A causa di un pregiudizio antico che affonda le sue radici in una cultura maschilista e sessuofobica, le persone transessuali sono considerate anormali, degenerate, quindi non degne di rispetto. Fortemente emarginate perché definite socialmente pericolose, escluse perché non rientrano nei modelli stabiliti, la stragrande maggioranza di esse è costretta a vivere in condizioni di grande disagio. Salvo poche eccezioni, questa realtà è comune a gran parte dei paesi del mondo e da quanto denunciato da un rapporto di Amnesty International in alcuni è ancora punita con la pena di morte, con il carcere, con la tortura. Negli ultimi anni, in Italia la violenza nei confronti delle persone transessuali ha raggiunto livelli preoccupanti, nel solo 2008 sono state 9 quelle uccise e già 4 nei primi due mesi del 2009. Secondo le associazioni il dato non è esatto e andrebbe rivisto in quanto l’esperienza transessuale non sempre traspare dai rapporti di polizia perchè i documenti delle vittime, durante il transito riportano ancora il nome di nascita. Dalla lista che ogni anno viene compilata per il 20 Novembre, la giornata dedicata in tutto il mondo alle persone trans uccise, l’Italia detiene il triste primato degli omicidi. Tutto questo non può essere un caso, in Italia infatti, negli ultimi anni si è assistito a un preoccupante rigurgito di razzismo e omofobia. Politiche e campagne informative basate completamente sulla paura del diverso, sulla minaccia alla solidità sociale rappresentata da tutto ciò che esula dai valori tradizionali. Molte delle aggressioni a travestiti e transessuali risultano essere di matrice politica, tutte riconducibili a bande o gruppi della galassia dell’estrema destra. In alcuni loro siti si possono leggere più o meno chiaramente programmi omofobi e trans fobici ed esplicite rivendicazioni di attacchi a transessuali, gay e lesbiche.