DINAMO PRESS

DinamoPress
06 03 2013

*** VENERDI' 8 MARZO h 10:00 *** Appuntamento davanti all'ARA PACIS ***
Flash mob per il diritto alla salute. English version below.
Insieme ai lavoratori degli ospedali in mobilitazione di Roma – Coordinameto per la Salute

Siamo precari*, student*, migranti, disoccupat*. Siamo i corpi che subiscono la crisi. Le misure di austerità legittimate dalla crisi mettono sotto attacco lo stato sociale e puntano a smantellare il sistema sanitario nazionale.

Interi reparti e ospedali chiudono o rischiano la dismissione. La politica dei tagli indiscriminati, anziché ridurre gli sprechi, impoverisce i servizi.

Le esternalizzazioni condannano quote sempre più consistenti di operatori sanitari al ricatto della precarietà e a salari da fame, mentre la gestione degli ospedali passa dalle mani del pubblico a quelle del privato cattolico. La sanità diventa sempre più inadeguata e costosa per un corpo sociale profondamente mutato nelle condizioni di vita, economiche e sociali.

Reclamiamo la possibilità di riaprire uno scambio virtuoso tra utenti e strutture sanitarie che possa rompere le mura dell'ospedale o del consultorio per rispondere alle reali necessità della società. Vogliamo ribaltare il rapporto che vede la medicalizzazione imposta come unica risposta possibile.

Siamo donne, uomini, transgender. Siamo etero, gay, lesbiche. Siamo queer. Per questo scegliamo l'8 marzo per difendere la sanità pubblica e immaginarne una diversa.

Facciamo fronte ogni giorno a diktat moralistici e ideologici che negano legittimità alle nostre scelte e alla nostra vita.

Vogliamo l'attuazione di serie politiche di prevenzione: le strategie di contrasto delle malattie sessualmente trasmissibili e in particolare dell’HIV devono basarsi sull’educazione ad una sessualità libera e consapevole, a partire dalla coscienza che non esistono soggetti a rischio, ma solo comportamenti a rischio, integrando i servizi di assistenza primaria a quelli ospedalieri fino ad includere i servizi sociali e i servizi autogestiti.

Vogliamo servizi di assistenza e cura laici, che tutelino e promuovano l’autodeterminazione di ciascuna e di ciascuno.

Per questo lottiamo per difendere e riqualificare i consultori, presidi territoriali indispensabili, sempre più definanziati e a rischio continuo di riduzione di personale, accorpamenti e chiusure.

Denunciamo il dilagare dell'obiezione di coscienza nelle strutture pubbliche, vero e proprio abuso agito dai medici ginecologi, e ora anche dai farmacisti, contro le donne. Chiediamo che la pillola del giorno dopo diventi farmaco da banco. Chiediamo l'eliminazione dell'obbligo di ospedalizzazione per la RU486.

Infine, è fondamentale tenere insieme la salute fisica e la salute mentale: i dati recentissimi sull’abuso degli psicofarmaci - prescritti anche da parte dei medici di base - e il ricorso scellerato al TSO, delineano uno scenario sociale frammentato e inquietante, un uso dei farmaci come contenimento del malessere sociale diffuso, su cui è necessario intervenire per riaffermare il carattere sociale della salute.

Per un 8 marzo in connessione con le tante lotte territoriali che si muovono nella metropoli, insieme ai lavoratori degli ospedali in mobilitazione di Roma, consapevoli che solo riconoscendosi negli altri è possibile autodeterminarsi, e in sinergia con le tante mobilitazioni che accadranno in quei giorni in Europa. L'Austerity colpisce tutt* e solo insieme possiamo creare uno spazio europeo di democrazia.

*** VENERDI' 8 MARZO h 10:00 *** Appuntamento davanti all'ARA PACIS ***

Ungovernable bodies, unalienable rights: health care, welfare, freedom to choose

With the workers mobilising in Rome’s hospitals - Coordinamento per la Salute

We’re precarious, migrants, unemployed. We’re the bodies suffering the crisis.

Austerity measures legitimated by the crisis keep attacking the welfare state and aim at dismantling our national health care system. Entire wards and hospitals are being shut down or are running such risk. Outsourcing is condemning more and more health care workers to the blackmail of precariousness and to extremely poor wages, while hospital management is taken away from the public sector and handed straight over to the private Catholic one. Health care services are becoming increasingly inadequate and expensive for a social body whose living and economic conditions have deeply changed.

We reclaim the opportunity to recreate a virtuous exchange between users and health care facilities, breaking the walls of hospitals and reproductive health centres so as to answer to the real needs of society. We wish to reverse the relationship imposing medicalization as the only possible answer.

We are women, men, transgender. We’re heteros, gays, lesbians. We’re queer. This is why we choose March 8 to defend public health care and imagine a different one.

For a March 8 in connection with the many community struggles ongoing around the city - together with the hospital workers mobilising in Rome, knowing that our own self-determination depends on our capacity to see ourselves in others, and in synergy with the mobilisations that will happen in those days around Europe. Austerity affects us all and only together can a European space of democracy be created.

FRIDAY MARCH 8 10 am *** Ara Pacis, Roma

#SCuP Siamo Tornati!

Dinamo press
08 02 2013

Dopo lo sgombero del 25 gennaio centinaia di persone invadono l'edificio di via Nola 5 a Roma dov'era nato SCuP, un'esperienza innovativa di autogestione, servizi e welfare dal basso che oggi riprende la sua cosa, contro l'arroganza della rendita e della speculazione.


Leggi tutto il programma di 3 giorni d'iniziative a SCuP per ripartire:



VENERDI 08

ore 12.00 in poi lezioni aperte e dimostrazioni in collaborazione con la Rete Romana Palestre Popolari.

ore 16.30 in poi laboratorio di creazione delle maschere per il carnevale di domenica al parco.

ore 17.00 progettazione collettiva della nuova aula studio di S.Cu.P.!

ore 18.00 assemblea pubblica: S.Cu.P.! ieri, oggi, domani.

...e dalle 19.30 aperìcena in maschera e dj-set.


SABATO 09

10.00 laboratori e giochi per bambini di tutte le età.

ore 11.00 da Dewey a Borges: teoria e pratica della catalogazione.

dalle 12.00 in poi lezioni aperte e dimostrazioni in collaborazione con la Rete Romana Palestre Popolari.

dalle 16.30 laboratorio espressivo per bambini a cura del Valle occupato. A seguire piccola performance.

ore 18.00 roda di capoeira dalle 19.30 La linea di Greta Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..P.!


DOMENICA 10

dalle 10.00 festa di Carnevale ai giardini di via Carlo Felice, con giochi, animazione e laboratori.

ore 11.30 IL CARTA - CARNEVALE Laboratorio di realizzazione di simpatiche bambole di carta sul tema del carnevale. Ogni bambino potrà costruire e personalizzare la sua maschera preferita

Video collegato

Non giocate con le nostre vite

Yo Migro-Dinamo Press
28 marzo 2013

Pesante operazione di polizia contro i giovani stranieri ospiti dei centri per minori non accompagnati di Roma. Prelevati ogni settimana a gruppo di dieci, in base a un elenco trasmesso dal Comune di Roma, e sottoposti a una procedura durissima. Ad attenderli, al termine dell’iter, una vita intera da clandestini. ...

Sgomberato SCUP!

Dinamo Press
25 01 2013

Questa mattina è stato sgomberato S.cuP-SportCulturaPopolare nel quartiere di San Giovanni!Comincia la campagna elettorale di Alemanno?

ScuP, nato lo scorso maggio, ospitava una cucina, una palestra popolare, corsi di lingua e spazi di formazione, una biblioteca, la sede del progetto di comunicazione RadioSonar. Tutto questo in uno spazio sottratto ad una speculazione di Stato. Un sgombero che arriva dopo il grande corteo di sabato 19 gennaio dove è scesa in piazza la città che resiste ad Alemanno per dire "Riprendiamoci la città!". Non finisce qui seguono aggiornamenti.

Ore 12, conferenza stampa fuori ScuP (via Nola)
 

Sessualità, donne, lavoro

Dinamo Press
10 12 2012

Riflessioni sparse a partire dalla proiezione del film “Elles”

Prossimità tra lavoro sessuale e lavoro ai tempi della crisi: che rapporto c'è tra conoscenza, capacità di espressione, capacità relazionale e linguistica e l'asimmetria contrattuale delle donne nel mercato del lavoro? Provocatoriamente, quindi, la prostituzione può essere una "scelta"? Per discutere di tutto questo il 6 Dicembre, presso Esc Atelier autogestito, il collettivo Infosex, in collaborazione con Assemblea di Medicina, Astra 19 s.p.a, Lucha y Siesta, Anomalia Sapienza e c.s.o.a. La Strada, ha dato visione del film di M. Suzumowska "Elles", film che narra il fenomeno della prostituzione studentesca in Francia. A seguire, quindi, un ampio e acceso dibattito con Olivia Guaraldo (Iaph), Monica Pasquino (S.CO.S.S.E. /Quinto Stato), Astra 19, Anomalia Sapienza e tante altre.

I dati della Francia parlano abbastanza chiaro: sono oltre 40000 le ragazze che si prostituiscono per pagarsi gli studi universitari e per conquistarsi un livello di vita degno. A fronte di ciò sarebbe di certo importante, se non urgente, inchiestare e censire la diffusione del medesimo fenomeno anche in Italia, là dove nella nostra provincia ha trovato risalto pubblico e mediatico la sola vicenda delle escort, nel momento in cui coinvolgeva uomini politici, uomini di potere. In tal senso questo fenomeno non è stato quasi mai affrontato nella sua complessità, piuttosto è stato strumentalizzato per i soli fini scandalistico-politici, con accenti peraltro tutti moralistici e superficiali, quando non esplicitamente sessisti.

L'idea di tale iniziativa nasce anche dalla puntualità con cui questo film riesce a raccontare e problematizzare la diffusione della prostituzione studentesca francese a partire da specifiche e determinate condizioni economiche, sociali, in una parola, storiche. In questo senso è stato fondamentale inquadrare la discussione all'interno della cornice più ampia della crisi economica, della precarietà e del ruolo delle donne, perciò, nel mondo lavorativo e contrattuale.

E' evidente che in questo contesto, a partire da ciò che il film narra, quando diciamo prostituzione, non stiamo affrontando anche l'altra enorme questione che riguarda il darsi di tale fenomeno come conseguenza di costrizione, violenza, sfruttamento, esito quindi della tratta dei corpi delle donne; piuttosto proviamo a confrontarci con la prostituzione come punto di approdo di una possibile "scelta". Certo, c'è da chiedersi, e il film stesso è in tal senso eloquente, quanto sia effettivamente libera una scelta comunque determinata, potremmo dire, perciò, a tratti costretta, da condizioni economiche e materiali di povertà. Di fronte all'assenza delle istituzioni, alla mancanza di welfare e garanzie minime, la prostituzione appare per le ragazze del film quasi come l'unica possibilità, l'unico strumento, almeno rispetto ai mille lavoretti in nero degradanti e sottopagati, per migliorare e rendere dignitose le proprie condizioni di vita, per riappropriarsi dei propri tempi, dei propri desideri, di pezzi di ricchezza altrimenti non accessibili, perché non egualmente redistribuiti.

Una delle due studentesse protagoniste del film, Charlotte, in arte Lola, mentre narra alla giornalista (Giulette Binoche) la sua prima esperienza di prostituzione, afferma, con espressione ancora sconvolta, come "quell'odore orribile" stentasse ad andare via dal suo ricordo. Il pensiero immediato dello spettatore, così come della giornalista, non può che andare all'odore forte e acre del seme e del sudore maschili; invece, in maniera del tutto inaspettata, la ragazza risponde: "Ma che ha capito...intendevo la puzza di muffa delle case popolari!". Questa frase, insieme alla reazione assolutamente sbigottita della giornalista, esemplifica come all'interno del film si consumi tra le due donne non tanto uno scontro generazionale, quanto un vero e proprio scontro di classe. "Io e lei potremmo anche leggere gli stessi libri e studiare gli stessi autori, ma non avremo mai le stesse possibilità", afferma seccamente sempre Charlotte rivolgendosi alla giornalista, donna borghese, professionalmente affermata, moglie e madre, che vive in un bellissimo appartamento nel cuore di Parigi.

Emerge così dal film un filo rosso che lega intimamente la scelta di queste ragazze alla mancanza, alla dismissione del welfare, diretto e indiretto, soprattutto per le classi sociali più deboli. E' una "scelta" che vuole essere, in qualche modo, anche un gesto di rottura rispetto alla solitudine e alla povertà, economiche e sociali, che il fatiscente ambito istituzionale vorrebbe imporre loro. Un gesto di rottura, però, tutto individuale e, per questo, a tratti drammatico, in quanto fa emergere nella vita delle due ragazze una nuova forma di solitudine: quando la giornalista chiede a Charlotte quale sia il lato più difficile del suo mestiere, lei risponde: "Mentire, senz'altro mentire"; e alla seconda domanda : "Con chi hai parlato di quello che fai?", la risposta è secca: "Con nessuno. E che gli potrei dire? No, con nessuno".

Il film, quindi, lascia trasparire come la "scelta" delle ragazze si collochi, in qualche modo, nella sfera dell'autodeterminazione e, perciò, del diritto di poter decidere anche di vendere il proprio corpo. E' altrettanto palese, però, che questa narrazione è piuttosto distante dall'esperienza consapevole dei movimenti delle e dei sex workers, proprio perché è la narrazione di una decisione assolutamente individuale e impolitica, che non mira ancora, attraverso l'organizzazione collettiva per la rivendicazione di diritti e garanzie, alla trasformazione dello stato di cose presente.

Altra questione centrale nel film, emersa quindi anche all'interno del dibattito, è quella del desiderio: tanto nei rapporti sessuali che le due ragazze hanno con i loro clienti, quanto nella relazione coniugale tra la giornalista e il marito, si manifesta una forma di frustrazione, se non di rimozione e repressione, del piacere di queste donne. Piacere che nel film riemerge e finalmente si esprime libero e vivificato soltanto nella relazione tra donne, in particolare nell’incontro complice e sensuale tra la giornalista e l’altra studentessa polacca.

Ed è forse qui che si trova lo spunto politico più potente: solo nella riscoperta della relazione tra donne, solo nella narrazione comune e condivisa, solo nella costruzione, per dirla con Olivia Guaraldo, di un “noi” incarnato e sessuato, che sappia divenire organizzazione collettiva e che sappia, quindi, preparare il terreno per una nuova e potente prassi politica, è possibile produrre punti di rottura capaci di trasformare il presente. Ancora un’altra questione, quanto un’ultima provocazione, riguarda la crisi del maschile e la miseria della sua sessualità, rappresentata nel film in maniera tanto cruda quanto reale. Ma rispetto a ciò, non possiamo che lasciare la parola agli uomini…

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