
8 giugno 2105
Molto
partecipato l'incontro dello scorso giovedì al
Cinema Palazzo (
vedi le foto), "I dintorni d
i Mafia Capitale", con la presentazione del romanzo "
La cognizione del potere" (edito da Castelvecchi) di
Federico Bonadonna. Presenti, insieme a lui,
Valerio Renzi (giornalista) e
Carlo De Angelis della rete Social Pride.
"Il primo sgombero - ha ricordato Bonadonna - è avvenuto nel 2004 con l'Hotel Africa. Inizialmente non sembrava del tutto sbagliato, ma dopo 4 mesi, sotto Natale, c'e stato un altro sgombero, e poi un altro, fino ad arrivare alla nascita dei campi nomadi, tra cui quello di Castel Romano, che è il più rappresentativo di questo modello che, nato con una spinta apparentemente dal basso, si è trasformato in un mostro".
"Il problema - secondo Bonadonna - è aver concepito i campi in quel modo. I cosiddetti villaggi della solidarietà, costruiti con dei metodi securitari: cancelli, tesserini d'ingresso, telecamere. Adesso, dopo il fallimento di queste 'soluzioni', dobbiamo capire come intervenire e cambiare questo modello perverso". Parlando dell'inchiesta Mafia Capitale - che proprio ieri ha portato a nuovi arresti dopo quelli dello scorso dicembre -, Bonadonna ha detto che "se quando ero al Comune di Roma avessi avuto delle prove sarei andato direttamente in Procura, posso dire però che anche senza immaginare l'entità di quanto emerso, era percepibile che c'era qualcosa che non andava nella gestione dell'emergenza sociale".
Per Carlo De Angelis, parlando di come voltare pagina dopo l'inchiesta che ha riportato in carcere Massimo Carminati, "il terzo settore deve riacquisire indipendenza, autonomia e la forza che gli consentirà di esercitare un controllo della politica che è stata costretta a mera gestione delle emergenze.
Questo indebolimento ha prodotto degli istituti che sono al di fuori del controllo democratico". "Il terzo settore - ha ricordato - nasce per il cambiamento non solo per gestire i servizi". "Il tempo della politica è battuto dal tempo degli arresti, e questo accade - secondo De Angelis - quando la politica si riduce a gestione del potere e del consenso, e non ha una visione del futuro". Ma tutto crolla "se le istituzioni ritengono che l'unico metro di giudizio è il parametro economico, ovvero massimo profitto e minima spesa: questa impresa del 'sociale' distrugge il terzo settore. E le politiche sociali diventano un mercato dove cercare profitto".
Commentando la riforma del Terzo Settore in discussione al Senato, De Angelis ha rilevato che "la semplificazione porta a privilegiare i rapporti tra le istituzioni e le grandi holding, si crea così il rischio che a Roma la gestione dei servizi sociali venga messa in mano a strutture completamente estranee al contesto territoriale. Dobbiamo invece privilegiare le strutture piccole e medie che già operano sul territorio e che possono interagire tra loro". 'Mafia Capitale' non ha colpito "in toto le politiche sociali, ma si è annidata nei settori dell'accoglienza dei Rom, degli immigrati e della manutenzione del verde, che sono solo una piccola percentuale di tutto il Terzo settore", ha concluso De Angelis.