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La strage di bambini in Siria

  • Martedì, 04 Dicembre 2012 15:16 ,
  • Pubblicato in Flash news
04 12 2012

A Damasco la violenza la pagano sempre gli innocenti

Governo e ribelli si contendono ormai la capitale. Un colpo di  mortaio lanciato dai ribelli ha colpito poco fa una scuola nei pressi di Damasco uccidendo ventinove bambini e un insegnante.  Lo riporta la televisione di stato secondo la quale: ”In un crimine orrendo, otto studenti e il loro insegnante sono stati uccisi nella scuola di Bteiha nel campo Wafideen vicino Damasco dal lancio di un mortaio da parte dei terroristi’”

BATTAGLIA A DAMASCO - Una conferma è arrivata anche dal Syrian Observatory for Human Rights e la notizia non stupisce davvero, semmai stupisce che nella capitale siriana, che negli ultimi giorni ha visto forze governative e ribelli darsi battaglia perdendo e riconquistando interi quartieri della capitale, sparandosi senza sosta tra le le abitazioni.
 
RIBELLI IN RIPRESA - La recrudescenza dei combattimenti si deve anche a una maggiore verve dei ribelli, che dopo una fase di stanca sembrano essere finalmente riusciti a logorare le forze di Assad in maniera significativa, tanto da strappare loro le prime porzioni di Siria “liberata. Un verve che sembra animata soprattutto dalle milizie più radicali, in particolare di Jabhat al-Nusra, gruppo estremista che si dice legato ad al Qaeda, l’allargarsi del quale è stato oggetto di una denuncia da parte di un portavoce dell’ala più moderata dell’Esercito della Siria Libera.

QAEDISTI UP - Secondo la denuncia ci sarebbero ora tra i 6.000 e i 10.000 combattenti di Jabhat al-Nusra, tra il 7,5 e il 9% dell’esercito ribelle, erano appena il 3& tre mesi fa e l’1% all’inizio dell’anno. Crescono perché vincono: “Dai rapporti che abbiamo dai medici, la maggior parte dei morti e feriti del FSA sono di Jabhat al-Nusra, perché sono coraggiosi e sempre in prima linea”. Così il messaggio inviato al Dipartimento di Stato da parte dei “moderati”, sicuri che sia l’orecchio giusto al quale far giungere notizie del genere.

DEFEZIONI E DIPLOMAZIA - Nel frattempo si è involato il portavoce del ministero degli esteri Jihad Makdissi, che pare non fosse più gradito al regime e che nel dubbio avrà preferito la certezza di un rifugio a Londra al rientro in patria da Beirut, dov’era per uno degli innumerevoli incontri diplomatici che sembrano costellare inutilmente la crisi siriana. Una crisi fatta soprattutto di voci e di sospiri, di balletti diplomatici e di una comunità internazionale che negli ultimi giorni sembra credere all’avvicinarsi di una resa o di una fuga da parte di Assad, a proposito del quale non mancano nemmeno le voci che lo danno per morto da qualche tempo.

NUMERI BRUTTISSIMI - Quello di cui si può essere sicuri è l’evidenza dei grandi numeri, i ribelli guadagnano effettivamente terreno e i siriani in fuga dalla guerra aumentano costantemente, mentre la violenza continua ad esigere alcune decine di vittime e chissà quanti feriti ogni giorno, gonfiando ogni giorno di più un totale già tragico che vola oltre i 40.000 morti, i 200.000 feriti e quasi due milioni di siriani in fuga da casa, di cui mezzo milione che hanno già attraversato i confini e si trovano per lo più nei paesi vicini, ospitati in campi vicini alla frontiera siriana.

Siria, la guerra riaccende la vendita delle schiave

  • Venerdì, 30 Novembre 2012 13:13 ,
  • Pubblicato in Flash news
Diritto di critica
30 11 2012

Possono avere 16 anni come 25, essere bambine o vedove di guerra, sole o con famiglia: sono merce preziosa e a basso costo, gli acquirenti accorrono. Nei campi profughi siriani è ricominciato – dopo anni di divieto – il commercio delle spose. Ricchi sauditi arrivano e comprano giovani siriane. Dietro di loro una famiglia alla fame con in mano 1000 euro, a volte anche 5000. Non è “tradizione islamica”: è disperazione delle famiglie e avidità dei compratori.

A Homs, Aleppo, Idlib, Damasco, continuano a piovere bombe. Non si può tornare a casa, non c’è più lavoro: i pochi soldi portati via in fretta durante la fuga son già finiti, dopo un anno di guerra civile. E gli aiuti nei campi profughi sono razionati, a volte insufficienti. Le prospettive di una pace sono lontane – ad ogni notizia di un bombardamento o di un attentato dei ribelli, i tempi si allungano di anni. I profughi siriani, ormai 5 milioni in tutto il Paese e circa 500mila in Turchia, hanno davanti a sé anni di povertà e miseria.

Da qui è ripartito il traffico di esseri umani, la vendita di donne e bambine come spose. Gli attivisti per i diritti umani in Siria denunciano un fenomeno in crescita: le decine di casi diventano centinaia. I tassisti di Amman si sono attrezzati e cercano di rimorchiare in aeroporto gli arabi provenienti da Abu Dhabi, Kuwait City, Doha. Sanno che hanno soldi, e provano a raccogliere le briciole. Così portano i ricchi visitatori nelle vicinanze dei campi profughi, presentano le “fidanzate” all’acquirente e contrattano. Questi “procuratori di commercio” pare chiedano alla famiglia delle ragazze soldi o pacchi alimentari ricevuti nel campo per scegliere la figlia, in modo da avere più possibilità di “piazzarla”. Poi gli acquirenti pagano, e partono con la sposa. I prezzi, secondo gli attivisti, sono ancora alti, ma in discesa: dai 5mila euro di qualche mese fa, ora basta anche solo mille euro per convincere una famiglia.

C’è chi dice no, ovviamente, e difende l’onore di sua figlia di fronte alla miseria. E c’è chi non può permetterselo. E’ la guerra, e non è la prima volta che succede: tra il 2005 e il 2007 successe in Pakistan, durante i bombardamenti “mirati” dei droni. E succede ad ogni guerra – in Cecenia, in ex-Jugoslavia, in Africa. Miseria e disperazione sono un connubio troppo potente. Forse per questo il concetto occidentale di libertà perde valore. Scegliere il proprio marito diventa secondario, quando potresti morire di bombe o di fame una settimana dopo. E la fame dei fratelli o dei genitori fa più male, forse, delle nozze con uno sconosciuto in un Paese straniero. La condanna (e la repressione di polizia, anche internazionale, per traffico di esseri umani) va ai trafficanti e agli acquirenti, ma prima di giudicare le famiglie e le figlie, chiediamoci cosa faremmo al posto loro. Senza ipocrisia.

Siria: Ong, bombe su Aleppo, 15 morti e strage di bambini

  • Giovedì, 29 Novembre 2012 14:38 ,
  • Pubblicato in Flash news
Ansa
29 11 2012

Almeno 15 persone sono state uccise oggi, tra cui cinque bambini, in un bombardamento aereo governativo su un quartiere di Aleppo, in Siria, secondo quanto riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus).
Il bombardamento, secondo la ong, è avvenuto sul quartiere di Al Ansari e ha provocato il crollo di due edifici. Anche due donne sono rimaste uccise, ed una ventina di altre persone ferite, aggiunge la fonte.
In un video messo in Rete da un gruppo di attivisti dell'opposizione, si vedono i cadaveri di quattro bambini, il più piccolo apparentemente di circa un anno, deposti insieme per terra in una stanza, mentre un uomo recita preghiere islamiche.
Le chiamano "spose a basso prezzo". Mogli bambine, facili da trovare, facili da portare via, con le famiglie disposte a tanto pur di veder migliorate anche solo di poco le loro disastrose situazioni economiche nei campi profughi sempre più gremiti e disperati lungo il confine.
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Un attimo, e l'inferno li ha inghiottiti. L'orrore non ha limiti nel mattatoio siriano. Una bomba a grappolo lanciata su un campo di calcio in un sobborgo di Damasco ha fatto strage di bambini: dieci i morti, riferiscono gli attivisti anti-regime citati dalla Bbc.
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