La Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids (LILA) denuncia la crescita progressiva del numero di persone che non si sono mai sottoposte all'esame dell'Hiv: nel 2015 oltre il 20% di chi ha contattato l'associazione non aveva mai fatto il test. Il dato sale al 36% in uno studio condotto sulla popolazione generale.

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La popolazione italiana ha un rapporto problematico con il test dell’Hiv: è quanto emerge dal Rapporto 2015 dei centralini telefonici LILA presentato in occasione della Giornata Mondiale dell’Aids. Il 20,62% delle 5703 persone che hanno chiamato la Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids (LILA) tra il 30 settembre 2014 e il 30 settembre 2015 non avevano mai fatto l'esame dell'Hiv, nonostante che, avendo contattato l’associazione, hanno dimostrato di essere sensibili al tema. La percentuale di persone che non hanno mai fatto il test raggiunge il 36% del totale nello studio “Questionaids” condotto dalla LILA e dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna su un campione di popolazione generale.

“Fare il test rappresenta un problema per sempre più persone - commenta il presidente della LILA Massimo Oldrini - si tratta di un dato che va di pari passo con il fatto che in Italia oltre il 50% delle persone scopre di avere contratto l’Hiv in una fase molto avanzata dell’infezione”. “Nel nostro paese continuano a mancare completamente programmi nazionali di informazione e prevenzione – denuncia Oldrini – nonostante ogni anno contraggano l'Hiv circa 4000 persone”.

“Sappiamo che molte persone che hanno avuto rapporti sessuali a rischio evitano di fare il test perché spaventate dalle frequenti discriminazioni e dall’isolamento che seguirebbero un eventuale esito positivo – afferma Oldrini – per questo anche le attività di contrasto allo stigma possono favorire la prevenzione”. Oggi il virus viene trasmesso nella maggior parte dei casi da persone non consapevoli di aver contratto l'Hiv che, nel periodo che intercorre tra l'infezione e i sintomi che le obbligano a fare il test, possono trasmettere il virus a molte altre.

Per fare fronte al fenomeno delle diagnosi tardive, da qualche anno LILA sta sperimentando percorsi di proposta del test dell’Hiv fuori dagli ambiti ospedalieri al fine di facilitarne l’accesso e raggiungere gruppi di popolazione a più alto rischio di infezione. Per finanziare questa iniziativa LILA ha lanciato la Campagna “Fatti un regalo, fai il test!” con la testimonial Nina Zilli, che durerà fino al 6 dicembre: inviando un sms al 45504 si doneranno 2 euro che saranno utilizzati per promuovere la conoscenza e la diffusione del test rapido salivare per l’Hiv.

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Keith Haring, Lotta all'AidsMassimo Oldrini*, Zeroviolenza

Per il primo dicembre chiediamo alle istituzioni programmi nazionali di informazione sull'Hiv che durino tutto l'anno. Perché la medicina ha compiuto grandi passi nella scoperta di terapie efficaci, ma lo stigma e la discriminazione contribuiscono alla diffusione del virus.
Il  Mattino
30 10 2015

Nella scuola perfetta, frequentata dai figli della buona borghesia, una bambina di 11 anni che pesa appena 16 chili sconvolge una quotidianità che sembrava inattaccabile.
La bimba, Francesca, ha l`Aids: viene rifiutatdalla scuola media «San Giovanni Bosco»di Trentola Ducenta perché i genitori affidatari della comunità di Capodarco di Teverola la iscrivono tardi. ...

I bambini di Cuba salvi dall'Aids

Cuba è il primo Paese al mondo ad aver eliminato la trasmissione "da madre a figlio" del virus Hiv dell'Aids e del batterio Treponema pallidum della sifilide. Lo ha confermato lo scorso 30 giugno la World health organization (Who), l'agenzia delle Nazioni Unite con sede a Ginevra che si occupa di sanità.
Pietro Greco, Left ...

Aids, l’epidemia corre in Asia e Europa dell’Est

Le persone e la dignità
02 12 2014

Il primo dicembre si celebra la Giornata mondiale contro l’Aids. Una malattia che grazie alla prevenzione e ai farmaci è tenuta sotto controllo. (sopra una manifestazione contro l’Aids in Indonesia) ma che non va presa sottogamba. Secondo recenti dati resi noti da UNAIDS, programma delle Nazioni Unite sull’AIDS, hanno perso la vita a causa del virus 1.5 milioni di persone nel 2013 ed oltre due milioni di individui sono stati contagiati.

“Nel mondo l’epidemia peggiore di Aids al momento è quella che si sta registrando nell’Europa dell’Est e in Asia centrale. Anche se in Africa c’è il maggior numero di casi si è visto che dove è stato migliorato l’accesso ai farmaci, è calato il numero di infezioni. In Russia e in altri Paesi dell’Est Europa invece c’è un minor accesso al trattamento rispetto a quanto avviene in Africa, e questo ha portato ad aumento esponenziale dei casi negli ultimi anni, che in alcune realtà sono addirittura triplicata” spiega Alessandra Cerioli, presidente della Lila (Lega italiana per la lotta all’Aids).
In Italia, invece, aumentano i casi tra i giovani omosessuali mentre tra gli stranieri la prima via di trasmissione è eterosessuale. Sono i dati dell’ultimo aggiornamento dell’Istituto Superiore di Sanità. Non varia il numero delle nuove diagnosi di Hiv che nel 2013 sono state 3806, stabile ancora il numero dei casi di AIDS, che nel 2013 sono stati 1.016. In Italia vivono circa 100 mila persone con l’Hiv o l’Aids. La cifra non include la quota degli inconsapevoli dell’infezione, cioè Hiv-positivi ma privi di diagnosi e all’oscuro del proprio stato di sieropositività. Si stima che la percentuale delle persone che non sanno di essere Hiv infette può variare dal 13% al 40% e, considerando queste stime quindi, il numero dei viventi con Hiv o Aids in Italia potrebbe variare da 108 mila a 156 mila. La modalità di trasmissione più frequente è quella eterosessuale (37%) mentre i consumatori di sostanze per via iniettiva sono il 28% e i maschi che fanno sesso con maschi rappresentano il 27%. Secondo la Lila in Italia si sconta ancora il fatto che si stigmatizzano ancora molto i sieropositivi.

“Sulla stampa nazionale – ha spiegato Alessandra Cerioli, presidente della Lila - continuano a leggersi rappresentazioni negative dei malati e della malattia, mentre non si parla dei veri comportamenti a rischio. Il risultato è che c’è ancora molta confusione e disinformazione”.

Proprio per favorire la diffusione delle informazioni la regione Toscana ha sviluppato un’app rivolta ai giovanissimi dal titolo “I love – safe sex”. Sottotitolo: “Tutto quello che devi sapere sul sesso, e che non osi chiedere”. Sulla app, scaricabile gratuitamente dai principali store per smartphone e tablet, sia per iOS che per Android, si potranno trovare: un dizionario ragionato con le più comuni patologie sessualmente trasmissibili; un servizio di geolocalizzazione per trovare e contattare velocemente, a Prato, il centro della Asl più vicino per fissare un appuntamento; 10 domande a cui trovare subito una risposta, dall’uso corretto del preservativo ai dubbi sull’affettività e il rapporto con gli altri, al test dell’Hiv.

La buona notizia è che l’Aids potrebbe essere debellato entro il 2030. Lo afferma Christoph Benn, direttore per le relazioni esterne del Fondo Globale per la Lotta contro AIDS, TBC e Malaria: “Da alcuni anni assistiamo ad una notevole riduzione di morti correlate all’AIDS. Attualmente, il Fondo Globale sostiene 6,3 milioni di persone in trattamento antiretrovirale. Nonostante questi progressi rilevanti, non dobbiamo supporre che il problema sia risolto. HIV e AIDS sono ancora la prima causa di mortalità nell’Africa subsahariana tra gli adulti”.

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