l'Espresso
18 09 2015
Ci sono i libri, i film e le serie tv, ma non solo. La mafia, con le storie dei suoi protagonisti e di chi ha cercato di combatterla, è un tema che è stato spesso tradotto anche in disegni e nuvolette. Proprio a questa narrazione attraverso i fumetti è dedicata la mostra "Mc Mafia", al museo di Roma Trastevere (Piazza di Sant’Egidio, 1/b) dal 22 settembre al 4 novembre, e poi dal 4 dicembre al 14 febbraio al Museo del fumetto di Cosenza.
«Da sempre le mafie – spiega Luca Scornaienchi, curatore della mostra e responsabile artistico del Museo del Fumetto di Cosenza – hanno ispirato la produzione di opere culturali. Mc Mafia rappresenta uno sguardo inedito, una lunga sequenza di tavole, schizzi e illustrazioni originali sulle mafie e l’antimafia nella storia della letteratura disegnata».
La rassegna, pensata dall’Associazione daSud, è divisa in tre sezioni che vanno dalla satira al giornalismo d'inchiesta alla narrativa pura, e mette insieme 90 opere originali di oltre 40 autori distanti tra loro per provenienza e stili che permettono di ricostruire come il fenomeno sia stato raccontato negli anni e come sia cambiato l'immaginario collettivo.
l'Espresso
03 04 2015
Zerocalcare, al secolo Michele Rech, ha gli occhi limpidi di un bambino e la timidezza scontrosa di un adolescente. Si sottopone a questa intervista con evidente fatica, appena ingentilita dal senso del dovere.
E' un autore di successo, anche se lo ammette a malincuore, e sta imparando adesso a convivere con la notorietà che gli è arrivata addosso.
Cinque libri in tre anni che hanno venduto quasi cinquecentomila copie, un tratto grafico accattivante, un umorismo tagliente e malinconico che rinnova il cinismo sentimentale dei romani, una fedeltà assoluta al suo mondo volutamente marginale hanno fatto di lui il testimone di una generazione inchiodata al disincanto. ...
West
02 04 2015
Si chiama “Paperino e altri infami” la pagina facebook creata per raccogliere vecchie strisce della Disney contenenti frasi offensive e soprattutto razziste.
Ecco così che Zio Paperone si rivolge con nostalgia alla sua vecchia casacca dell’Ilinois che lo ha riparato, tra le altre cose, “dalle pulci dei negri”. Oppure lo stesso Paperino che esclama “Hei, dannato negro!” o tenta di strappare il velo a una donna musulmana.
E ancora, Orazio che parlando con Clarabella afferma: “Non voglio più sentir parlare di zingari! Anzi, non voglio nemmeno vederli! Non mi fido di loro!”.
Battute che oggi sarebbero inaccettabili e che mostrano come, con il passare degli anni, anche il concetto di “politically correct” è notevolmente cambiato.
Nelle vignette tirate fuori da numeri piuttosto datati del famoso fumetto, inoltre, non ci sono solo espressioni ingiuriose contro “lo straniero”, ma anche sessiste, sessualmente esplicite e che incoraggiano l’uso di droghe.
Roberta Lunghini