Roberto Bertoni, Articolo 21
24 Novembre 2019
A dieci anni di distanza, non è semplice prendersi cura della memoria di Lea Garofalo, la coraggiosa donna calabrese rea, agli occhi dei suoi assassini, di essere diventata una collaboratrice di giustizia, ribellandosi alla ‘ndrangheta e alle sue spregevoli logiche di potere e di controllo.
La Stampa
19 12 2014
Di lei alla fine sono rimasti duemilaottocentododici frammenti ossei recuperati in un tombino alla periferia di Milano: strangolata e poi bruciata per aver rifiutato l'omertà mafiosa.
E ci sono voluti degli anni e la forza d'animo di sua figlia Denise perché i resti di Lea Garofalo e il suo gesto di libertà diventassero un simbolo della lotta alla mafia. ...
Corriere della Sera
14 07 2014
Nemmeno i funerali celebrati in piazza a Milano nell'ottobre scorso, a quattro anni dal delitto e uno dal ritrovamento dei resti carbonizzati del cadavere, hanno messo fine alla storia terribile di Lea Garofalo, testimone di giustizia ammazzata dal suo compagno che voleva sapere che cosa avesse raccontato agli inquirenti. ...
La Stampa
21 03 2014
Ha cambiato nome e cognome e a tutte le persone che incontra deve inventarsi un passato.
Ma sa sorridere, anche ridere.
Denise Cosco è la figlia di Lea Garofalo, un'eroina della lotta alla 'ndrangheta. Si somigliano, madre e figlia? Sì, si somigliano: "Anche mamma rideva spesso, anzi direi che era una comica", dice Denise.
E pure Denise, come sua mamma, ha avuto la forza di ribellarsi: oggi anche grazie alla sua denuncia suo padre Carlo Cosco è in carcere, condannato all'ergastolo con tre complici. ...