Huffington Post
13 03 2014
Semplificare l'accesso alla cannabis terapeutica e aiutare i detenuti per droga, incarcerati da una legge ormai incostituzionale, a uscire il prima possibile.
Questi, in sintesi, dovrebbero essere gli obiettivi del decreto legge che verrà presentato domani mattina al Consiglio dei ministri sulla modifica della Iervolino-Vassalli, la legge del 1990 presto nuovamente in vigore dopo che la Corte costituzionale ha bocciato la Fini-Giovanardi.
E' proprio l'improvviso cambiamento normativo sulle droghe a stimolare il governo a mettere mano sui buchi dell'attuale legislazione. Uno di questi è contenuto nella legge cosiddetta svuota-carceri recentemente varata dal Parlamento, dove il reato di lieve entità in materia di sostanze stupefacenti è diventato un reato a se stante ma non distingue tra droghe leggere e droghe pesanti - come è invece tornato a essere con la sentenza dei supremi giudici - prevedendo per entrambi i casi da uno a cinque anni di carcere.
Accanto alla lieve entità i tecnici del ministero della Giustizia starebbero lavorando anche a una soluzione per le persone detenute a causa della Fini-Giovanardi con pene ora ritenute illegittime. Per capirci, fino ai primi giorni di febbraio i giudici non potevano fare distinzione tra una persona trovata in possesso di pochi grammi in più di marijuana e un consumato pusher di eroina.
Nelle scorse settimane era stato calcolato, sulla base dei dati del ministero dell'Interno, che il fatto riguardava almeno diecimila detenuti, in attesa di processo o con sentenza passata in giudicato, pronti a uscire dal carcere proprio per effetto della sentenza della Corte.
Una ipotesi che l'ex ministro alla Giustizia Giovanni Maria Flick aveva escluso per i condannati in via definitiva: per loro, aveva spiegato Flick, sarebbe stato molto difficile dal punto di vista giuridico chiedere un ricalcolo della pena al giudice di esecuzione. E poche settimane or sono l'Unione delle Camere Penali avevano diramato un commento sul ritorno della Iervolino-Vassalli. L'orientamento del dicastero retto da Andrea Orlando, secondo quanto a conoscenza dell'HuffPost, è quello di scegliere la via più semplice per i condannati, attenendosi anche alle sentenze favorevoli della Cassazione.
"Se le modifiche andranno in questo senso, allora possiamo supporre che i detenuti che potranno venire liberati saranno certamente più di diecimila perché occorre tenere presente della nuova riformulazione della lieve entità" spiega Stefano Anastasia della Società della ragione, tra i promotori del ricorso contro alcuni articoli della Fini-Giovanardi.
Il decreto, che porterà anche la firma di Beatrice Lorenzin, includerà le famigerate tabelle delle sostanze stupefacenti, mentre massimo riserbo al ministero della Salute sugli interventi che riguardano oppiacei e cannabis terapeutica. Una possibilità, suggerita anche dal disegno di legge del senatore Luigi Manconi (PD), è quella di semplificare le procedure per la cannabis prodotta eventualmente in Italia: ipotesi normativamente possibile, ma per la quale nessuno ha chiesto l'autorizzazione. La legge della regione Abruzzo, che il governo Renzi nei giorni scorsi ha deciso di non impugnare, prevede infatti anche la destinazione di aree agricole per la coltivazione della canapa.