“La mia vita ha avuto uno scopo, un sapore, un significato. E’ stata una vita utile… Non vi preoccupate quando non ci sarò più, perché io ho vissuto e ho vissuto bene!”
E’ con queste tue parole che ci piace ricordarti, Giovanna.
Sciopero generale e manifestazione cittadina #nomuos
Alla fine del corteo, in piazza Vittorio Emanuele, incontriamo una ex insegnante che ha voglia di dire la sua. Una testimonianza che ci ha colpito e che merita di essere condivisa subito.
Sciopero generale e manifestazione cittadina #nomuos
Alla fine del corteo, in piazza Vittorio Emanuele, incontriamo una ex insegnante che ha voglia di dire la sua. Una testimonianza che ci ha colpito e che merita di essere condivisa subito. Vedi il Video
Venerdì 19 aprile, ore 18.00 Cinema America occupato Via Natale del Grande, 6 - Roma
Migliaia di donne, dalla lotta di liberazione ai giorni nostri, hanno mostrato con quale forza e determinazione fossero capaci di resistere al fascismo e ad ogni forma di violenza, per cercare giustizia e per difendere diritti negati.
Pinar Selek è stata condannata ieri all'ergastolo con una incredibile sentenza esemplare. Tra le prime dichiarazioni di Pinar alla stampa riprendiamo queste parole significative per l'importanza che ricopre mantenere viva l’attenzione sul suo caso ed esprimerle tutta la nostra solidarietà
Pınar Selek è sociologa, femminista, antimilitarista e attivista per la pace che sta per essere nuovamente portata a giudizio in Turchia, nonostante sia stata precedentemente assolta ben due volte. Pınar Selek ha dedicato la sua vita alla lotta per i diritti dei gruppi emarginati ed oppressi, si trova adesso ad affrontare una richiesta di condanna a 36 anni di reclusione in Turchia, avanzata dal 9° Dipartimento Penale della Corte d'Appello.
Pinar è diventata bersaglio della repressione turca a causa di una ricerca sociologica condotta nel 1996 sulle condizioni del conflitto armato tra la Turchia e il Kurdistan e le possibilità di soluzione. Nel 1998, quando viene fermata dalla polizia Turca, Pinar ha nella borsa i colloqui con alcuni militanti curdi, l’ultimo progetto a cui sta lavorando.
COSA E' SUCCESSO A PINAR? La polizia la ferma, requisisce le registrazioni, vuole i nomi delle persone intervistate. Lei si difende, invocando il segreto professionale
Una spiegazione insufficiente per la giustizia turca: seguono otto giorni di tortura, un’accusa di terrorismo e due anni e mezzo di carcere.
ORA PINAR RISCHIA 36 ANNI DI CARCERE
Il 13 dicembre 2012 c’è stato l’ultimo atto di questo processo che ha visto l’ennesimo rinvio al 24 gennaio 2013, alle ore 10 presso la 12° Sezione della Corte Penale di Istanbul, con la richiesta illegittima di una nuova condanna a 36 anni di carcere per Pinar, nonostante le precedenti assoluzioni.Pınar Selek stava per finire la sua ricerca sulle conseguenze e gli effetti della guerra civile in Turchia, che per decenni aveva causato numerose vittime e sofferenze al paese, quando si è vista coinvolta in una conspirazione che la accusava di avere messo una bomba al Bazar delle Spezie di Istambul. Ha trascorso due anni e mezzo in prigione e altri 11 anni nelle aule dei tribunali. Benché fosse stata assolta due volte, ha dovuto sopportare continue accuse che la tacciavano di essere una "terrorista”.
La sua maniera di rispondere a questi attacchi era l'unica che conosceva: con la conoscenza, l' amore e le sue esperienze di vita.
PUBBLICAZIONI di PINAR SELEK: Durante quel duro periodo, Pinar non ha rinunciato ai suoi studi e al suo impegno sociale: ha scritto "Non siamo riusciti a riconciliarci" [Barışamadık, 2004, Ithaki Publishing] sulle numerose lotte della Turchia moderna per aggiungere una pace permanente e "Una vita da cani: mascolinità" [Sürüne Sürüne Erkeklik, 2008, İletişim Publishing] sulla virilità nel contesto delle esperienze di servizio militare. Inoltre ha anche scritto un libro di racconti: "Goccia di acqua" [Su Damlası, 2008, Özyürek Publishing].
Pınar Selek ha dedicato la sua vita al rispetto di un atteggiamento etico e morale contro la guerra e alla lotta attiva contro tutti i tipi di violenza. Ha partecipato a numerose conferenze e seminari su sessualità, militarismo, violenza, ecologia, mass-media, ragazzi di strada e gruppi socialmente emarginati. Ha pubblicato articoli su questi temi in diversi giornali, periodici e riviste scientifiche.
Nata a Istambul nel 1971, dopo aver conseguito il suo diploma al liceo francese Notre Dame di Sion si è laureata con onoreficenze presso il Dipartimento di Sociologia dell'Università Mimar Sinan. Nel 1996, viene pubblicata da Belge Publishing la sua traduzione-selezione "Ya Basta-Artık Yeter", dedicata ai movimenti indigeni del Messico. La sua tesi di Master è stata pubblicata con il titolo: "Maschere, Cavalieri, Gacias, via Ülker: un luogo di emarginazione" [Maskeler, Süvariler, Gacılar-Ülker Sokak: Bir Dışlanma Mekânı, 1ª edizione: 2001, Aykırı Publishing; 2ª edizione: 2007, Istiklal Publishing]. Nel 2001 è stata fra le fondatrici della Cooperativa di donne Amargi (http://amargigroupistanbul.wordpress.com/), ha organizzato incontri a Diyarbakır, Istanbul, Batman e Konya.
Dal 2006 ha lavorato come editrice e coordinatrice della rivista femminista Amargi. È anche co-fondatrice della prima libreria femminista della Turchia, Amargi, aperta al pubblico dal 2008 e in questo luogo, ha coordinato fino ad oggi il gruppo di lettura e di scrittura “ Quali porte aprono le nostre esperienze?”.
Durante questo periodo di duro lavoro, più di 2000 persone, fra cui figure intellettuali note come Orhan Pamuk e Yaşar Kemal, scrittori, registi di cinema e teatro, giornalisti, avvocati, attivisti, accademici, e, ovviamente molte donne, hanno dichiarato la propria solidarietà a Pınar Selek affermando: “Siamo testimoni dell'atteggiamento di Pinar selek contro la violenza".
PROSSIMI APPUNTAMENTI. IL 24 GENNAIO AD INSTANBUL Mentre Pınar Selek continua la sua battaglia legale e la sua ricerca accademica le persone che la supportano continuano ad incoraggiarla e darle forza per portare avanti la sua lotta.
Il 24 gennaio potrebbe essere condannata a 36 anni di reclusione. Per quel giorno è prevista, sotto il Tribunale di Istanbul, la presenza di osservatori e osservatrici internazionali, con una delegazione anche dall'Italia.
Invitiamo le giornaliste e i giornalisti e tutte/i quelle/i che ne hanno la possibilità a diffondere la sua storia.
Il 13 dicembre Pinar Selek, femminista antimilitarista turca, si è trovata ad affrontare di nuovo la minaccia di un ergastolo in un processo per cui è stata già assolta tre volte!
Sono 14 anni che lo Stato Turco la perseguita e giovedì c’è stata l’udienza per la riapertura del processo contro di lei da parte della 12° sezione del Tribunale penale speciale di Istanbul.