Decapitate due donne: "Streghe"

Sarebbero oltre 3 mila le persone giustiziate dai miliziani del califfo al-Baghdadi in un armo di occupazione in Siria e Iraq. Uccisi con armi da fuoco, decapitati, crocifissi, lapidati. Ma finora a nessuna donna era stata tagliata la testa. 
Chiara Cruciati, Il Manifesto ...

Libera, kurda e comunista

Kobane è di nuovo libera. Il colpo di coda dello Stato islamico è durato appena 48 ore. "È un grande giorno per noi. Daesh è il primo nemico delle donne. I miliziani dello Stato islamico non accettano che uomini e donne siano uguali per questo hanno formato uno stato contro le donne".
Giuseppe Acconcia, Il Manifesto ...

A Kobane oltre 150 vittime

A Kobane è in corso una strage. I jihadisti dello Stato islamico (Isis) sono stati circondati dai combattenti kurdi in tre punti della città. Nell'ospedale Mishtenour a ovest del centro urbano sono ancora asserragliate decine di jihadisti. Nel ristorante Kitdi ci sono tre uomini mascherati. Infine almeno cinque sono i cecchini di Isis posizionati sui tetti dei palazzi intorno piazza Azadi (libertà). "Uccidono ogni bersaglio mobile".
Giuseppe Acconcia, Il Manifesto ...

Il Manifesto
23 06 2015

Abbiamo incon­trato Moha­med Arif all’ospedale Amal di Kobane. Solo tre cen­tri medici sono attivi nel cen­tro urbano: un ospe­dale mili­tare e il poli­cli­nico di Medici senza fron­tiere. Prima di lasciare Kobane i jiha­di­sti hanno fatto sal­tare in aria anche il grande ospe­dale cittadino.

Moha­med Arif è stato uno dei pochi medici a non aver mai lasciato la città durante l’assedio di Isis. Ci accom­pa­gna nelle povere sale dell’ospedale dove opera un’equipe medica dav­vero motivata.

In quali con­di­zioni operate?

Ci sono appena 22 posti letto per 41 pazienti al giorno. 110 sono i feriti e i pazienti trat­tati ogni giorno dal pronto soc­corso. Pur­troppo eccetto le fami­glie dei mar­tiri o altre asso­cia­zioni legate ai com­bat­tenti Ypg gli altri devono pagare, anche se la metà del prezzo stabilito.

Quando è arri­vato a Kobane?

Dopo gli scon­tri tra Els e mili­tari dell’esercito ho deciso di lasciare Aleppo. Mi sono sta­bi­lito qui defi­ni­ti­va­mente quando Kobane era cir­con­data da tre lati dallo Stato isla­mico. Fin­ché nel set­tem­bre 2014 Isis ha avviato la grande ope­ra­zione di asse­dio della città.

Quante per­sone sono state uccise in quei giorni?

Non so di pre­ciso. Erano tutti civili. L’Is col­piva i civili sti­pati alle fron­tiere. In un solo colpo hanno ucciso 23 per­sone. A quel punto non pote­vamo più con­tare i numeri di morti e feriti. Per 25 giorni nes­suno ha spa­rato un colpo con­tro l’Isis. È stato incre­di­bile vedere la fron­tiera turca chiusa per noi è aperta per Isis.

Come pas­sa­vano le gior­nate in ospe­dale con lo Stato isla­mico in città?

Ho assi­stito alle scene più stra­zianti della mia vita. Alcuni volon­tari ci por­ta­vano i feriti dal fronte. Tra loro un gio­vane di 23 anni al terzo anno di Uni­ver­sità. Ha ini­ziato quando uno dei suoi com­pa­gni è stato ucciso e ha preso il fucile del suo amico. Dopo una set­ti­mana è stato ucciso. Molte gio­vani donne hanno ini­ziato a com­bat­tere. Tante hanno smesso di stu­diare per com­bat­tere. Abbiamo curato una ragazza ferita. Dopo due ore ha lasciato l’ospedale per tor­nare in battaglia.

Ma ora le cose vanno meglio?

L’approdo del par­tito di sini­stra filo-kurdo (Hdp) in par­la­mento in Tur­chia è un suc­cesso impor­tante. Hdp ora deve fare un primo passo per gli abi­tanti di Kobane e per i kurdi: aprire i con­fini per­ché possa con­ti­nuare la resi­stenza con­tro Isis, per miglio­rare la vita dei civili, per­ché dalla Tur­chia rien­trino nella loro città.

E poi i com­bat­tenti di Ypg e Ypj ina­nel­lano vit­to­rie su vittorie?

I Ypg hanno molta popo­la­rità qui a Kobane per­ché hanno pro­tetto i civili che si sono rifiu­tati di rima­nere sotto il con­trollo di Daesh. E per que­sto hanno pagato con un numero altis­simo di vit­time. Alcuni giorni arri­va­vano anche fino a 30 cada­veri. In un solo giorno ci sono stati 65 feriti. Fino alla libe­ra­zione di Kobane abbiamo con­tato 480 Ypg morti e 800 feriti.

Vivere in un con­te­sto di guerra civile deve averla segnata come medico?

Mi sono indu­rito nei sen­ti­menti. Però sono felice di essere un medico di guerra. Da ragazzo avevo il sogno di ser­vire all’umanità ma non era mai stato così nella pra­tica. Ora vivo que­sta con­di­zione quotidianamente

Siria, l’Is rapisce 1.200 bambini a Mosul

Persone e dignità
22 06 2015

La denuncia viene dal portavoce del Kurdistan Democratic Party, Said Mimousini: ”A Mosul i jihadisti hanno rapito 1.227 bambini e li hanno portati al campo di al-Salamiya per essere addestrati”. Giovedì 18 giugno il Consiglio di Sicurezza dell’Onu aveva approvato una risoluzione per stigmatizzare la crescita dei rapimenti di minori durante i conflitti armati. Secondo alcune testimonianze, mai
confermate, nel campo l’Is avrebbe creato un vero e proprio dipartimento per addestrare i minori di 18 anni, sia al combattimento che agli attacchi suicidi. (Nella foto alcuni piccoli profughi nel campo di Akcakale, nella provincia di Sanliurfa).

Intanto a Palmira i militanti dello Stato islamico hanno piazzato delle mine nelle rovine millenarie dell’antica Palmira, nel cuore della Siria. Lo ha riferito domenica 21 giugno l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Non è tuttavia chiaro se l’intenzione dei terroristi sia quella di scoraggiare l’avanzata delle forze governative oppure di distruggere il sito archeologico, come già accaduto in Iraq. “Numerosi ordigni sono stati piazzati intorno all’anfiteatro romano”, ha detto il responsabile dell’Osservatorio, Rami Abdulrahman. Un mese fa l’Isis aveva rivendicato l’esplosione della prigione militare di Palmira, avvenuta pochi giorni dopo la presa della città patrimonio dell’Unesco, che si trova nella provincia di Homs.

L’Ong riferisce poi di bombardamenti dei caccia di Damasco sulla città, che hanno causato vittime, e violenti combattimenti a al-Baiarat al-Gharbia.

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