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Dopo quattro anni di guerra la Siria si spegne

  • Venerdì, 13 Marzo 2015 12:58 ,
  • Pubblicato in Flash news

Globalist
13 03 2015

La sconcertante realtà è emersa dall'analisi di alcune immagini satellitari, effettuata dagli scienziati dell'Università di Wuhan in Cina.

"Dal 2011, il popolo siriano e i suoi milioni di bambini sono stati catapultati in un buio angoscioso, deprivato, impaurito e addolorato per la perdita di familiari, persone care, amici, e del paese che tutti conoscevano. Dobbiamo fare luce sulla più grande crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale, una crisi che la comunità internazionale non ha finora saputo affrontare lasciando milioni di bambini e le loro famiglie senza aiuti e protezione," ha dichiarato Valerio Neri Direttore Generale di Save the Children Italia.

Il video virale, ideato dall' Agenzia Don't Panic, (la stessa che ha realizzato nel 2014 il video Most Shocking Second a Day sulla guerra in Siria che ha realizzato oltre 45 milioni di visualizzazioni in tutto il mondo) - inizia con l'immagine di un adolescente siriano che vive una vita confortevole, con poco da temere eccetto il buio. Solo dopo ci si rende conto che in realtà sta vivendo un flashback di quattro anni prima. Oggi è un uomo di 17 anni che fa il possibile per salvare altre giovani vittime del conflitto dal buio che li circonda.

Unendo la propria voce a quella delle altre Ong e alla Coalizione #WithSyria, Save the Children chiede che si faccia il massimo per "riaccendere le luci" in Siria: privilegiando una soluzione politica incentrata sul rispetto dei diritti umani; potenziando la risposta umanitaria per la popolazione siriana, e in particolare i bambini, all'interno del Paese, e all'esterno dove vivono milioni di rifugiati, inclusa l'accelerazione dei programmi di re-insediamento. insistendo sulla richiesta di cessazione degli attacchi sui civili delle parti coinvolte nel conflitto e sulla richiesta che venga consentita la distribuzione degli aiuti umanitari.

Il quarto anniversario del conflitto siriano è stato, ancora una volta, un giorno di sangue e lutto. Un'autobomba è scoppiata a Homs uccidendo quattro persone e ferendone una quindicina. Almeno 50 civili sono rimasti uccisi nel nord-ovest della Siria in violenti scontri tra le forze del regime di Bashar al-Assad e i ribelli. Mentre inizia il quinto anno della più sanguinosa guerra civile dell'epoca contemporanea, la situazione dei milioni di rifugiati interni e nei paesi limitrofi è sempre più disperata. 
Roberta Zunini, Il Fatto Quotidiano ...

Il Manifesto
10 03 2015

“La nostra è una rivoluzione di di donne”, è il messaggio del leader curdo Abdullah Ocalan, letto ieri nella città siriana di Kobane, liberata lo scorso gennaio dall’assedio dei miliziani dello Stato islamico (Isis)

Global Project
25 02 2015

La Campagna Rojava Calling, i movimenti e le associazioni, i movimenti e le associazioni coordinate nella Rete Kurdistan Italia che in questi mesi hanno messo in atto pratiche di solidarietà militante a fianco dei profughi di Kobané e del Rojava, proseguono l’intervento di supporto ai profughi ed alla resistenza del popolo kurdo.

Più di duecentomila profughi, fuggiti dalla regione del Rojava, nel nord della Siria, in seguito ai massacri perpetrati dalle milizie del califfato nero, sono stati accolti in campi e villaggi nei territori kurdi della Turchia orientale interamente gestiti e organizzati dalla rete di volontari e militanti delle associazioni kurde senza alcun aiuto dallo stato turco né di alcun organismo internazionale.

Sono necessari fondi per l’acquisto di strumenti e attrezzature sanitarie urgenti per l’assistenza ai profughi, in gran parte bambini, donne e anziani esposti alle condizioni avverse del clima invernale ed alla precarietà della situazione igienico sanitaria dei campi.
Dai primi di novembre numerose staffette partite da tutt’Italia hanno portato aiuti e riportato notizie e informazioni dirette sul conflitto siriano e la resistenza di Kobane. La prima Staffetta sanitaria per Kobane, partita a metà dicembre, ha supportato il lavoro nei campi dei medici volontari di Suruc, a pochi km dal confine siriano e da Kobane, ed ha raccolto le richieste dei materiali sanitari più urgenti per poter garantire l’assistenza minima alla popolazione dei campi profughi. A seguire, sono stati raccolti ed inviati quantitativi di farmaci indicatici come indispensabili per curare le malattie più diffuse nei campi e nei villaggi.

Ora è necessario uno sforzo ulteriore per raccogliere ed inviare le somme necessarie all’acquisto di attrezzature sanitarie ed organizzare a breve la partenza di staffette sanitarie.
Nello specifico è indispensabile assicurare nel più breve tempo possibile:

 Fondi per l’acquisto immediato di: defibrillatori, ecografi, elettrocardiografi, barelle, saturimetri, sfigmanometri, fonendoscopi e strumenti sanitari per i diversi tipi di intervento.
 Fondi per l’acquisto di un mezzo di trasporto attrezzato, da un’ Automedica ad una Unità Mobile di Primo Soccorso per consentire a medici e infermieri di raggiungere rapidamente tutti i campi profughi e i villaggi dislocati nel territorio della municipalità di Suruc e dintorni.
 Organizzazione e partenza di piccoli gruppi di medici e infermieri con specializzazioni ed esperienza in ambito pediatrico, ortopedico, ginecologico, odontoiatrico, chirurgico.
I fondi raccolti verranno inviati alla Associazione Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia onlus che provvederà al trasferimento e darà pubblicamente conto del loro utilizzo.

Per chi volesse inviare direttamente fondi a Mezzaluna rossa kurda: IBAN: IT63P0335901600100000132 226 - Causale “Assistenza sanitaria”
Per le disponibilità alle partenze nelle staffette sanitarie e altri contributi:
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - FB: Staffetta Romana per Kobane ; Rojava Calling

"Più armi che pane, questa è la Siria"

"Basta poco in Siria per diventare perseguitati: la tua vita all'improvviso diventa un inferno". Ancora la parola "inferno", l'unica secondo Aban che rende l'idea della situazione anche sociale del suo Paese. I due giovani fanno parte di un gruppo di 136 siriani giunti a Salerno ieri. Molti sono uomini, ma non mancano i nuclei familiari. Ci sono mamme con bimbi piccini, ma ci sono anche donne anziane. 
Petronilla Carillo, Il Mattino...

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