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La Turchia sempre più un Paese per soli uomini

Corriere della Sera
04 01 2013

Guardate la foto qui. E’ il pranzo organizzato il 2 gennaio dal presidente dal presidente turco Abdullah Gul nel palazzo Çankaya ad Ankara per festeggiare il nuovo anno con i capi del potere legislativo, esecutivo e giuridico: dal premier Erdogan, allo speaker del Parlamento Cemil Çiçek, al capo della Corte Costituzionale Hasim Kiliç. Peccato che tra i 13 presenti non ci sia nemmeno una donna.

Ma non è stato sempre così. Come faceva notare ieri sull’Hurriyet Merat Yetkin per quanto la parità tra i sessi sia sempre stata una chimera in Turchia le donne hanno spesso ricoperto incarichi importanti dal primo ministro (Tansu Ciller), al capo della Corte Costituzionale. Ma da qualche tempo a questa parte la visibilità delle donne nel sistema politico e amministrativo sembra essere svanita. Secondo la ministra delle politiche sociali e familiari, Fatma Şahin, l’unica a far parte del governo, la presenza femminile sul lavoro è scesa dal 34 al 24% negli ultimi 20 anni (1990-2910). Una tendenza negativa che è stata confermata nel 2011. Nell’attuale governo filoislamico di Erdogan non c’è nessuna sottosegretaria e si conta solo una governatrice su 81 governatori provinciali sparsi nel Paese. La situazione non migliora nelle università dove c’è una docente ogni quattro professori. E non bisogna dimenticare l’alto tasso di analfabetismo: una donna ogni cinque non sa né leggere né scrivere. Nelle zone rurali spesso le bambine non vengono nemmeno mandate a scuola. Il Global Gender Gap Index, che calcola la percentuale di diseguaglianza tra i due sessi, pone la Turchia al 124 posto su 135 Paesi.

C’è poi il problema gravissimo del femminicidio e della violenza domestica. Negli ultimi anni si è registrata un’escalation degli omicidi del 1.400% : da 66 nel 2002 a 953 nei primi sette mesi del 2009. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del 2011 il 39% delle cittadine ha sofferto una qualche forma di violenza fisica nella sua vita. Soprattutto nel sud est e nell’est dell’Anatolia le donne sono sottoposte a violenza domestica, matrimoni forzati e delitti d’onore tanto che un’ong aveva proposto di armare le donne perché potessero difendersi. La misoginia è così endemica nel Paese che una tv è stata multata perché aveva mostrato in una commedia un pestaggio di alcune ragazze come se fosse divertente.

Non pensate che sia una singolare coincidenza che mentre mogli, madri, sorelle subiscono un peggioramento della loro condizione, le donne perdano visibilità nel mondo esterno? In questa situazione il premier Erdoğan continua a ripetere alle famiglie di fare “almeno tre figli” (uno slogan che è stato adottato tra l’altro anche dal presidente Putin), cosa che terrebbe le donne ancor più legate al focolare.

La Turchia è sempre stata un mondo coniugato al maschile ma ora lo sta diventando ancora di più. Eppure il ministro degli Esteri Ahmet Davutoğlu l’altro giorno ha assicurato, dati alla mano, che “il Paese nel 2013 è pronto a volare più alto”. Purtroppo la foto della tavola imbandita per soli maschi ci mostra che il volo sarà accidentato.

Corriere della Sera
27 11 2012

Gli omosessuali tagliati fuori dall’esercito in Turchia. La norma è contenuta nel nuovo regolamento disciplinare militare che è in questi giorni al vaglio del governo Erdogan. Secondo quanto ha riferito ieri il quotidiano Milliyet i gay turchi saranno allontanati dall’esercito per le loro “scelte di vita” considerate “innaturali” . Se il regolamento messo a punto dal ministro della Difesa Ismet Yilmaz fosse approvato, per la prima volta nella storia della Turchia l’omosessualità verrebbe chiaramente considerata come “innaturale” in un documento delle forze armate.

Le relazioni tra gay non sono illegali in Turchia ma non c’è alcun riconoscimento per le coppie dello stesso sesso né alcuna legge che tuteli i diritti civili degli omosessuali. Nel Paese si sono verificati numerosi episodi di omofobia. La Commissione dell’Unione Europea per l’allargamento aveva bacchettato Ankara nel 2009 per gli scarsi progressi fatti sul tema: “Desta preoccupazione l’uccisione di molti transessuali e travestiti – si leggeva nel documento – . I tribunali hanno spesso avvalorato la tesi della provocazione a vantaggio degli assassini in questione”.

E’ anche vero però che la Turchia è stato il primo Paese musulmano a consentire un gay pride. A Istanbul dal 2003 e ad Ankara dal 2008 ogni anno gli omosessuali marciano per i loro diritti. E sono sempre di più. Dai primi sparuti gruppi di 30 persone ai 10mila del 2011. Tra l’altro lo scorso settembre la ministra della Famiglia e delle Politiche Sociali Fatma Şahin si era incontrata con un’organizzazione LGBT e aveva promesso che il governo avrebbe lavorato attivamente per includere nella nuova Costituzione i diritti delle persone LGBT: “Se la libertà e l’uguaglianza sono un diritto di tutti allora la discriminazione in base all’orientamento sessuale dovrebbe essere eliminata e i diritti di questi cittadini riconosciuti”.

Anche per questo il progetto di riforma che il ministro della Difesa sta per sottoporre all’approvazione del governo ha suscitato sorpresa nelle associazioni gay-lesbiche. La proposta è stata definita una violazione dei diritti umani e delle scelte di vita personali, “che non hanno nulla a che vedere con la capacità a svolgere il servizio militare”. Il nuovo regolamento prevede fra i motivi di una possibile espulsione dall’esercito anche l’omicidio, il furto, le frodi o una condanna a oltre un anno di carcere. Come a dire che un gay equivale a un assassino. Forse sarà meglio che il governo ci ripensi.

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