Nel continente nero

  • Mercoledì, 18 Dicembre 2013 12:27 ,
  • Pubblicato in La Denuncia
Stefano Galieni, Corriere delle Migrazioni
16 dicembre 2013

Il comune denominatore delle destre europee? "L'avversione alla società multiculturale e multietnica. Questi gruppi non vogliono accettare la trasformazione dell'Europa". Ma ciascuna “famiglia” "declina tale avversione in maniera specifica, individuando un proprio identificato nemico: i rom, gli ebrei, gli islamici, gli omosessuali, in base al contesto territoriale".

Anche in Europa c'è chi sceglie di non far nascere le femmine

  • Martedì, 17 Dicembre 2013 14:28 ,
  • Pubblicato in LA STAMPA

La Stampa
17 12 2013

In uno studio francese si parla di aborto selettivo delle femmine in Europa orientale, la pratica persisterebbe tra gli immigranti in Inghilterra, in Norvegia in Grecia e in Italia.


Mettere al mondo una figlia femmina anche in Europa può essere considerata una circostanza da evitare. L' edizione francese del magazine Slate ha lanciato un allarme: "La mascolinizzazione dei nascituri toccherà anche la Francia?", richiamando l' attenzione sui dati dell’Istituto nazionale per studi demografici (Ined), che ha pubblicato uno studio in cui si parla della discriminazione sessuale pre natale tra le persone di origine indiana immigrate in Inghilterra e in Norvegia. In Italia lo stesso avverrebbe nella comunità cinese, come tra gli immigrati albanesi, i questo caso al pari della Grecia.

Secondo l' Ined l’aborto selettivo delle femmine non è una pratica comune solo all’Asia, osservando i paesi d’origine di molti flussi immigratori si può osservare come nei tre paesi del Caucaso (Azerbaijan, Armenia, Georgia), lo squilibrio statistico di nascite maschili rispetto a quelle femminili è aumentato nel 1990, dove arriva a superare anche le stime correnti di tutti i valori dell'India.
In Azerbaigian ad esempio si registra lo squilibrio più alto (nascono 117 maschi ogni 100 femmine), che di fatto, che lo porta ad essere il secondo paese al mondo, dopo a Cina, in cui sia presente un così forte squilibrio di genere alla nascita.
In Albania, Kosovo, Montenegro e Macedonia occidentale, i livelli osservati sono inferiori (circa 110-111 nati maschi ogni 100 nascite femminili), ma demografi ritengono che la regolarità dello squilibrio osservata nel corso degli anni testimonia la realtà di pratiche di aborto selettivo.


Geraldine Duthé, che ha condotto lo studio, spiega che la mascolinizzazione selettiva persiste anche nelle comunità di immigrati provenienti dai paesi dove è praticata, nonostante questi siano integrati in un ambiente sociale in cui il concetto della discriminazione pre-natale è praticamente inesistente.
I genitori scelgono di abortire embrioni di femmine, anche se sul fattore sessuale dei loro figli non peserebbe affatto una futura necessità di mano d’opera maschile. La scelta drastica di non far nascere femmine persiste quindi come pratica culturale, pur non sussistendo nel paese d’ immigrazione alcuna delle necessità sia contingenti che politiche che la determinano nei paesi di provenienza.

Sconcerto. Imbarazzo. Richiesta di chiarimenti. Comunque, un caso. Tanto più significativo per le tematiche che ne sono al centro, per la sede in cui si è consumato, per la data, altamente simbolica, in cui è avvenuto. ...
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