Huffington Post
12 02 2015
Jon ha 21 anni e Alex 25. Sono una coppia gay che vive a San Pietroburgo, in Russia. Il fotografo danese Mads Nissen li ha ritratti durante un momento intimo, e questo scatto di grande forza è la foto vincitrice del World Press Photo 2014. "È un momento storico per l'immagine...la foto vincente deve essere estetica per avere un impatto e deve avere potenziale per diventare iconica. Questa foto è esteticamente potente ed ha umanità", ha commentato il presidente della giuria del premio mondiale più importante di fotogiornalismo, Michele McNally, direttore della fotografia e assistente della direzione editoriale del New York Times.
La foto acquista ancora maggiore forza perché racconta un momento storico in cui la vita delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender è minacciata dal conservatorismo estremo e sempre più difficile in Russia, ancor più che nel resto del mondo.
Ogni anno il World Press Photo si conferma punto di riferimento per il fotogiornalismo. Sono i numeri a parlare: 5.692 fotoreporter, fotogiornalisti e fotografi documentaristi dislocati in 131 paesi che hanno inviato 97.912 immagini che raccontano il mondo e gli avvenimenti salienti recentemente vissuti: da Gaza all'Ucraina, dall'Ebola a Lampedusa, ma anche sport, ritratto e lifestyle.
Quest'anno i fotogiornalisti italiani premiati nelle diverse categorie sono parecchi: Michele Palazzi, Massimo Sestini, Gianfranco Tripodo, Paolo Verzone, Andy Rocchelli, Fulvio Bugani, Giovanni Troilo, Giulio Di Sturco, Paolo Marchetti.
Arianna Catania
la Repubblica
12 02 2015
Più di 15 ore di trattative, poi l'annuncio: "Raggiunto accordo sui punti essenziali". Appello del capo del Cremlino alle parti in conflitto: "Fermare il bagno di sangue fino a una tregua piena"
A Minsk nei negoziati sulla riconciliazione in Ucraina sono stati raggiunti "accordi sui punti principali". L'annuncio, dopo un vertice durato 15 ore, arriva dal presidente russo Vladimir Putin, anche se non sono mancati numerosi momenti confusi con le controparti tedesca, ucraina, francese. Il presidente russo, quello ucraino, Petro Poroshenko, il capo dell'Eliseo, Francois Hollande e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, hanno lavorato per tutta la notte per raggiungere un accordo che prevede il ritiro delle armi pesanti e una tregua che deve scattare alla mezzanotte tra il 14 e il 15 (le 22 in Italia). Secondo Putin "i negoziati tra Kiev e l'Est Ucraina sono a un punto morto" e per questo fa appello alle parti che inizino a breve negoziati di pace. Putin ha detto poi che c'è l'accordo con Petro Poroshenko di incaricare esperti militari per valutare la situazione e soprattutto la posizione delle parti sul fronte di Debaltsevo. Il presidente russo ha attribuito il ritardo nei nogoziati al fatto che le autorità di Kiev hanno continuato a rifiutare di avere contatti diretti con i rappresentanti filo-russi delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk.
Abbastanza soddisfatto per il risultato il presidente francese, secondo il quale il vertice è riuscito a raggiungere una "soluzione politica complessiva" al conflitto in Ucraina, che rappresenta una "speranza importante", anche se "non tutto è stato fatto". Sia il capo dell'Eliseo che la cancelliera tedesca Angela Merkel rischiano di non fare in tempo per l'inizio del Consiglio europeo in programma oggi a Bruxelles a causa del proseguimento dei colloqui sul conflitto in Ucraina a Minsk.
Conferme e smentite. Stamani si era già diffusa la voce di una svolta, ma le parole dei protagonisti non sembravano andare nella stessa direzione. Per il leader di Kiev la posizione russa restava inaccettabile, e "non ci sono ancora buone notizie". Poroshenko ha lasciato l'incontro a quattro prima degli altri, dichiarando che le condizioni poste dalla Russia sono inaccettabili. In particolare, l'Ucraina non è soddisfatta delle proposte russe riguardo alla demarcazione della linea di separazione tra i ribelli e le forze di Kiev né con la posizione di Mosca relativa allo status dei territori controllati dai ribelli. Più tardi, però, Poroshenko ha raggiunto di nuovo Merkel, Hollande e Putin, con cui ha ripreso la discussione. Ai quattro si è unito il rappresentante dell'Osce nel gruppo di contatto (Mosca, Kiev, Osce, separatisti), Heidi Tagliavini. Anche il Cremlino aveva precisato, dopo le notizie positive diffuse dalle agenzie di stampa russe, che "i colloqui proseguono".
Ribelli rifiutano di firmare documento. Sempre stamani l'agenzia Tass aveva reso noto che sono stati i leader delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk a rifiutare di firmare il documento di cessate il fuoco che in precedenza sarebbe stato concordato dai leader. I ribelli ucraini filorussi hanno chiesto che l'esercito di Kiev si ritiri dalla città di Debaltseve, strategico nodo ferroviario a metà strada tra le roccaforti separatiste di Lugansk e Donetsk, dove da giorni sono in corso combattimenti tra le forze di Kiev e i ribelli.
Fabius e Steinmeier modificano agenda. Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha annullato il suo viaggio a Londra previsto per oggi, dove avrebbe dovuto partecipare alla riunione 2+2 (periodici incontri fra i ministri degli Esteri e della Difesa dei due Paesi), a causa del protrarsi delle discussioni di Minsk sull'Ucraina. Ne dà notizia il Quai d'Orsay. Fabius - conclude il comunicato - parlerà al telefono con il suo collega inglese Philip Hammond per uno scambio di opinioni sulla crisi ucraina e per stabilire rapidamente una nuova data per l'incontro. Anche il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha dato notizia via Twitter del prolungamento del suo soggiorno a Minsk e del posticipo della partenza per una prevista missione in Brasile.
Ancora morti. Due soldati ucraini e nove civili sono stati uccisi in Ucraina orientale nelle ultime 24 ore. "A causa dei combattimenti e dei bombardamenti, l'Ucraina ha perduto due uomini e 21 sono rimasti feriti", ha dichiarato in una conferenza stampa Vladimir Selezniov, portavoce delle forze ucraine. Secondo le autorità locali di Donetsk, una roccaforte dei ribelli, almeno nove civili sono rimasti uccisi e 14 feriti nelle precedenti 24 ore. Tra le vittime, tre civili colpitida tiri d'artiglieria che hanno centrato un ospedale, ha dichiarato la portavoce del governo separatista Yulyana Bedilo, la quale ha comunque precisato che "non ci sono vittime all'interno dell'ospedale". I tiri d'artiglieria e di lanciagranate multipli Grad non si sono interrotti nella notte, principalmente a partire da zone controllate dai ribelli, secondo quanto ha constatato un giornalista dell'agenzia France Presse.