A chi conviene una crisi a Teheran

  • Martedì, 02 Gennaio 2018 09:24 ,
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Proteste in IranFarian Sabahi, Il Manifesto

2 gennaio 2018

Agli Stati Uniti e all’Europa la destabilizzazione dell’Iran non conviene, perché Teheran è il naturale baluardo contro l’Isis: se ayatollah e pasdaran non avessero dispiegato forze sul terreno, in Iraq e in Siria, l’Isis avrebbe potuto espandersi maggiormente nella regione.

Raqqa libera e la diaspora dei foreign fighters

Raqqa liberazioneAlberto Negri, Il Sole 24 Ore
18 ottobre 2017

La caduta di Raqqa, ridotta in cenere dai raid aerei come Dresda alla fine della seconda guerra mondiale, è la fine dell'entità territoriale del Califfato. In un certo senso è un evento storico: il Califfato fu proclamato a Mosul nel luglio 2014 da al-Baghdadi (di cui non c’è traccia) e Raqqa venne designata come capitale in ricordo di un autentico Califfo, Harun Rashid, colui che ispirò le Mille una Notte. La Raqqa dell'Isis è stata teatro non di un'epoca gloriosa ma del terrore.
MediorienteAlberto Negri, Il Sole 24 Ore
13 aprile 2017

Bombe, missili, armi chimiche e tanta propaganda. La vicenda della Siria ha incrociato ieri il lancio in Afghanistan della più grande bomba americana non nucleare contro i tunnel dell’Isis: ma come sappiamo bene non ci sono bombe o missili che possano riempire il vuoto di una politica.

I missili di Trump in Siria non segnano la fine di Assad

Trump PutinAlberto Negri, Il Sole 24 Ore
7 aprile 2017

Non sarà questo lancio di missili Tomahawk verso una base aerea siriana a sbalzare dal potere Assad e neppure a cambiare le sorti della guerra siriana. Mai comunque negli ultimi sei anni gli Stati Uniti erano entrati con questa decisione e rapidità sullo scenario mediorientale,

58 morti di gas in Siria: il mondo riscopre la guerra

  • Mercoledì, 05 Aprile 2017 08:08 ,
  • Pubblicato in IL MANIFESTO
Guerra SiriaChiara Cruciati, Il Manifesto
5 aprile 2017

La cittadina di Khan Sheikhoun è riuscita dove gli attacchi qaedisti a Damasco delle ultime settimane avevano fallito: riaccendere l’attenzione internazionale sulla Siria, spenta a dicembre dopo lo sdegno globale per la brutale battaglia di Aleppo.
Eppure la guerra siriana non è mai finita. Ieri a ricordarlo sono stati i 58 morti (11 bambini) della provincia di Idlib, secondo fonti locali provocati da gas tossico ancora non identificato.

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