Il Commento

Mamma primo amore

  • Apr 27, 2015
  • Da
Klimt, Tre età della donna - madre e figlioMarina Valcarenghi, Il Fatto Quotidiano
27 aprile 2015

Se il primo oggetto d'amore sia per un maschio che per una femmina è la madre, la storia che ne segue invece non è uguale: una figlia resta più a lungo identificata nella madre e un figlio fin da piccolo sposta la sua attenzione e la sua immagine specchio sul padre. Un maschio vive inconsciamente questo allontanamento come un abbandono, mentre la femmina resta ancorata alla madre. ...
Nativi digitaliChiara Saraceno, la Repubblica
16 aprile 2015

Saranno senz'altro nativi digitali sempre connessi, ma i ragazzini della generazione Z sono cresciuti affascinati dai fantasy tecno-medievali di Harry Potter [...] Mentre la tecnologia avanzava e le nonne e mamme modificavano poco o tanto i ruoli di genere femminile, il mondo dei prodotti e modelli per l'infanzia e l'adolescenza sembra tornato ancora più stereotipico di un tempo, pur nella apparente moltiplicazione degli oggetti. ...
Palestina liberaMoni Ovadia, Il Manifesto
11 aprile 2015

Un paio di anni fa, percorrendo il corteo del 25 aprile, mi imbattei nel gruppo che rappresentava i combattenti della "brigata ebraica" [...] Qualcuno dei componenti di quel drappello mi riconobbe e mi salutò cordialmente, ma uno di loro mi rivolse un invito sgradevole, mi disse: "Vieni qui con la tua gente". Io con un gesto gli feci capire che andavo più avanti a cercare le bandiere dell'Anpi che il 25 aprile è "la mia gente" perché io sono iscritto all'Anpi con il titolo di antifascista. ...
DiazDaniele Vicari, Il Manifesto
8 aprile 2015

Non più solo le sentenze di tribunali, Cassazione e Corte Europea, ma ormai anche il senso comune dice quali siano stati i responsabili delle "torture" dentro la scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto: i poliziotti che hanno materialmente partecipato; i loro dirigenti che li hanno coordinati; il governo di destra che ne ha voluto e coperto l'azione; ...
Fusione Uomo Donna
Sarantins Thanopulos, Il Manifesto
28 marzo 2015

L'idea, espressa da Dolce, che i figli debbano nascere da un profondo impegno d'amore tra genitori chiaramente definiti, descrive la migliore condizione di partenza che, tuttavia, non è necessaria né sufficiente. La grande maggioranza di noi è nata in condizioni meno ottimali, spesso per "errore"", a volte contro l'intenzione di uno o dì entrambi dei nostri genitori, altre volte per riparazione di un legame in crisi. ...
Donatella Barbetta, Il Giorno/Il Resto del Carlino/La Nazione
24 marzo 2015


"I bambini hanno bisogno di uno stacco e anche più lungo rispetto alle nostre vacanze. E devono imparare ad annoiarsi". [...] "I piccoli per crescere hanno bisogno di avere tempo di pensare per sviluppare la fantasia, l'inventiva, la creatività. E' un investimento evolutivo". ...

Franco Cardini, Il Messaggero
19 marzo 2015

Come sconvolgenti sono i quieti ragazzi occidentali tutti i-Pod e smartphone che un bel giorno si svegliano assetati di martirio e sognano i giardini di Allah. Specie per chi è abituato a pensare che, fino a qualche anno fa, non succedeva nulla e tutto andava per il meglio: che cioè decenni di pesante controllo coloniale e di sfruttamento petrolifero e molti anni di bombardamenti quasi giornalieri in Afghanistan e in Iraq e di colpi di stato organizzati e gestiti dagli occidentali [...] Ora che i nodi stanno venendo al pettine, ci scopriamo stupiti e impreparati. ...
bambini_control Painting by-Mario-Sanchez-NevadoAldo Masullo, Il Mattino
16 marzo 2015

Lo stato di buona salute o di grave malattia di una società è infallibilmente segnalato dalla considerazione che in essa si ha del bambino o, in genere, del minorenne. Nella modernità borghese la mitica regalità del bambino, rilegittimata da Rousseau e molto più tardi, a partire da Claparède, risolta nel tema scientifico dell'età evolutiva, era assurta infine a motivo centrale della cultura europea...
Pasolini e la televisionePierpaolo Pasolini, Corriere della Sera
9 dicembre 1973

Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l'adesione ai modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I modelli culturali reali sono rinnegati.
Anna Rezzara, Corriere della Sera
22 febbraio 2015

C'è una inquietante contraddizione, nel nostro tempo, tra il desiderio crescente dei genitori di proteggere i figli da ogni rischio, di saperli sani, sicuri, felici, e il fatto che mai come oggi i bambini siano immersi in una comunicazione diffusa, la stessa comunicazione che arriva agli adulti, e che non li preserva dal contatto anche con gli aspetti più duri e tragici della realtà...

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