Circolo Mario Mieli
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IL FILM
Sant’Antimo (NA), 1973. Giovanni ha vent’anni e di vivere in paese non ne può più. Vorrebbe essere da un’altra parte, magari in qualche grande città, a lottare come gli altri suoi coetanei. Parte quindi per Londra alla ricerca di un cugino, con la speranza di cambiare totalmente vita.
Una speranza che non sarà disattesa.
Un arresto per resistenza alla polizia, l’ingresso in una vivacissima comune e una cocente delusione d’amore per una ragazza di estrazione borghese, saranno infatti solo il preludio allo scioccante incontro con Mario.
Folle, clown e provocatore geniale, Mario non potrebbe essere più lontano, agli occhi di Giovanni, da un leader rivoluzionario.
Eppure la sua straordinaria capacità di sovvertire ogni regola, il suo spendersi in maniera assoluta, sia che si tratti di arringare un gruppo di operai ubriachi o di innamorarsi fino all’autodistruzione, sono qualcosa che il ragazzo non ha mai conosciuto e che finiranno per affascinarlo.
Questo darà il via alla movimentata educazione politica di Giovanni, tra occupazioni di fabbriche, incontri importanti e rocambolesche feste in case occupate della Swinging London.
Ma soprattutto darà vita a un profondo legame tra i due, in un percorso di maturazione e ricerca di una figura paterna, che porterà Giovanni ad un’inevitabile conclusione: la rivoluzione più importante, la più difficile di tutte, è cambiare se stessi.
UNA NUOVA OCCASIONE PER PARLARE DI MARIO MIELI
Il film rappresenta un’opportunità unica per riscoprire uno dei personaggi più affascinanti e controversi degli anni ’70: Mario Mieli.
Scandaloso (si vestiva da donna), eccessivo e maledetto (celebrava l’uso di droghe e la sfrenata sessualità) ma anche raffinato intellettuale (la sua tesi di laurea fu pubblicata da Einaudi e tradotta in varie lingue), Mieli rappresenta una figura irripetibile, capace di riunire in sé, con sconcertante naturalezza, la disarmante intelligenza e la provocazione estrema.
Con una lucidità davvero rara, si scagliava contro tutte quelle “verità” socialmente imposte (i ruoli sessuali, la sacralità di famiglia e lavoro, la morale…), che reprimono l’indole anarchica dell’uomo e la sua naturale propensione al piacere, per disumanizzarlo e trasformarlo in un “consumatore ideale”.
Mieli, però, non si limitava a reinventare brillantemente Marx, ma incarnava il proprio pensiero, trasformando il proprio corpo in strumento eversivo (da qui il travestitismo) e la propria vita in un manifesto irriverente contro ogni regola (da qui i clamorosi eccessi), sposando la causa di coloro che riteneva i reietti e gli sfruttati dal sistema capitalistico, come gli omosessuali, le donne e gli operai.
Fu un’onestà intellettuale, la sua, che non poteva restare impunita da un establishment che fece di tutto per spegnere la sua voce, consegnandolo ad una fine tragica.
Mieli si suicidò infatti a soli 32 anni, non prima però di aver lasciato un segno importante. Fu tra l’altro uno dei fondatori del primo movimento di liberazione omosessuale italiano, tanto da venir considerato oggi al pari di un Harvey Milk, un’icona e un martire nella lotta per i diritti dei gay.
A trent’anni dalla sua scomparsa, Mario Mieli resta un personaggio capace di parlare di libertà con una voce unica ed originale che il tempo non è riuscito a rendere innocua.
Una voce forte, spietata e profetica, oggi più necessaria che mai.
IL CROWDFUNDING
Nonostante la fortuna critica il progetto non ha trovato un finanziatore italiano ma, grazie al crowdfunding, Bandiera Rosa ha una nuova chance. Sottoscrivendo delle quote a partire dalla simbolica cifra di un euro il pubblico ha il potere di infondere nuova vita al progetto, ridando voce ad una storia dai contenuti forti e diversi. Una storia che non può e non deve sottostare a censure, ricatti ed edulcorazioni, ovvero alle naturali conseguenze di chi in un film vede solo un investimento economico.
La cifra raccolta verrà interamente impiegata nella produzione e realizzazione di questo film.—> Scopri il progetto e sostieni BANDIERA ROSA