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L’hashtag, la rabbia, la libertà: cosa vuol dire #JeSuisCharlie

l'Espresso
09 01 2015

Era scontato: l’hashtag #JeSuisCharlie è diventato trending topic su Twitter. “Siamo tutti Charlie Hebdo” ha riempito anche le cronache dei giornali e le trasmissioni televisive.

Ma cosa vuol dire “Siamo tutti Charlie Hedbo”? Di quali contenuti dobbiamo riempire questa frase perché non resti solo una forma moderna, digitale, per esprimere solidarietà alle vittime di un atto di barbarie? Probabilmente non c’è una risposta unica. Proverò allora a spiegare cosa significa per me.

La rabbia. Ognuno di noi ha una percezione di cosa è giusto e di cosa invece non lo è. Quando subiamo o siamo testimoni di un atto che percepiamo come profondamente ingiusto, proviamo rabbia, vorremmo reagire immediatamente, mettere in campo azioni che ripristino il corretto andamento delle cose per come le vediamo noi. Ma agire sotto impulso della rabbia quasi mai aiuta. Meglio riflettere, capire, soppesare le reazioni cercando di valutarne i benefici e le possibili conseguenze. Quindi agire per ristabilire il corretto equilibrio delle cose.

Al processo contro Charlie Hebdo, nel marzo del 2007, il Presidente della Repubblica François Hollande, chiamato a testimoniare in qualità di segretario del Partito socialista disse: «La libertà d’espressione è un principio assoluto. Possiamo denunciare il terrorismo escludendo il legame con la religione quando invece sono i terroristi stessi a fare questo legame?».

Nella sentenza di assoluzione del giornale satirico francese i magistrati ricordarono che la libertà di espressione vale anche per le idee che “feriscono, scioccano o inquietano”.

La libertà. L’assalto a Charlie Hebdo non è solo un attentato contro la libertà di stampa. E’ un attentato contro la libertà di tutti. Una libertà conquistata con battaglie che alcuni giornali quotidianamente cercano di difendere. Libertà di critica, di satira, di controllo sui poteri. Questo fanno, o dovrebbero fare, i giornalisti. Questa libertà di esprimere le proprie opinioni, anche in modo a volte irriverente, grazie alla Rete e ai social media, oggi è garantita a tutti. E a tutti è dato facoltà di difenderla.

Ecco perché “Siamo tutti Charlie Hebdo” ha un significato preciso per ognuno di noi. Vuol dire difendere l’identità, la cultura, i valori, i diritti, il modo di vivere e di lavorare in cui crediamo. #JeSuisCharlie vuol dire continuare a fare le cose che abbiamo scelto, che riteniamo giuste. Vuol dire rispettare la libertà che vogliamo difendere. Vuol dire continuare a fare quello che abbiamo scelto di fare ogni giorno, difendere il nostro modo quotidiano di vivere in mezzo agli altri. Senza cedimenti. Battersi per i diritti di tutti, anche con una penna contro i kalashnikov, è la risposta.

Marco Pratellesi

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