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Trump sfida Putin: “Via dal trattato sui missili nucleari”

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Dottor Stranamore Kubrick
Marco Bresolin, La Stampa

2 febbraio 2019

Sei mesi di tempo, dopodiché lo storico trattato anti-missili nucleari a medio raggio (Inf) diventerà carta straccia. Come atteso, ieri gli Stati Uniti hanno annunciato la decisione di sospendere l’accordo siglato nel dicembre del 1987 con la Russia.

«Mosca lo ha violato per troppo tempo» attacca Donald Trump. «Dobbiamo reagire a questa minaccia» aggiunge il segretario di Stato, Mike Pompeo. Per i russi, però, si tratta di una decisione «presa già da molto tempo» perché gli americani «non vogliono ascoltare alcun argomento».

La sospensione scatterà da oggi e tra sei mesi Washington è pronta al ritiro unilaterale dal trattato, «a meno che - avverte la Casa Bianca - la Russia torni a impegnarsi sul rispetto dell’accordo». La mossa ha il pieno sostegno della Nato, anche se in Europa crescono i timori per uno scontro che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza del Vecchio Continente.
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Le contromosse

Vladimir Putin non è rimasto con le mani in mano e ha subito riunito il Consiglio di sicurezza russo per preparare le contromosse. Secondo il Cremlino, gli Usa potrebbero dispiegare in Europa 48 missili da crociera con raggio di 2.500 chilometri. «Dopo che i sistemi Aegis Ashore saranno dispiegati in Polonia - sostiene Serghei Ryabkov, viceministro degli Esteri di Mosca -, potrebbero essere aggiunti altri 24 missili nucleari Tomahawk in Romania». Ieri Varsavia ha aperto a questo scenario.

L’accordo siglato da Ronald Reagan e da Mikhail Gorbaciov, una delle tappe chiave della fine della Guerra Fredda, vieta il dispiegamento di missili nucleari a medio raggio, capaci di colpire obiettivi tra i 500 e i 5.500 chilometri. Dopo la firma del trattato ne furono distrutti 2.692, di cui 846 americani e 1.846 russi. Gli Usa accusano Mosca di non aver rispettato gli accordi e in particolare puntano il dito con i missili 9M729: secondo i russi non sono in grado di andare oltre i 480 chilometri, ma per gli Stati Uniti sono capaci di colpire obiettivi fino a 2.600 chilometri. L’accusa lanciata da Pompeo è chiara: «Queste violazioni mettono a rischio le vite di milioni di europei e di americani». Il segretario di Stato ha comunque assicurato che gli Usa sono pronti ad avviare un negoziato con Mosca.

I negoziati

Ed è quello che auspicano tutti i Paesi europei. Il motivo è molto semplice e lo spiega Federica Mogherini, numero uno della diplomazia comunitaria: «Gli Stati Ue non sono parte del trattato, ma sono quelli che maggiormente ne hanno beneficiato». Ieri l’Alto Rappresentante era a Bucarest con i ministri degli Esteri Ue e il tema è stato oggetto del confronto tra i 28: «Il nostro desiderio e il nostro appello - aggiunge Mogherini - è che questo trattato venga rispettato in pieno da entrambe le parti».

Al tavolo, però, sono emerse diverse posizioni. La Germania dà ragione agli Usa perché, come ha detto anche Angela Merkel «è chiaro che la Russia ha violato questo trattato». Ma Berlino cerca di correre ai ripari: il ministro degli Esteri, Heiko Maas, spiega di essersi impegnato in prima persona per mediare tra le parti e annuncia una conferenza sul disarmo, che si terrà a marzo. L’Austria frena invece le accuse alla Russia: «La situazione è molto più complicata». E l’Ungheria attacca «l’ipocrisia dei Paesi dell’Europa occidentale, che criticano Mosca in superficie, ma poi le loro società fanno enormi profitti con le compagnie russe» .

Ultima modifica il Sabato, 02 Febbraio 2019 09:30
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