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Sotto sotto siamo tutti troll

  • Lunedì, 22 Settembre 2014 08:14 ,
  • Pubblicato in L'Articolo
Troll su internetSerena Danna, Corriere della Sera
21 settembre 2014

L'anonimato è da sempre l'imputato numero uno quando si tratta di ricercare le cause dell'aggressività online. Che si tratti di un professionista del disturbo - il cosiddetto troll - o, semplicemente, di un utente che inquina la conversazione con linguaggi e pensieri volgari, la soluzione per molti è sempre la stessa: abolire l'anonimato online. ...

Sotto sotto siamo tutti troll

L'anonimato è da sempre l'imputato numero uno quando si tratta di ricercare le cause dell'aggressività online. Che si tratti di un professionista del disturbo - il cosiddetto troll - o, semplicemente, di un utente che inquina la conversazione con linguaggi e pensieri volgari, la soluzione per molti è sempre la stessa: abolire l'anonimato online.
Serena Danna, Corriere della Sera ...

Siamo pesci nella rete (Manuele Bonaccorsi, Left)

Il sorpasso, alla fine, è arrivato. Internet batte la carta, per lettori e per ricavi pubblicitari. Potrebbe sembrare l'inizio di una nuova era, nella quale la comunicazione è più libera e interattiva, ...
Federico Rampini, La Repubblica
6 agosto 2014

Qual'è il medico più consultato dagli americani? E' Google. Proprio così: milioni di americani (e non solo loro), quando hanno dei sintomi di malattia vanno prima di tutto a fare un'indagine online, usando il motore di ricerca Google che a sua volta saccheggia Wikipedia e varie enciclopedie mediche in rete. ...

Il Fatto Quotidiano
19 06 2014

“My name is Sweetie e ho 10 anni…” inizia così il filmato di 7 minuti e 42 secondi che ha aiutato le forze di polizia di alcuni paesi a identificare ed arrestato i cacciatori perversi di bambini sul web. L’avatar, la bambina virtuale filippina, creata per smascherare i pedofili online in tutto il mondo, ha vinto il Leone d’oro della pubblicità a Cannes.

La campagna Sweetie, presentata nel novembre scorso, è stata ideata da Terre des Hommes Olanda assieme all’agenzia Lemz di Amsterdam per la lotta al turismo sessuale minorile tramite webcam. Molti orchi cercano bambini sui siti di incontri, appena vedono che si collega una ragazzina filippina si presentano subito: fanno richieste di ogni tipo. Ma Sweetie non è reale ed è solo una trappola in cui cadono le persone a caccia di bambini di cui abusare.

Grazie alla simulazione, accessibile nelle chat online, nel 2013 in meno di due mesi e mezzo i ricercatori sono riusciti a identificare oltre mille adulti pronti a pagare bambini nei Paesi in via di sviluppo per prestazioni sessuali davanti alla webcam. I fascicoli sono stati consegnati all’Interpol.

La campagna è stata vista da oltre un miliardo di persone e ha dimostrato che questa tecnica d’investigazione è efficace per intercettare pedofili. La petizione online lanciata subito dopo la presentazione è stata firmata da mezzo milione di persone, il che permette di fare pressione sui governi perché adottino questo tipo di tecniche per identificare i pedofili in rete.

Sulla base delle prove raccolte grazie a Sweetie, la Polizia di Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Irlanda, Belgio e Sud Africa ha già arrestato dei pedofili.

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