L'Unità
19 02 2014
Un bambino solo cammina nel deserto, in fuga dalla guerra siriana. Si chiama Marwan e ha solo 4 anni.
Il commovente scatto è stato pubblicato su Twitter da Andrew Harper, rappresentante in Giordania dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati, e mostra il momento in cui il bambino viene soccorso dai funzionari Onu al confine con la Giordania.
In un successivo tweet, Harper ha fatto sapere che «Marwan ha ritrovato la mamma subito dopo aver attraversato il confine giordano». Non è ancora chiaro come abbia fatto il bambino a ritrovarsi da solo, probabilmente nel grande caos che si è verificato durante l'attraversamento della frontiera.
Stando al resoconto di un giornalista riportato dal Daily Mail, Marwan era solo pochi passi indietro rispetto alla sua famiglia quando si è perso nella confusione dell'attraversamento della frontiera. La fotografia lo mostra mentre trasporta una pesante busta di plastica, riempita con le sue cose.
Il conflitto siriano ha creato quasi 2,5 milioni di rifugiati e ha costretto sei milioni di persone ad abbandonare le loro case.
Huffingtonpost
10 02 2014
In seguito alla polemica sorta dopo l'iniziativa lodevole della consigliere Camilla Seibezzi a Venezia sull'adozione di libri di favole già alla scuola dell'infanzia per parlare della diversità delle forme famigliari ai nostri bimbi, a tutti i nostri bimbi, non posso che essere scioccata dalla cecità di alcune correnti che pensano forse che negando la realtà, facendo finta che non esiste ciò che non vogliono vedere, possano farlo scomparire per magia. Che tipo di omertà è questa? E quanto assurda e inutile può essere? E quanto può avere la vita lunga la negazione dei fatti? I conservatori finti ciechi sanno bene che la prima cosa che fanno i bambini alla scuola materna è proprio quella di parlare della propria famiglia! Non fanno altro che disegnare mamme, papà, fratelli e sorelle fin dal primo giorno di scuola.
E quando uno dei nostri bimbi racconterà ai suoi amichetti che ha due mamme e due papà, che succede? Se la devono vedere loro? I bimbi di 3, 4 5 anni ? E quando alle elementari, Lia spiegherà che ha due mamme grazie a Nancy che l'ha portato in grembo in America, che dirà la maestra ai ragazzi "vedetevela tra di voi"? Non ne voglio sapere nulla? E quando Lisa racconterà che lei è nata grazie a un semino che le mamme hanno avuto in Belgio, che si dice ai bimbi, che sono nati dalle rose e dai cavoli?
Per fortuna le insegnanti hanno talmente a cuore (quasi sempre) il benessere dei propri ragazzi che sono le prime a chiedere a noi genitori supporto, libri, favole per aiutare loro a parlare di filiazione, procreazione, famiglie, responsabilità ecc... e per fortuna gli strumenti esistono grazie al lavoro coraggioso di persone che più di ogni altra cosa hanno a cuore il benessere dei bambini.
Qui ci si riempie troppo spesso la bocca di parole vuote e si denuncia la strumentalizzazione e l'abuso e il fatto che si danneggia lo sviluppo sereno di bambini e ragazzi con queste tematiche trattate a scuola. Tutta ipocrisia e menzogna. I bimbi anche a 6 mesi hanno bisogno di VERITÀ, hanno bisogno che si parli loro del mondo come è e non come qualcuno vorrebbe che sia.
I reazionari conservatori come per esempio quelli della Manif pour tous non hanno a cuore il benessere dei bimbi (solo gli idioti possono pensare che i bimbi vivono sereni nella menzogna e l'occultazione di fatti EVIDENTI e CONCRETI), hanno a cuore soltanto il mantenimento di certa ideologia sessista, omofoba, violenta e ottusa. Ricordo ancora le parole ripetute dai giovani adulti figli di gay e lesbiche francesi, che durante le audizioni per l'adozione della legge per il matrimonio ugualitario ripetevano fino alla nausea "smettetela di usare in modo cosi ipocrita i figli di gay e lesbiche per giustificare il vostro odio e la vostra omofobia. Noi stiamo bene e se un giorno siamo stati male è solo e soltanto per colpa degli omofobi, non per volpa dei nostri genitori." Quello che certa gente vuole, in effetti, è negare dignità alle forme famigliari che non corrispondono a un ideale ideologico che è diventato minoranza anche in Italia e lo sarà sempre di più.
Perciò ho un grande rispetto per Camilla Seibezzi e per tutti quelli che con coraggio stanno provando a cambiare il mondo, in meglio, per tutti, specie per i bambini, per tutti i bambini che cresceranno meno ottusi, meno chiusi, provando, spero, disprezzo per la menzogna e l'omertà.
Camilla ha capito come tanti per fortuna che è dalla scuola che inizia la libertà se la scuola vuole davvero accingere al compito che è suo: formare cittadini liberi e pensanti. La scuola tra l'altro è pronta e ogni volta che ci sono i nostri figli nelle classi, gli insegnanti fanno per lo più il loro dovere egregiamente e attestano (vedere recente articolo di repubblica) che i nostri figli e i loro compagni stanno bene insieme. E in fin dei conti è quello il più importante: imparare a vivere insieme nel rispetto e nella collaborazione.
La Stampa
20 11 2013
Diritti violati, tagli del 30% ai fondi nella recente legge di stabilità, grave mancanza di applicazione dei principi fondamentali previsti dalla Convenzione Onu siglata nel 1989, uno scenario decisamente preoccupante inserito in un contesto nazionale in cui storie di maltrattamenti, abusi e sfruttamento sessuale sono all’ordine del giorno fra le pagine di cronaca nera di stampa radio e televisioni. I bambini in Italia sono sempre più soli e senza difese. Per questo Sos Telefono Azzurro, nella Giornata Mondiale dei Diritti e dell’Infanzia, lancia l’allarme affinché «il Paese si desti da un’indifferenza che potrebbe avere conseguenze sempre più drammatiche» e un appello alla comunità, alle istituzioni e ai media.
L’appello, «a nome dei bambini italiani» in 14 punti, «per tornare ad accompagnare bambini e adolescenti» avanza una serie di richieste. Fra queste: l’istituzione di un dipartimento interno al Consiglio dei Ministri responsabile delle scelte strategiche e politiche che incidono sulla vita dei bambini; la disposizione di maggiori fondi per la loro tutela; la predisposizione di un sistema centrale in grado di coordinare efficacemente la lotta al bullismo; il riconoscimento della cittadinanza a tutti i bambini nati in Italia e la tutela dei minori extracomunitari non accompagnati; la lotta alla spettacolarizzazione di casi relativi a minori da parte dei media. L’Associazione che da oltre 25 anni ascolta e gestisce le richieste di aiuto di bambini e adolescenti, punta così con decisione alla sollecitazione delle istituzioni per un sempre maggior impegno di responsabilità comune da parte del mondo degli adulti nel tentativo di offrire soluzioni concrete sul tema della promozione e del rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, focalizzandosi sull’individuazione di risposte efficaci per quanto riguarda: la prevenzione, la sicurezza, la giustizia, la cura e il rapporto tra minori e media.
«Nonostante siano passati ormai oltre 24 anni dall’adozione della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo del 1989,ámolti dei principi contenuti nella Convenzione non trovano ancora attuazione e nonostante l’impegno profuso per proteggerne e promuoverne i diritti, la situazione dei bambini e degli adolescenti in Italia desta grande preoccupazione’’ , sottolinea Ernesto Caffo, professore di Neuropsichiatria infantile dell’Università di Modena e Reggio Emilia e presidente di Sos Telefono Azzurro Onlus. Per la Giornata mondiale dell’Infanzia, due gli appuntamenti previsti: a Palazzo Madama questa mattina il primo dei due incontri, una tavola rotonda alla quale hanno partecipato oltre al Presidente di Telefono Azzurro, Sandra Cioffi, Giuseppe Magno - ambedue del Direttivo di Telefono Azzurro - e, quale testimonial, in rappresentanza dei genitori, l’attore Alessandro Preziosi. Domani, invece, presso la Sala Colonne della Camera dei Deputati - nella mattinata - saranno bambini, bambine e adolescenti a essere protagonisti delle richieste e delle decisioni che li riguardano, durante l’evento «Il Mio Diritto è …». Saranno proprio loro a porre direttamente le domande e a chiedere risposte reali «al mondo dei grandi», dal vivo, durante un momento di confronto e tramite la presentazione dei risultati della straordinaria campagna di sensibilizzazione condotta da Telefono Azzurro sul web, sui Social Network, da Twitter a Facebook. Tramite l’hashtag #ilmiodirittoè l’Associazione ha raccolto, infatti, in questi giorni i desiderata espressi dai ragazzi su quali diritti gli stanno più a cuore, quali quelli a loro avviso negati, e per il quali chiedono ascolto.