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Studente ucciso alla fermata del pullman nel Nuorese

  • Venerdì, 08 Maggio 2015 08:40 ,
  • Pubblicato in REPUBBLICA
la Repubblica
08 05 2015

Gianluca Monni, 19 anni, assassinato a colpi di fucile a Orune. Stava aspettando il mezzo che l'avrebbe portato a scuola nel capoluogo

Un ragazzo di 19 anni, Gianluca Monni, è stato ucciso a colpi di fucile intorno alle 7.30 mentre aspettava il pullman che lo avrebbe portato a scuola a Nuoro.

Lo studente delle superiori sarebbe stato raggiunto da più di un colpo. Sull'omicidio stanno indagando i carabinieri.
Achille Saletti , Il Fatto Quotidiano
16 giugno 2014

L'indicibile entra dentro le nostre case. Sotto forma di omicidi di donne, donne e bambini, bambini o anziani. Solitamente è un maschio predatore l'omicida. Solitamente è il maschio di casa.

Yara, preso il presunto assassino (L'Unità)

Niente marocchini, niente killer apparsi in sogno, niente fantomatici e loschi uomini venuti da chissà dove. L'omicida di Yara Gambirasio è un quarantenne, sposato, padre di famiglia con tre figli. E non si è mai spostato da dove vive, cioè a due passi da dove è stata prelevata e uccisa la ragazzina: un compaesano della vittima. Questo, almeno, ha fatto sapere il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, annunciando al Paese la cattura di uno degli uomini più ricercati degli ultimi 10 anni, mafia e camorra compresa ...
Mi è tornato in mente quel marito pakistano di una giovane donna lapidata a Lahore dai suoi famigliari, per essersi sposata "per amore". A sua volta, l'uomo aveva ucciso la sua prima moglie, per essere libero di sposarla: "per amore". Tanto vicine sono le infelicità delle famiglie felici, e i loro padri e mariti. ...

Il Fatto Quotidiano
16 06 2014

di Achille Saletti 

L’indicibile entra dentro le nostre case. Sotto forma di omicidi di donne, donne e bambini, bambini o anziani. Solitamente è un maschio predatore l’omicida. Solitamente è il maschio di casa.

I processi perdono interesse nel tentativo di comprendere quello che accade nel momento in cui si sopprime una vita umana. I binari lungo i quali si suole procedere sono troppo semplificati per cercare di comprendere l’agito di una persona che decide, un bel giorno, che la propria compagna, la nonna, il proprio figlio, rappresentano un ostacolo ai suoi progetti grandi o piccoli che siano.

Accade che la strada della medicalizzazione, della rappresentazione della follia, sia la più semplice e soprattutto rassicurante per chi, attonito, legge di simili notizie. Ma pur accadendo questo, niente e nessuno ci esime dal interrogarci sul perché accadono simili omicidi.

Motta-ViscontiL’ultimo, quello di Motta Visconti che in questi minuti fa digitare parole di esecrazione e di disprezzo verso l’uccisore, è uno dei tanti. E se queste parole sono ben comprensibili sull’onda della nostra emotività scossa, appunto, dall’indicibile, viene da pensare che mai fa capolino un termine che pure rappresenta la cifra qualitativa del nostro relazionarsi con l’altro: il sentimento.

Sono sempre più convinto che se non si torna a parlare di educazione sentimentale, di capacità di riconoscere l’altro come parte fondante di te, questo “indicibile” soppianterà per numero e sgomento, l’avidità che, da che mondo è mondo, appare la prima delle cause di soppressione della vita altrui.

L’omicidio tra “cari” si fonda sulla negazione dell’altro. Puro ostacolo, come un fosso da superare o un porta da abbattere. E proprio perché non riconosci l’altro, il suo corpo esamine ti lascia indifferente alla pari della porta abbattuta. In un’epoca di manifestazione estrema di intimità svelate sublimiamo con le parole la assoluta mancanza di capacità di leggere, vivere, interiorizzare la sostanza di un legame.

La soppressione dell’altro, per nostra fortuna, rimane l’epifenomeno di una tendenza che solo la riappropriazione di una educazione sentimentale potrà invertire. Nella vita quotidiana, però, assistiamo ad uno stillicidio di piccoli episodi che negano esistenza all’altro. Episodi velenosi, non estremi, ma che minacciano, più della crisi economica, il futuro dei nostri figli.

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