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Il popolo di Melendugno dice NO al gasdotto TAP

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Proteste contro il TAPLuca Manes, Zeroviolenza
6 ottobre 2014

Non lo dicono solo i Comitati e le istituzioni locali, ma anche gli esperti del settore: il gasdotto TAP all'Italia non serve, semmai fa comodo all'Europa e alla sua politica energetica. Quanto riportato su un ottimo articolo dell'Espresso uscito di recente, non sembra lasciar adito a troppi dubbi.
Poi basta aver visitato di persona la costa del Salento, all'altezza di Melendugno, oppure aver visto uno dei numerosi servizi televisivi andati in onda di recente che in nome delle sicurezza energetica continentale il danno socio-ambientale è di quelli “importanti”. Tanto che è servito un Consiglio dei Ministri, convocato in tutta fretta il 12 settembre, per sbloccare l’autorizzazione di compatibilità ambientale.

Una forzatura bella e buona da parte del governo Renzi, per mettere a tacere il parere negativo del ministero dei Beni culturali, e superare il blocco politico delle amministrazioni comunali del Salento, arrivate a manifestare in fascia tricolore alla Fiera del Levante di Bari in occasione dell’ultima visita del premier, lo scorso 13 settembre. Ma anche per permettere all’Italia, nella persona del sottosegretario alle Attività Produttive Claudio De Vincenti, di andare a Baku, il 20 settembre, avendo fatto “i compiti a casa”.

E sì, perché il TAP tocca L'Italia, e prima ancora Grecia e Albania, ma parte da ancor più lontano. Il gas arriva infatti dall'Azerbaigian. Gli altri due tratti della mega infrastruttura (3.500 chilometri in tutto) si chiamano Trans Anatolian Gas Pipeline (TANAP) che, come dice il nome, interesserà il territorio turco, e Southern Caucasus Gas Pipeline, che parte dal Mar Caspio e passa per le Georgia. In un secondo momento il Corridoio potrebbe comprendere anche il gasdotto Trans-Caspian, dal settembre 2011 oggetto di un negoziato diretto tra la Commissione europea e l'esecutivo del Turkmenistan.

Per il solo percorso del TAP, il consorzio costruttore è registrato in Svizzera, ma annovera tra le sue fila il gigante petrolifero britannico BP, i norvegesi della Statoil e l'azienda di stato azera Socar (tutti soci con quote del 20%).

Nota a margine: nel 2013 in Italia il consumo di gas è calato del 6,4% rispetto all'anno precedente, attestandosi su un dato complessivo (69,5 miliardi di metri cubi) che nel nostro Paese non si registrava dal 2002. Eppure, per “abbracciare” in pieno la politica energetica europea, che punta forte sul gas, soprattutto se non russo, come visto l'Italia pare voler diventare una sorta di grande hub del Vecchio Continente.

Pazienza se le bellezze di una zona del Salento in cui il turismo è in grande ascesa saranno a forte rischio. Entrando più nel dettaglio nel progetto, scopriamo che, per far passare il tubo a 800 metri dal litorale di San Foca, a 18 metri di profondità, si infilerà un microtunnel largo tre metri e lungo due chilometri. Proprio di fronte alla spiaggia che per il quarto anno consecutivo ha ottenuto la bandiera blu, sul fondale sarà costruito un terrapieno in calcestruzzo cementizio. Lì il tubo penetrerà nel sottosuolo, per riemergere  al di là della pineta a ridosso della litoranea, e poi proseguire la sua strada per otto chilometri nell’entroterra. Lungo quel percorso dovranno essere “sfrattati” oltre 1.900 ulivi, da ricollocare altrove.

Ma non è finita qui. Prima di arrivare alla stazione della rete Snam di Mesagne, il gasdotto passerà per una centrale di depressurizzazione a ridosso dei centri abitati della zona, come ci hanno confermato Gianluca Maggiore del comitato No Tap e il sindaco di Melendugno Marco Potì durante una nostra recente missione sul campo.   

Nel frattempo tutti si affrettano ad affermare che i costi dell'opera (circa 40 miliardi di euro) saranno a totale carico dei privati. Sicuri? Proprio perché si trova nella lista dei “progetti di priorità europea”, il TAP è candidato a ricevere prestiti a tasso agevolato dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo sviluppo e da altre istituzioni finanziarie pubbliche (come la Banca europea degli investimenti e Cassa Depositi e Prestiti). Ma non solo.

Il consorzio costruttore potrebbe finanziare la realizzazione vendendo sui mercati finanziari dei titoli di debito (i “project bond europei”) con un rating particolarmente alto grazie all’intervento di alcune delle istituzioni appena menzionate, assieme alla Commissione europea. In altre parole, un’agevolazione non da poco, che rischia di scaricare sulle casse pubbliche i costi dell’opera, lasciando il profitto intatto per la società che costruisce e per gli investitori che hanno comperato i bond.

Last but not least, come direbbero nella lingua di William Shakespeare, il gas proviene da un Paese, l'Azerbaigian, dove da oltre due decenni la famiglia Aliyev ha instaurato una dittatura di fatto. Nelle carceri di Baku al momento si contano ben 100 prigionieri politici, imprigionati con accuse del tutto fabbricate. Da tempo Amnesty International muove critiche feroci contro il governo azero. Critiche che evidentemente Matteo Renzi ignora, così come preferisce infischiarsene delle ragioni di quelli che egli stesso chiama “comitatini”. Che nel caso di Melendugno e dintorni coincidono con la maggioranza della popolazione locale.

Ultima modifica il Venerdì, 10 Ottobre 2014 08:59
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