La fotografa Mansi Thapliyal dell'agenzia stampa Reuters lo ha chiesto a queste donne, testimoni di una società indiana furiosa: donne e uomini uniti nel grido di ''vergogna nazionale'' dopo la scioccante morte della studentessa di 23 anni violentata da una gang la sera del 16 dicembre a Delhi. Per lei centinaia di persone hanno marciato per giorni armati di candele, cartelli e megafoni.
La reporter, indagando in giro per Nuova Delhi sulla sicurezza del Paese, ha raccolto reazioni, sentimenti, e riflessioni di queste undici giovani donne. Ha catturato i loro volti, gli sguardi e la rabbia che non finiranno di portare dentro a causa della tragica notizia di cronaca che è già diventata un pezzo della storia dell'India. Un caso che si aggiunge ai numerosi atti di violenza che quotidianamente ragazze e bambine subiscono in questa parte del mondo.
In questa immagine Deepshikha Bharadwaj, 24 anni. Lavora presso un'agenzia pubblicitaria e per il reportage della Thapliyal ha deciso di posare all'interno dell'ascensore del suo ufficio con un cartello tra le mani in cui si legge: ''Sorry, I am not staying late now'', non resterò fino a tardi. E' il messaggio che ha esposto sulla sua scrivania dal giorno dell'omicidio