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A quarantott'ore dall'uscita del libro "L'Italia quaggiù. Maria Carmela Lanzetta e le donne contro la 'ndrangheta" - dell'inviato del Corriere della Sera Goffredo Buccini - un volantino è arrivato sulla pagina Facebook della casa editrice Laterza. È un attacco al libro e al sindaco di Monasterace, appunto, Maria Carmela Lanzetta. ...
"E' una cosa molto delicata e credo che a tutti farebbe piacere sapere come sono andati realmente i fatti sulla scomparsa di lei, in particolar modo a Denise: io voglio far luce su questa storia per lei". Che è stata la sua fidanzata.
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La storia di Rosy contro la violenza della ’ndrangheta

  • Martedì, 27 Novembre 2012 11:36 ,
  • Pubblicato in Flash news
Il paese delle donne
26 11 2012

L’esperienza del movimento delle donne di San Luca in Calabria
Maria Elvira Ciusa

Un libro che attraverso il racconto della sua protagonista intreccia le storie di altre donne che la violenza l’hanno conosciuta e subita: quella della malavita organizzata*.

Il libro La mia ’ndrangheta riassume l’esperienza straordinaria del Movimento delle donne di San Luca, paese considerato la "mamma" del crimine, in cui le donne del paese dicono basta alla violenza e scrivono una nuova pagina di storia.

Nascere in Calabria significa conoscere la vita prima degli altri. Conoscerla nei suoi aspetti più drammatici. Il libro scritto a quattro mani da Rosy Canale e Emanuela Zuccalà ( Edizioni Paoline) racconta la storia di una giovane donna, Rosy, contestualizzata nella storia più ampia di una Calabria sconvolta dai delitti di ‘ndrangheta. La protagonista molto presto viene a contatto con le immagini crudeli e impietose di corpi dilaniati e straziati dalla violenza omicida.

E’ la visione della ‘ ndrangheta vista da Rosy Canale, raccontata insieme a Emanuela Zuccalà, giornalista del Corriere della Sera, dall’interno della sensibilità di una giovane donna costretta, perché nata a Reggio Calabria a vedere consumare, sotto il suo sguardo attento e perciò non indifferente, le morti violente.

Lo sguardo di Rosy è sempre pieno di umanità nei confronti di chi delinque e di chi subisce: Solo la sua pietà è ecumenica, ma la sua denuncia nei confronti delle istituzioni, che lasciano soli chi non può difendersi, non ammette giustificazioni.

E’ la testimonianza di una donna che ha dovuto lasciare la sua terra e il suo lavoro di imprenditrice ,perché ha subito la violenza su di sé, la violenza di un male nascosto e terribile che continua a seminare odio e morti in una terra che vuole rendere inospitale.

Il racconto in prima persona di Rosy è molto ben documentato, indubbiamente utile a chi vuole conoscere il punto di vista delle donne, di quelle donne che sole si trovano quotidianamente a combattere per il riscatto della propria terra con la forza e la virtù delle donne,madri, sorelle e mogli, che aspirano a un mondo migliore lontano dalle violenze e dalle sopraffazioni.

Questa voce non si affievolisce mai in questo libro che ci coinvolge e comunica grandi emozioni e desiderio di partecipazione al riscatto della “terra amara”.

Lo sguardo intenso della protagonista ci osserva dalla bella copertina in bianco e nero del libro, che la ritrae giovinetta determinata e coraggiosa, che non teme di affrontare il male che va illuminato .

Dopo la violenza subita dalla ‘ndrangheta e dopo i fatti del 15 agosto del 2007 a Duisburg in Germania, in cui furono orrendamente uccise sei persone, Rosy ha avuto il coraggio di uscire dall’isolamento, per raccogliere intorno a sé il mondo femminile oltraggiato.

Trecentosessantacinque donne, quanti sono i giorni dell’anno, si sono raccolte intorno a lei, richiamate dalla nascita della ludoteca “Isola rossa” nella villa confiscata alla ‘ndrangheta a San Luca nella Locride. In questo territorio ad alta organizzazione criminale, Rosy ha fondato ed è presidente dell’Associazione non profit “Movimento delle donne di San Luca”, volto a promuove progetti sociali in un’ area senza sviluppo di lavoro.

La conclusione del libro rimane aperta alla speranza, la ludoteca non funziona più e Rosy è andata a vivere lontano.

Rosy Canale, Emanuela Zuccalà, La mia ’ndrangheta, Edizioni Paoline, ottobre 2012.

* Recensione a “ La mia ‘ndrangheta” di Maria Elvira Ciusa tramessa a "il paese delle donne" da Rosy Canale

ANNA MARIA SCARFO' PER L'OTTO MARZO

  • Mercoledì, 07 Marzo 2012 11:20 ,
  • Pubblicato in Lettere

8 marzo 2012: “Vi dico questo perché vi voglio ricordare che la forza delle donne esiste. Credete in voi, non abbiate mai paura di sfidare l’omertà, perché avrete sempre qualcuno che vi aiuterà.”
Eccomi di nuovo qua. Sono Anna Maria Scarfò, la donna che continua a sopravvivere nonostante i suoi ostacoli. Oggi ho deciso di scrivervi nel giorno della festa della donna. Avrei tanto voluto essere lì con voi, ma vivo in una posizione delicata.

MALANOVA

di Donne daSud

Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossi una bambola. Poi mi  butti giù poi mi butti giù come fossi una bambola

Malanova” racconta la storia di Anna Maria Scarfò, una ragazzina che fu stuprata per la prima volta a tredici anni da quattro ragazzi del suo paese, San Martino di Taurianova provincia di Reggio Calabria.
Una violenza perpetuata per tre lunghi anni dal branco che nel corso del tempo si è allargata sempre di più fino a trasformare il segreto di un crimine, nella pubblica etichettatura di Anna come “troia del paese”. Tutti sanno, ma tutti fanno finta di non sapere: questo è il paese. Anche questo è Sud.

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Zeroviolenza è un progetto di informazione indipendente che legge le dinamiche sociali ed economiche attraverso la relazione tra uomini e donne e tra generazioni differenti.

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