASSACRO
LUNEDI 4 GENNAIO ORE 11.00 ASSEMBLEA PUBBLICA NEL CANILE DELLA MURATELLA, VIA DELLA MAGLIANA 856

LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DEL CANILE COMUNALE DELLA MURATELLA

Uomo e ambienteGiuseppe Onufrio, Il Manifesto
13 dicembre 2015

A Parigi è successo qualcosa di storico. Anche se il testo approvato dai 195 capi di stato non è quell'accordo vincolante e ambizioso che servirebbe a fermare i cambiamenti climatici al di sotto della soglia dei 2°C

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