la Repubblica
09 10 2014
Anche da Torino parte la disobbedienza al ministro degli Interni Angelino Alfano che, a suon di ordinanze prefettizie, vieta ai Comuni la trascrizione dei matrimoni gay celebrati all'estero. Il sindaco Piero Fassino, in qualità di presidente Anci, scrive ad Alfano e chiede un incontro al presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Non si può affidare a ordinanze prefettizie competenze che la legge riconosce in capo agli enti locali". E lunedì, in Consiglio comunale, si discuterà della mozione presentata dal radicale Silvio Viale, da Luca Cassiani (Pd) e da Chiara Appendino, del Movimento 5 Stelle, sulla trascrizione delle nozze gay. Mozione che passerà, certamente, con un'ampia maggioranza.
L'assessore alle Pari opportunità, Ilda Curti, ha già spiegato in commissione di essere "favorevole". Anche perché c'è un problema di rispetto delle direttive comunitarie, visto che in diversi Paesi dell'Ue le unioni tra persone dello stesso sesso sono permesse. "Se dovessero arrivare due tedeschi che hanno contratto il matrimonio all'estero e che chiedono la residenza qui - si chiede Curti - perché dovremmo rifiutarci e negare loro il diritto a essere coniugi? ".
Sugli effetti pratici, poi, è un'altra partita. Contrario il vicepresidente del Consiglio, Silvio Magliano, e anche nel Pd c'è qualche voce perplessa, come il vicecapogruppo Guido Alunno e la consigliera Domenica Genisio, che vorrebbero un intervento legislativo.
I consiglieri Silvio Viale, Chiara Appendino, Luca Cassiani, Laura Onofri, Lucia Centillo, Vittorio Bertola, Piera Levi Montalcini e Alessandro Altamura chiedono un intervento di Fassino, in vista di lunedì: "Faccia un'ordinanza e permetta le trascrizioni, come ha fatto il suo collega di Bologna ". Fassino si è già portato avanti. Ha scritto ad Alfano come numero uno dell'Anci per mettere le questioni in chiaro. "La trascrizione delle unioni coniugali contratte all'estero è materia delicata per essere lasciata al caso per caso.
Né d'altra parte, si può accettare di affidare la materia a ordinanze prefettizie su competenze che la legge riconosce in capo agli enti locali. Per questo chiedo un incontro urgente con il ministro e il premier Renzi". A dare manforte il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, che come primo cittadino aveva simbolicamente sposato due donne. Si schiera con i sindaci perché "danno un segnale politico, serve una decisione del Parlamento che europeizzi l'Italia su questo punto".
Diego Longhin
Huffington Post
09 10 2014
Mara Carfagna chiede a Matteo Renzi di siglare un Patto del Nazareno sui diritti civili: "Partiamo dal modello tedesco"
“Un Patto del Nazareno sui diritti civili, partendo dal modello tedesco per il riconoscimento dei diritti delle coppie gay”.
A parlare è la responsabile del nuovo dipartimento per le libertà civili e i diritti umani di Forza Italia, Mara Carfagna, ex ministro delle Pari Opportunità, sancendo la svolta gay friendly del partito, sollecitata a gran voce da Francesca Pascale, compagna di Silvio Berlusconi. Un messaggio al premier Matteo Renzi per dire che “anche sui temi etici possiamo riscrivere insieme le regole del gioco”.
Carfagna non vuole parlare di “metamorfosi” di Forza Italia, quanto piuttosto di “una naturale evoluzione della sensibilità di un partito. E di unioni gay, di omofobia, o dei diritti delle coppie di fatto ci eravamo già a lungo occupati proprio durante il governo Berlusconi”.
In questi giorni c’è una vera e propria bufera attorno al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per la circolare in cui vieta la trascrizione dei matrimoni gay contratti all’estero. “È probabile che sul fronte del diritto Alfano abbia il potere di farlo” sottolinea Mara Carfagna, secondo cui non si può intervenire con ordinanze, ma “c’è bisogno che la politica decida”. E una base “condivisibile”, da cui partire, è la proposta di unioni di fatto per le coppie gay sul modello tedesco. Quanto alle adozioni, si può discutere di “stepchild adoption”, perché “è la strada più giusta per tutelare il minore”.
Carfagna bacchetta Renzi quando dice che “ha avocato a sé tutte le deleghe sulle Pari Opportunità, con il risultato che sono finiti nel dimenticatoio provvedimenti fondamentali come la lotta al femminicidio, i soldi per i centri antiviolenza, la legge sulle coppie di fatto”. Tuttavia tende una mano al premier proponendo “un nuovo patto per i diritti civili”. Forza Italia si dice pronta, “è evidente che deve mettersi al passo dei grandi partiti conservatori europei, che hanno fatto dei diritti civili una realtà”.