Dal personale al politico, si portano in piazza le proprie rivendicazioni e non enunciati generali e vi dirò nel corso del mio racconto perché a me serviva + reddito per uscire dalla violenza.
Sono serena, rido e scherzo con un mio amico con il quale ci siamo dati appuntamento. La manifestazione è esclusivamente separatista. Qualcuna ci guarda male e dunque dobbiamo indietreggiare fino ad arrivare quasi a toccare il cordone dei militari che seguono il corteo.
C’è un cartello che si riferisce genericamente ai “maschi”. Il mio amico è lì con me e mi dice “ma il problema siamo tutti noi?”. Gli dico che no. Credo di no.
C’è chi ha un look estroso, sono simpatiche, divertite e divertenti. Mi inserisco in quello spezzone e sembrano gradire anche la presenza del mio amico.
Poi si avvicina una dello spezzone più incazzato e riferendosi ancora al cartello mi dice “hai sbagliato manifestazione… questo non è un corteo del sindacato dei lavoratori. qui si parla di donne, capisci? D-O-N-N-E!” e scandisce e urla per farmi sentire.
Accadeva un bel po’ di anni fa, e oggi per fortuna tra le amiche c’è una consapevolezza totalmente diversa. Non serve dire che io e il mio amico ci defilammo e che finimmo la giornata in un baretto, carino, a mangiare dolci e a bere thé.
Perché in quel momento sentivo più solidarietà da lui che dopo qualche tempo mi avrebbe aiutato a trovare un lavoro che da quelle donne, anzi, D-O-N-N-E, che avrebbero dovuto essere lì anche in mia rappresentanza.
Io sono sicura, a partire da me, che con la storia della violenza c’entra anche il reddito. Perché senza reddito dove vuoi andare e come ti vuoi liberare?