Flash news

Il Sole 24 ore
02 12 2015

Un mercato del lavoro ancora in difficoltà, con gli indicatori principali che evidenziano un miglioramento rispetto al 2014 ma con segnali di rallenatmento tra settembre e ottobre. ...

Giorgio Pogliotti

Il Manifesto
01 12 2015

Occupati sempre più anziani, mentre aumentano i giovani 
senza lavoro. E il mercato del lavoro italiano fotografato da un`indagine della Fondazione Di Vittorio della Cgil presentato ieri a Roma. Tra il 2007 e il 2015 il numero degli occupati tra i 55 e 64 anni è cresciuto di un milione e 326 mila unità e il tasso di occupazione specifico ha segnato un aumento straordinario dal 33.4% al 48.1%. Tra i giovani occupati fino a 34 anni, invece, il tasso del disagio economico aumenta di mezzo punto, mentre la quota di occupati a termine e part-time involontario aumenta dal 35.8 al 36.3%. ...

La Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids (LILA) denuncia la crescita progressiva del numero di persone che non si sono mai sottoposte all'esame dell'Hiv: nel 2015 oltre il 20% di chi ha contattato l'associazione non aveva mai fatto il test. Il dato sale al 36% in uno studio condotto sulla popolazione generale.

Scarica l’infografica della ricerca QuestionAids sul test Hiv
Scarica il video della campagna “Fatti un regalo, fai il test”

La popolazione italiana ha un rapporto problematico con il test dell’Hiv: è quanto emerge dal Rapporto 2015 dei centralini telefonici LILA presentato in occasione della Giornata Mondiale dell’Aids. Il 20,62% delle 5703 persone che hanno chiamato la Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids (LILA) tra il 30 settembre 2014 e il 30 settembre 2015 non avevano mai fatto l'esame dell'Hiv, nonostante che, avendo contattato l’associazione, hanno dimostrato di essere sensibili al tema. La percentuale di persone che non hanno mai fatto il test raggiunge il 36% del totale nello studio “Questionaids” condotto dalla LILA e dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna su un campione di popolazione generale.

“Fare il test rappresenta un problema per sempre più persone - commenta il presidente della LILA Massimo Oldrini - si tratta di un dato che va di pari passo con il fatto che in Italia oltre il 50% delle persone scopre di avere contratto l’Hiv in una fase molto avanzata dell’infezione”. “Nel nostro paese continuano a mancare completamente programmi nazionali di informazione e prevenzione – denuncia Oldrini – nonostante ogni anno contraggano l'Hiv circa 4000 persone”.

“Sappiamo che molte persone che hanno avuto rapporti sessuali a rischio evitano di fare il test perché spaventate dalle frequenti discriminazioni e dall’isolamento che seguirebbero un eventuale esito positivo – afferma Oldrini – per questo anche le attività di contrasto allo stigma possono favorire la prevenzione”. Oggi il virus viene trasmesso nella maggior parte dei casi da persone non consapevoli di aver contratto l'Hiv che, nel periodo che intercorre tra l'infezione e i sintomi che le obbligano a fare il test, possono trasmettere il virus a molte altre.

Per fare fronte al fenomeno delle diagnosi tardive, da qualche anno LILA sta sperimentando percorsi di proposta del test dell’Hiv fuori dagli ambiti ospedalieri al fine di facilitarne l’accesso e raggiungere gruppi di popolazione a più alto rischio di infezione. Per finanziare questa iniziativa LILA ha lanciato la Campagna “Fatti un regalo, fai il test!” con la testimonial Nina Zilli, che durerà fino al 6 dicembre: inviando un sms al 45504 si doneranno 2 euro che saranno utilizzati per promuovere la conoscenza e la diffusione del test rapido salivare per l’Hiv.

Info sulla Campagna SMS solidale
Info sulle iniziative delle sedi locali in occasione del 1° dicembre
Scarica il report completo sulle attività dei centralini LILA
Scarica tutte le infografiche della ricerca "QuestionAids"

Il Fatto Quotidiano
30 11 2015

Il ministro dell'Economia ipotizza una riduzione della crescita dopo le stragi di venerdì 13 novembre. La ministra della Difesa, Roberta Pinotti, parla di "doccia gelata" mentre il premier Renzi si dice fiducioso, almeno "al momento". In realtà, le stime economiche sono al ribasso da tempo, come confermato dai dati Istat e da quelli parlamentari, il governo cerca di giustificarsi con l'allarme dell'Isis. ...

Salvatore Cannavò

Loredana Lipperini
30 11 2015

Esattamente quattro anni fa usciva un gran libro di Nina Power, La donna a una dimensione. Lo hanno dimenticato in molti, come è diventato normale, ed è diventato normale fare spallucce e giustificarsi con la gran mole di titoli. Lo faccio anche io.

Però quel libro andrebbe recuperato oggi, in un momento in cui i processi descritti da Power sono andati avanti, e quella che sembrava un'onda difficile da contenere è stata contenuta, eccome.
Con la complicità di chi ha fatto surf su quell'onda.

Quattro anni fa, 2011, l'anno del 13 febbraio e di Se non ora, quando?, che ha saputo indubbiamente radunare e convogliare le tante anime dei femminismi, e invitare le donne attive sui territori a organizzarsi e a fare rete.
Bellissimo, e importante.

Ma è altrettanto importante, e in negativo, quello che è successo dopo: perché mi sembra difficilmente negabile che una delle funzioni di Snoq (o almeno di parte del suo gruppo centrale) sia stata quella di consegnare quel patrimonio a un partito.

Il Pd, nel caso.

E di usarlo per battere Berlusconi, si diceva allora. Nei fatti, per far rientrare nei ranghi le battaglie non delle sole donne, ma comuni (ah, il vecchio discorso, che occorrerebbe ogni volta ripetere: non esiste società civile se non si raggiungono pari opportunità, fra persone di ogni appartenenza sessuale e naturalmente fra persone di ogni provenienza sociale, perché le due cose vanno insieme).

Sia. E' avvenuto, appartiene al passato e non si può modificare. Ma mi piacerebbe molto, ora, rivolgermi alle donne che sono state elette nel Pd e che provenivano dalle fila di Snoq. Mi piacerebbe che mi rispondessero su un punto.

Nella legge di stabilità 2016, all'articolo 1, comma 334, gli stanziamenti per le Pari Opportunità subiscono un taglio di 2,8 milioni di euro l'anno nel triennio 2016-2018.
Lo sanno, se ne sono accorte? Hanno qualcosa da dire sul fatto che nel 2018 gli stanziamenti passeranno dai circa 28 milioni previsti inizialmente per il 2016 (e ridotti a circa 25) a 17.597.000? Prevedono di fare qualcosa? O almeno di dire qualcosa?

E per chi, già ora, ritiene di dover dire che gli stanziamenti per le Pari Opportunità vengono tagliati nell'ambito di una generale riduzione degli stanziamenti per la Presidenza del Consiglio, verrebbe da rispondere chiedendo perché le Pari Opportunità sono ancora appannaggio della medesima. E per chi volesse aggiungere che le Pari Opportunità sono poca cosa rispetto a tutto quello che si deve fare per i giovani, gli anziani, i disoccupati, la risposta è sempre quella: non esiste avanzamento sociale ed economico se prima non si risolvono le disparità.

Noi che l'11 febbraio c'eravamo, e anche chi non c'era, attendiamo con fiducia.

Amici del Baobab
24 11 2015

La risposta che attendevamo sull’emergenza transitanti nella Capitale è arrivata questa mattina, dopo cinque mesi. Ventiquattro migranti sono stati prelevati dal centro Baobab per l’identificazione, tra di essi eritrei, etiopi e magrebini. Strano modo di intervenire, in tenuta antisommossa e con unità cinofile; proprio ora che i migranti sono drasticamente diminuiti iniziano perquisizioni ed identificazioni per allontanarli dal luogo che per cinque mesi ha coperto un buco dell’amministrazione pubblica sostenendosi col mero volontariato.

Sarebbe questa la risposta che, come Paese civile, riusciamo a mettere in atto per affrontare l’ “emergenza profughi”? E’ un atto di violenza che noi volontari condanniamo con fermezza e dal quale ci dissociamo, perché lascia in strada persone incolpevoli, alimentando una caccia all’uomo alimentata dalla paura di atti terroristici, amplificata mediaticamente e politicamente dopo i fatti di Parigi.

Il terrore in questi mesi al Baobab c’è stato ogni giorno. A partire da Delina, non più di tre anni e dedita a pettinare i capelli dei volontari. E’ una terrorista, sì, perché se la si guarda negli occhi incute il terrore del senso di colpa suscitato dalla nostra inerzia e dai nostri pregiudizi. E’ terrorista anche Adhanet, 35 anni, che ha percorso il Sudan e ha subito le percosse e le violenze della polizia libica in un centro di detenzione nel quale sono stati fucilati davanti a lei quindici uomini. Sono terroristi i 35 mila profughi, accolti da noi mentre tentavano di raggiungere il Nord Europa in fuga da guerre e dittature e provati da un viaggio che passa per l’orrore della Libia e dei barconi.

Dove era lo Stato durante questa processione invisibile e silenziosa? Dove era mentre transitavano in Italia da clandestini, senza un nome, per evitare di essere identificati entrando nel meccanismo perverso di Dublino?

Noi volontari in questi mesi abbiamo agito, nei nostri limiti, per un’accoglienza degna, tentando sempre un’interlocuzione difficile con il Comune, che da mesi minaccia lo sgombero attraverso le parole dell’assessore Danese, chiedendo aiuti economici, un luogo adatto ad accogliere i migranti, sicuro e gestito da lavoratori competenti. Nulla di ciò è arrivato e oggi affrontiamo un’ennesima situazione ingestibile.

Noi come singoli e come gruppo non smetteremo di dare accoglienza e di impegnarci per Roma. Speriamo perciò nel sostegno dei cittadini, perché ora più che mai ne abbiamo bisogno, gli stessi che non ci hanno mai lasciati soli, e a cui chiediamo di restare al nostro fianco.

Luisa Pronzato, Corriere della Sera
24 novembre 2015

Ancora un 25 novembre che per molti, e molte, potrà sembrare ridondante di convegni, rassegnam appelli, simboli. C'è chi si chiede se la parola femminicidio abbiamo allontanato più che sensibilizzato sui temi che riguardano il rispetto, la parità e le relazioni tra uomini e donne. ...

Luisa Pronzato
Corriere della Sera
23 11 2015

"Se vediamo persone sospette fra di noi, le denunciamo subito". Così i rifugiati del Centro Baobab di Via Cupa, al Tiburtino, famoso per aver accolto nei mesi scorsi 33 mila migranti. I volontari: "Qui non c'è paura: i ragazzi sono cristiani ortodossi e musulmani, vivono insieme senza problemi". ...
Corriere della Sera
23 11 2015

Raqqa, 2012. Dua, Aws e Asma «appartenevano a una generazione di donne siriane che godeva di un'indipendenza assai superiore al passato. Si mischiavano liberamente ai ragazzi, socializzavano e studiavano in una città caratterizzata da diversità religiosa e da costumi piuttosto aperti. ...

Viviana Mazza
Dazebao News
20 11 2015

ROMA - Le comunità islamiche e i musulmani d'Italia scendono il 21 novembre in piazza. Una manifestazione nazionale a Roma contro il terrorismo, per rispondere alla strage di Parigi e gridare insieme "Not in my name".

Si terrà domani dalle 15 in piazza Santi Apostoli. A lanciarla è stata l'Ucoii (Unione delle comunità islamiche Italiane). "Questa manifestazione ha due significati - ha spiegato Elzir -. Innanzitutto è un messaggio interno alla comunità islamica per dire 'Not in my name' riguardo questi atti criminali che stanno spargendo sangue in tanti Paesi nel mondo. Le prime vittime di questi terroristi siamo noi musulmani, quindi dobbiamo condannare il terrorismo in maniera netta.

Poi - ha aggiunto - è un messaggio ai nostri concittadini: dobbiamo e possiamo vincere la paura e il terrorismo soltanto se siamo uniti. L'obiettivo dei terroristi è creare delle barriere tra i musulmani e i non musulmani".

"Alla manifestazione di domani - ha concluso - abbiamo invitato tutta la realtà islamica ma non solo, abbiamo chiesto ai nostri concittadini di essere con noi. Per chi non riesce a venire a Roma abbiamo organizzato dei presidi locali in tutta Italia"."Noi - ha spiegato Elzir - siamo italiani di fede islamica, non abbiamo bisogno di un partito islamico. I nostri confratelli che partecipano alla vita politica decidono di supportare il partito che vogliono. I politici che cavalcano la paura della gente tirando in ballo la religione sono imprenditori dell'odio e della paura. I nostri concittadini sono più intelligenti di loro, chiedo a loro di essere responsabili. A livello personale ho ottimi rapporti con Salvini, lo ho invitato ad essere responsabile in particolare in questi momenti difficili. Lo invito a partecipare alla manifestazione di domani per dire che tutti noi siamo uniti contro questo cancro dell'umanità che è il terrorismo".

Sul titolo di Libero 'Bastardi islamici', Elzir commenta: "mi dispiace che qualche giornalista, o che così dichiara, sia così irresponsabile nel momento in cui tutti dovremmo essere più responsabili. Nel Paese dell'arte e del buon gusto, trovo questi titoli senza gusto. Noi siamo italiani di fede islamica e siamo orgogliosi di esserlo. I terroristi non rappresentano nessuno di noi. Se uno è mafioso, non è che possiamo dire siciliani bastardi. Bisogna usare un linguaggio giusto e non cadere nella trappola dei terroristi".

All'iniziativa hanno già risposto positivamente esponenti politici, sindacali e della società civile, tra questi il presidente della Commissione Affari esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, Susanna Camusso, leader della Cgil, Maurizio landini della Fiom, Ignazio Messina dell'Idv e tanti altri. La riuscita dell'iniziativa è assicurata, come fanno notare i parlamentari del Partito democratico Khalid Chaouki e Luigi Manconi: "La manifestazione "contro l'ISIS" è già un successo. Il nostro appello affinché l'iniziativa limpida e coraggiosa dei musulmani non rimanesse solo "dei musulmani", ma coinvolgesse il maggior numero di italiani, credenti e non credenti, sta ottenendo numerosissime adesioni. Cittadini di tutte le età, decine e decine di parlamentari, intellettuali e artisti e tra questi: Ermanno Olmi e Ascanio Celestini, Gad Lerner e Moni Ovadia, Paolo Virzì e Mario Fortunato, Eligio Resta e Nicola La Gioia, Paolo Rossi e Vito Mancuso", aggiungono. "L'iniziativa di sabato è di grande importanza per la chiarezza dei contenuti e la nettezza delle parole d'ordine e l'importanza della rivendicazione di fondamentali valori condivisi. In primo luogo, quello della intangibilità della vita umana. Dopo la manifestazione di sabato sarà più difficile per gli xenofobi e per gli imprenditori politici dell'intolleranza parlare di complicità, ma anche e solo di ambiguità, dei musulmani d'Italia", concludono.

Il Manifesto
20 11 2015

C'era una volta la promessa di Renzi sui "mille asili in mille giorni". Di giorni dal suo insediamento ne sono passati quasi 700, ma di nuovi asili non c'è alcuna traccia. oggi novecentomila bambini tra i sei mesi e i due anni cercano asilo. ...
Corriere della Sera
20 11 2015

Per i bambini di un campo profughi iracheno l'opportunità di una vita più giusta passa anche pe run rubinetto con acqua corrente. Per un nenonato della Sierra leone può essere il documento con la registrazione della sua nascita. ...

Valeria Fraschetti

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