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Lipadusa, l'altra faccia dell'isola dei migranti

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l'Espresso
04 12 2014

Una ricerca sulla vera identità di Lampedusa, che la scolli dall'immaginario consolidato di migrazione, tragedie di mare, disperazione e miseria. Un progetto, un libro e una mostra per raccontare l'isola nella sua unicità. Questo lo scopo di Lipadusa, storie di vita e di mare, personale di Calogero Cammalleri, realizzata in collaborazione con Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group.

La mostra, dal 7 dicembre all'8 marzo al Museo Civico di Castelbuono, presenta una selezione di fotografie tratte dal libro Lipadusa, pubblicato da Fabrica lo scorso settembre, dopo un soggiorno di Cammalleri a Lampedusa durato otto mesi. Le foto raccontano l'unicità di Lampedusa: geograficamente già Africa, ma politicamente ancora Italia. E ritraggono lo scorrere della vita di pescatori, bambini e animali di Lampedusa, impressioni oniriche, attimi colti in bianco e nero, sfocati nella trasfigurazione di una realtà senza tempo. Diventato una presenza familiare per gli isolani, Cammalleri è riuscito a superare l'iniziale diffidenza di chi ha visto troppe telecamere e macchine fotografiche alla ricerca di uno scoop. Calogero è lui stesso un migrante di ritorno: partito a tre anni con la sua famiglia dalla Sicilia per la Germania, torna nella sua terra dopo diciassette anni a cercare le sue origini.

Lipadusa è parte di Sciabica, progetto di slow journalism prodotto da Fabrica, all’indomani del naufragio del 3 ottobre 2013, quando 368 persone morirono nel Canale di Sicilia. Nelle settimane immediatamente successive alla tragedia, quando per i ritmi serrati della cronaca ormai Lampedusa non faceva più notizia, Sciabica ha narrato la vita di migranti e lampedusani, fatta di convivenza, emergenza e solidarietà.

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