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MILANO, REGGIO EMILIA: STORIE DI EDUCAZIONE SESSUALE

di Loredana Lipperini, Lipperatura
24 febbraio 2012

Come annunciato, ecco le prime due storie sull’educazione sessuale a scuola: da Milano, da Reggio Emilia. Tutte le esperienze e testimonianze che invierete alla mia mail verranno pubblicate. C’è un’idea che sta prendendo forma, grazie a voi: ne parleremo presto.
 
Milano, 2012

Scrivo al rappresentante di classe di mia figlia. Undici anni,  prima media: “scusi, pensa che si possa chiedere di fare educazione sessuale?”
Risposta: “chiedo agli insegnanti”.
Dopo un mese. “Ho chiesto: dice la prof che hanno gia fatto negli anni passati con la Asl, ma non è piaciuto. In terza media ( per me dunque tra due anni) la prof di scienze farà la riproduzione.
 
Volevo chiedere: “intende le api, il polline ecc ? ma molte sono gia sviluppate, maschi e femmine vedono porno su internet quando vogliono!”.  Ma poi non l’ho fatto. L’impressione che ho avuto  è che venissi considerata un po’ morbosa perché di queste cose con le bambine non si dovrebbe parlare. Con l’altro figlio mi sono molto battuta e impegnata: risultato, mio figlio  era preso di mira dalle insegnanti come il figlio di quella che vuole l’educazione sessuale e che protesta.
Lorella Zanardo

Reggio Emilia, 2012

Salve, come presidente del consiglio di istituto dell’istituto comprensivo A. Ligabue di Reggio Emilia (che include 3 scuole primarie ed 1 scuola media), volevo testimoniare che per noi l’educazione all’affetività é una delle priorità del piano dell’offerta formativa.
In particolare, in tutte le classi V elementari e le III medie vengono svolti incontri degli studenti con psicologi specializzati, per affrontare il tema dell’affettività e della sessualità in relazione alle capacità comunicative, relazionale e affettive degli alunni.
 
Ogni ciclo di 4 incontri per classe é preceduto e seguito da un incontro collettivo degli psicologi con i genitori, prima per presentare le finalità del corso, e poi a conclusione per riportare le esperienze vissute coi ragazzi, e discutere insieme i punti piú importanti emersi. Questi cicli sono molto apprezzati dai genitori, e sono stati sino ad ora svolti da una cooperativa di psicologi con molta esperienza, modulando gli interventi a seconda dei gruppi classe, e con un grande appoggio da parte degli insegnanti (in particolare della scuola primaria).
 
Alla scuola media é stato fatto un tentativo recentemente di sostituire agli psicologi gli insegnanti, cioé svolgendo un percorso simile con le sole risorse scolastiche, ma si é rivelato fallimentare ed é stato quindi deciso che la gestione da parte di psicoogi specializzati sia un elemento fondamentale per la riuscita del percorso.
Come genitore posso testimoniare  che gli incontri svolti con le classi V sono stati molto efficaci, portando i bimbi a discutere apertamente sui vocaboli, sulle relazioni di genere, sull’immaginazione del loro futuro, e dando risposte chiare e non pregiudiziali alle loro curiosità ed incertezze, rendendoli più sicuri e tranquilli. La scelta delle se classi V e III é stata forzata da motivi di budget; stiamo cercando di reperire fondi ulteriori per estendere gli incontri anche alle I e II medie, dato che moltissimi genitori chiedono una risposta della scuola allo smarrimento e all’ignoranza che sembrano circolare tra gli adolescenti.
Silvia Prodi
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