Dire
31 dicembre 2015
Vittoria dei lavoratori dei canili comunali. Il Campidoglio ha deciso di non revocare la proroga (in scadenza oggi alle 24) per il servizio di gestione del Canile della Muratella, in via della Magliana, ora affidato all'associazione Volontari Canile di Porta Portese (Avcpp), e per la struttura in custodia giudiziaria di Vitinia. La decisione, firmata nel pomeriggio dal sub commissario capitolino Camillo de Milato, arriva infatti al termine della mobilitazione dei lavoratori dei canili, che stamani si sono dati appuntamento davanti la prefettura di Roma, in via IV Novembre.
De Milato ha fissato per il 4 gennaio alle 17 una riunione a palazzo Senatorio con l'associazione Volontari Canile di Porta Portese (Avcpp) per "individuare un percorso amministrativo temporaneo per garantire la funzionalita' dei canili comunali". In altri termini dovrebbe arrivare una proroga del servizio in attesa della conclusione del bando europeo. Nel frattempo, si legge nella lettera del Campidoglio, "si chiede" all'associazione Volontari Canile di Porta Portese (Avcpp) "di garantire in questi giorni il regolare servizio affidato".
Info Aut Org
22 12 2014
Ai cancelli del Centro Agroalimentare di Torino riprendono i blocchi e le proteste: dopo che lo scorso 16 ottobre un dispiego impressionante di forze dell'ordine aveva tentato di ostacolare la riuscita dell'annunciato sciopero della logistica nel polo torinese (senza peraltro riuscire a intaccare l'alta adesione alla protesta, né a impedire del tutto i rallentamenti delle merci), questa notte i facchini sono tornati a sorpresa a bloccare il CAAT.
La cronaca dello sciopero dal blog Caat In Lotta:
Dopo gli scioperi del 23 maggio e del 16 ottobre, altra nottata di blocchi al CAAT, il Centro Agro Alimentare Torinese. Uno sciopero lanciato dopo che nella scorsa settimana le cooperative e la direzione del mercato avevano risposto negativamente alla riapertura del tavolo di trattativa pretesa dai lavoratori.
I facchini del CAAT, sostenuti dal sindacato SiCobas, sono infatti in lotta da quasi un anno per ottenere diritti e condizioni di lavoro almeno dignitose all’interno del mercato, dove lavoro nero e caporalato, ore non retribuite, straordinari e ferie non corrisposti, minacce ed intimidazioni sono da tempo la normalità. L’incontro preteso dal sindacato avrebbe dovuto coinvolgere cooperative, grossisti, il CAAT e l’assessore al lavoro Mangone.
In seguito al rifiuto da parte di queste componenti, i lavoratori hanno deciso di scioperare nella notte tra domenica e lunedì. All’una, quando arriva l’autobus con la prima ondata di lavoratori, una veloce assemblea decide subito di bloccare i cancelli: per oltre 4 ore, fino alle quattro e mezza, circa 150 tra facchini e solidali attuano un blocco completo del mercato, impedendo ai mezzi di entrare per scaricare e caricare la merce. In poco tempo il piazzale si riempie di una lunga fila di tir fermi in coda, ma anche delle fuoriserie di diversi capetti delle cooperative e grossisti che evidentemente sullo sfruttamento dei facchini campano assai bene. I padroncini sono molto nervosi perché il danno causato dal picchetto è ingente, visto l’approssimarsi del Natale, ma i facchini non si lasciano provocare e mantengono compatti il blocco, costringendo i rappresentanti delle cooperative e la direzione del CAAT a presentarsi fuori dai cancelli per discutere coi lavoratori.
Dopo oltre 4 ore di blocco, il presidio si scioglie strappando l’impegno scritto a fissare un incontro per l’8 gennaio a cui parteciperanno cooperative, grossisti, direzione del CAAT e l’assessore Mangone. Un incontro in cui i lavoratori ribadiranno i loro obiettivi: un contratto unico valido per tutte le società operanti all’interno del CAAT, una paga minima di 8 euro l’ora, un orario di lavoro di massimo 8 ore al giorno e la regolarizzazione di tutti i rapporti di lavoro nero.
La nottata di oggi ci lascia l’ennesima conferma di quanto solo la lotta paghi: un incontro che la scorsa settimana era impossibile (parole del CAAT), diventa realizzabile non appena i lavoratori si organizzano e bloccano il flusso di merce per diverse ore.
Ma dopo un anno di illusioni al tavolo del 8 gennaio non ci accontenteremo più delle solite false promesse: vogliamo fatti concreti, vogliamo che le condizioni di lavoro dentro al mercato cambino immediatamente, non vogliamo più sottostare al ricatto di chi ci vorrebbe schiavi per continuare a fare profitti sulla nostra pelle!
Siamo lavoratori, non siamo schiavi!