Frontiere News
14 02 2013
Le ultime stime parlano di 70mila vittime nel bagno di sangue siriano, 10mila in più rispetto a un mese fa. L’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, si è così rivolta ieri al Consiglio di Sicurezza: “La mancanza di consenso sulla Siria e l’inattività sono stati disastrosi e a pagarne il prezzo sono stati i civili di entrambe le parti. Saremo giudicati per la tragedia che si è manifestata davanti ai nostri occhi. A questo Consiglio come pure a quelli di noi che occupano ruoli chiave nelle Nazioni Unite sarà giustamente chiesto cosa abbiamo fatto”. Il segretario Onu Ban Ki-moon ha poi dichiarato che “dopo due anni di conflitto non contiamo più i giorni in ore, ma in corpi. Un nuovo giorno, altri 100, 200, 300 morti”.
Rassegna.it
01 02 2013
Adnkronos/Aki) - E' di quattro civili uccisi, tra cui tre studenti universitari, il bilancio dell'attentato condotto questa mattina da uomini armati contro un autobus nella provincia di Aleppo, nel nord della Siria. Lo denuncia l'Osservatorio siriano per i diritti umani che ha sede a Londra.
Rassegna.it
30 01 2013
La Siria "sta andando a pezzi sotto gli occhi del mondo". Qualcosa si muove, anche all'Onu. "Il Consiglio di Sicurezza non può continuare a restare in disaccordo sulla Siria", ha detto l'inviato del Palazzo di Vetro e della Lega Araba Lakhdar Brahimi chiedendo, dopo una riunione a porte chiuse dei 'Quindici', una "azione" da parte del massimo organo politico delle Nazioni Unite.
Ieri circa 80 corpi senza vita, in maggioranza giovani, erano stati rinvenuti dalle milizie ribelli a Bustan al Kasr, quartiere di Aleppo. Le vittime sono state tutte giustiziate con un proiettile sparato alla testa e la maggior parte aveva la mani legate dietro la schiena. I corpi sono stati ritrovati nel fiume Quweiq, che separa i quartieri di Bustan al Kasr e Ansari, entrambi nelle mani dei ribelli. Le milizie accusano l'esercito di essere responsabile del massacro. L'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), aveva riportato "65 cadaveri ritrovati a Bustan al Kasr". E' l'ultimo dei massacri, quello che ha fatto più rumore.
La Siria "si sta distruggendo a poco a poco", ha continuato Brahimi in Consiglio, definendo quello che sta succedendo "orrori senza precedenti". Il massimo organo politico dell'Onu non può restare diviso, afferma, "aspettando che arrivino giorni migliori".
Di fronte alle tragedie quotidianee alla emergenza umanitaria di 700 mila profughi secondo gli ultimi calcoli dell'Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite, l'Onu "non ha altra scelta che restare impegnata".
Per questo Brahimi, a cui ancora ieri il segretario generale Ban Ki-moon e il capo della Lega Araba Nabil Elaraby hanno ribadito la fiducia, continuerà a far uso "di tutto il potere di persuasione" di cui e' capace: "Non sono un rinunciatario".
Il diplomatico algerino ha ereditato il mandato dopo la rinuncia di Kofi Annan: "Non volevo questo lavoro, non mi serve questo lavoro, ma lo faccio per senso di dovere. Me ne andrò solo nel momento in cui capirò che non servo a niente", ha detto ai giornalisti fuori dall'aula del Consiglio di Sicurezza.
A questo scopo, in serata, un nuovo incontro separato con i cinque membri permanenti le cui divisioni finora hanno fermato una posizione comune dei Quindici mentre oggi a Kuwait City l'Onu riunisce una conferenza dei donatori con lo scopo di raccogliere 1,5 miliardi di dollari per le popolazioni civili vittima della guerra civile.
Anche il segretario generale del palazzo di vetro, Ban Ki-Moon, all'apertura della conferenza dei donatori per gli aiuti umanitari in Siria, organizzata in Kwait, ha lanciato un appello a tutte le parti e "in particolare al governo siriano" affinché "si fermi il massacro nel paese, in nome dell'umanità”.