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Pillola anticoncezionalePaola Emilia Cicerone, L'Espresso
27 settembre 2016

Da due mesi gli ultimi anticoncezionali orali che ancora erano a carico del Servizio Sanitario nazionale sono stati riclassificati in fascia C. Una decisione che rischia di danneggiare la fascia più debole della popolazione. Le ginecologhe di No grazie pago io: "L''unica 'pratica anticoncezionale' rimborsata dal servizio sanitario nazionale è l'aborto".

La pillola è ancora oggi il miglior metodo contraccettivo

  • Lunedì, 09 Novembre 2015 12:56 ,
  • Pubblicato in ZeroViolenza
Carlo Flamigni, Presidente onorario AIED
9 novembre 2015

L'unica cosa corretta che ho potuto leggere nell'articolo di Vanity Fair ("Pillola, è finito un ciclo", di Irene Soave) riguarda il fatto che un certo numero di medici, forse molti, certamente troppi, preferisce non prescrivere pillole anticoncezionali:
Il futuro della pillola è sotto la pelle. I nuovi anticoncezionali stanno cambiando i costumi sessuali e potrebbero rivoluzionare i dati sugli aborti.
Michele Bocci, La Repubblica ...

Vita di donna.org
13 05 2015

E’ sicuramente una buona notizia e ci viene voglia di dire finalmente, o meglio tardi che mai, ma ora, dopo la pubblicazione avvenuta l’8 maggio sulla Gazzetta Ufficiale, anche nel nostro paese le donne, quelle maggiorenni, potranno acquistare il farmaco EllaOne, ossia la pillola dei cinque giorni dopo, senza l’obbligo di un prescrizione medica.
Inoltre decade l’obbligo per tutte le donne siano esse maggiorenni o minorenni, di sottoporsi ad un test di gravidanza obbligatorio per poter avere la ricetta, se minorenni o la pillola senza ricetta, se maggiorenni.

Siamo in Europa, e vorrei dire finalmente, in quell’Europa che guarda ai diritti e non alle confessioni religiose, in quell’Europa in cui la separazione tra Stato e Chiesa esiste e non ci può essere nessun atto di prevaricazione da nessuno sia esso lo Stato o sia essa la Chiesa.
In una Europa in cui i diritti sono inalienabili.
La tristezza, pur in un momento di felicità, ci sale quando pensiamo che il nostro Paese, culla della civiltà e del diritto, debba sempre aspettare, quando si tratta di diritti e soprattutto quando si tratta di diritti delle donne, che sia l’Europa ad obbligarci a rispettarli.

Ciò è accaduto con la Legge 40, che solo grazie all’Europa è stata smantellata nella sua costruzione, perché contro le donne.
E’ stato con la battaglia per far approvare la mozione Tarabella, sui diritti riproduttivi delle donne in cui, grazie al voto del continente progressista e contro il voto di alcuni sepolcri imbiancati italiani del PD, la mozione è passata, anche se, come sempre, i nostri politici cattolici hanno messo la clausola che il nostro Paese ha diritto di non attuare le norme europee.

E’ successo con l’Europa che finalmente ha detto la verità su quanto accaduto alla scuola Diaz, nel luglio del 2001, quando le nostre forze di polizia torturarono le centinaia di persone dentro i locali di un edificio creato per diffondere la cultura e non l’odio, la violenza e la tortura.
E c’è voluta l’Europa per ricordarci che i diritti dell’uomo sono inalienabile e indiscutibili.
Tornando a quanto deciso dalla nostra Agenzia del farmaco (Aifa), che ha agito, o se volete, è stata costretta ad agire, su fortissimo impulso dell’Agenzia europea (EMA) , nonostante il parere contrario del Consiglio Superiore della Sanità, che si era espresso per il mantenimento dell’obbligo della ricetta, decisione a cui si oppose solo Silvio Garattini.

Da oggi le donne maggiorenni, pur dovendolo chiedere al farmacista, che non potrà in nessun modo rifiutarsi né opporre un diritto di veto, o obiezione, potranno decidere loro quando usare la pillola dei cinque giorni dopo.
Rimane l’obbligo per le minorenni di avere la ricetta, non ripetibile, ma perlomeno non dovranno sottoporsi ad un test di gravidanza inutile il cui solo scopo era quello di creare problemi, come tutta la comunità scientifica internazionale, quella che opera con criteri di scienza e non di fede, ha sempre detto.
Probabilmente l’Europa tra non molto ci imporrà di essere laici e civili con le minorenni, come accade in molte parti del nostro vecchio continente.
Fatemi dire che Vita di Donna, come è sempre accaduto, continuerà ad essere al fianco di tutte le donne, e soprattutto le minorenni, che potranno chiamarci se e quando ne avranno bisogno.

Inoltre non essendo obbligatoria la ricetta il farmaco EllaOne, potrebbe essere acquistato anche nelle parafarmacie in cui vengono venduti i medicinali che non necessitano di prescrizione medica. Staremo a vedere.
Intanto è legittimo festeggiare, e quindi Viva l’Europa!

La 27 Ora
03 03 2014

Le italiane indossano la maglia nera nella classifica dei contraccettivi ormonali: solo il 16,2%, un dato paragonabile a quello dell’Iraq postbellico. La percentuale sale al 41% per le francesi e al 51% per le olandesi. Forse non a caso, una gravidanza italiana su cinque è indesiderata. A presentare questi numeri è Nicola Surico della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO).

Una ragazza su due ammette di non aver utilizzato alcun metodo contraccettivo durante la prima esperienza sessuale. Fatalismo? Eccesso di sicurezza? Ignoranza? Di certo, il rischio è di diventare mamme durante l’adolescenza: zainetto in spalla e biberon in mano. E non è più solo un rischio. «Trasmissioni televisive (Mtv) fanno ascolti mostrando sedicenni con bebè al seguito», fa notare il dottor Surico.

Il sesso protetto, in Italia, non è la norma.

Sessanta donne su cento non usano alcun metodo contraccettivo, quindici non ne ha mai fatto uso e quarantaquattro hanno smesso di utilizzarlo.

Molte italiane che usano la pillola riferiscono di problemi d’ansia e timori di aumento di peso; questo finisce per prevalere sul rischio di una gravidanza indesiderata. C’è addirittura un problema di memoria, secondo la ricerca: otto donne su dieci temono di non ricordare di prendere la pillola (la sveglia non va più di moda?).

C’è di peggio. L’educazione sessuale è considerata dalle metà dei giovani una perdita di tempo. Senza contare una rete informativa insufficiente: in Lombardia esiste un consultorio ogni 60mila abitanti. Per legge, ce ne dovrebbe essere uno ogni 20mila. «Il tasso di gravidanza nelle minorenni è cresciuto ancora, negli ultimi anni – spiega Surico – E il primato è passato dalla Sicilia alla Lombardia».

Sembrano dati antichi: e invece sono modernissimi, purtroppo. E avvicinano pericolosamente l’Italia ad alcuni tristi primati britannici e nordeuropei. Anche l’abuso d’alcol – una strada su cui l’Europa del Sud sta raggiungendo l’Europa del Nord – ha probabilmente un effetto. Adolescenti impreparati, che confondono eccitazione, gioco e responsabilità: «Alcune ragazze credono che con il primo rapporto non si possa rimanere incinte, e amano correre il rischio», racconta Novella Russo, ginecologa della Clinica Valle Giulia di Roma. «Molte, non avendo partner fissi, ritengono inutile prendere un contraccettivo ormonale in modo abituale».

Ecco perché un’altra pillola vive oggi la sua età dell’oro. La cosiddetta pillola del giorno dopo è tra i primi cinque (!) farmaci venduti nel nostro Paese. Nel 2013, in Italia, sono state vendute 350.000 pillole del giorno dopo e 11.000 pillole dei cinque giorni dopo. Il consumo è aumentato del 60 per cento in sette anni, riferisce la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo). Notizia smentita però dalla casa farmaceutica leader per la contraccezione d’emergenza, la HRA Pharma Italia: «Notizie inesatte. Dal 2008 a oggi si è registrato un calo del 4 per cento».

In attesa di capire chi ha ragione, sarebbe bene chiedersi: perché in Italia è così difficile prevenire e siamo continuamente costretti a intervenire nell’emergenza? In questo, il sesso ricalca la politica, l’economia e l’ambiente. Ma diciamolo: è una consolazione?

Stefania Chiale

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