Jugend Rettet sbarca a Venezia: "Costruiamo ponti, non muri"

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23 febbraio 2017

Gli attivisti della Jugend Rettet sono entrati in azione questa mattina sul Ponte di Rialto a Venezia, dove hanno aperto uno striscione con la scritta "BUILD BRIDGES NOT WALLS" per denunciare la scelta del Consiglio Europeo di sostenere le intercettazioni in acque territoriali da parte della guardia costiera libica,
costruendo di fatto un “muro” nel Mar Mediterraneo che causerà detenzioni arbitrarie, maltrattamenti, stupri, torture, sfruttamento e respingimenti forzosi verso i paesi di origine.

Una decina di volontari dell’associazione Jugend Rettet, impegnati in questi giorni in un cantiere veneziano per opere di manutenzione alla loro nave da soccorso, insieme agli attivisti della campagna #OverTheFortess, hanno aperto uno striscione con la scritta “Build Bridges Not Walls” sul Ponte di Rialto, per denunciare come la Dichiarazione di Malta del Consiglio Europeo sul Mediterraneo Centrale non tenga conto delle drammatiche condizioni di pericolo che i migranti vivono all’interno del territorio libico e dello stato disumano in cui versano le persone trattenute nel centro di detenzione.

«Questo accordo  rischia di minare uno dei valori con cui noi giovani europei siamo cresciuti, la solidarietà come base del processo di integrazione» dichiara Kai Kaltegartner, il  capitano ventisettenne della nave da soccorso Iuventa. «E’ proprio sulla base di questa solidarietà europea in cui crediamo fortemente che, come tanti giovani volontari provenienti da tutta Europa, mi sono imbarcato nel 2016 per soccorrere i migranti nel Mar Mediterraneo e così farò quest’anno, infatti domani sera partiremo proprio dall’Italia con le nostre missioni umanitarie per monitorare lo specchio di mare di fronte alla Libia».

La Jugend Rettet è una organizzazione apartitica, apolitica e che persegue in modo esclusivo finalità di solidarietà sociale. E’ stata fondata nel 2015 a Berlino da un gruppo di ragazzi poco più che ventenni che, attraverso un’iniziativa di Crowdfunding, hanno acquistano una vecchia nave da pesca, rinominata Iuventa, per salvare i migranti in fuga dalla disperazione.
La Jugend Rettet si appoggia proprio alle giovani generazioni contro l'indifferenza dell’Unione Europea rispetto al genocidio nel Mediterraneo.

L’obiettivo della Jugend Rettet non è quindi solo quello di salvare le persone in mare (l’anno scorso solo la Iuventa ne ha portate in salvo oltre 6000), ma soprattutto quello di creare una nuova classe di cittadini europei. Attraverso il coordinamento di piccoli gruppi locali cerca di incidere sulle politiche di accoglienza dei singoli paesi creando un vero network dell’accoglienza e solidarietà. A oggi ci sono già 60 Ambasciatori della Jugend Rettet nelle principali città europee.

In Italia abbiamo aperto la nostra prima sede a Roma e, grazie alla collaborazione di Missionland Italia, si è potuto allestire sulla Iuventa una piccola sala di Pronto Soccorso dove opereranno i medici e gli infermieri della associazione torinese Rainbow for Africa Onlus.

Crediamo che l’Europa possa cambiare rotta ed essere ancora insegnamento di civiltà, solidarietà e accoglienza.
Buon vento, Europa!

Ultima modifica il Lunedì, 27 Febbraio 2017 13:39
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